Flavio Briatore dice addio al Twiga, ma non alla Versilia: il piano per Crazy Pizza
Il gruppo dell’imprenditore continuerà a investire sulla costa
FORTE DEI MARMI. Addio al Twiga ma non alla Versilia. Flavio Briatore ha ceduto alla proposta di Leonardo Del Vecchio e alla fine – mancano gli ultimissimi dettagli ma l’accordo è firmato – ha deciso di vendere il locale che nel duemila lanciò nel firmamento dell’estate by night assieme a Daniela Santanché, Marcello Lippi e Paolo Brosio.
Con il brand “della giraffa”, il gruppo Majestas dell’imprenditore piemontese lascia alla società dell’ultimogenito del fondatore di Luxottica altri tre locali: il Twiga Montecarlo, il Twiga Baja Benjamin e il mitico Billionaire di Porto Cervo. Non altro, però.
Non, ad esempio, l’altro marchio che lega Briatore alla Versilia: Crazy Pizza, la catena di pizzerie “luxury” che è stata inaugurata l’estate scorsa sul viale Morin. «Certo che resteremo in Versilia – dicono dall’entourage di Flavio Briatore – Crazy Pizza rimane a noi e continuerà a essere operativa a Forte dei Marmi».
Anzi, viene spiegato, l’investimento da parte del gruppo Majestas in questa impresa crescerà, visto che quando riaprirà lo farà per proseguire senza più interruzioni. «L’investimento fatto – spiegano i referenti locali del gruppo – è stato importante ed è ferma intenzione portare avanti il marchio “Crazy Pizza” a Forte dei Marmi».
Dopo la pausa invernale che serve a svolgere alcuni lavori necessari a valorizzare ulteriormente il locale, l’obiettivo è di riaprire al pubblico entro Pasqua. Per poi andare avanti senza più chiusure. «Il nostro locale sarà aperto tutto l’anno» viene ribadito.
Il “Crazy Pizza”, l’estate scorsa, ha dato lavoro a una ventina di persone (la maggior parte versiliesi), con una dote di 100 posti a sedere nelle diverse sale. A caratterizzarlo in tutte le città dove è stato aperto (da Londra a Milano, da Montecarlo a Roma, da Riad a Porto Cervo) e soprattutto a fare discutere sono i prezzi delle singole pizze: dalla più economica quella al pomodoro semplice, 16 euro, alla classica Margherita, 18 euro, per poi arrivare a quelle più onerose, cCome la pizza al tartufo e bufala, 62 euro, la pizza con il prosciutto San Daniele 37 euro, quella al salmone 35 euro, la Parmigiana 28 euro. E poi il più che classico Calzone a 32 euro, quella con pomodoro, bufala e Pata Negra a 60 euro, la Catalana a 36 euro, mentre per focaccia con stracchino si spendono 32 euro.