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Truffe telematiche: ecco com’è possibile recuperare i soldi persi

Truffe telematiche: ecco com’è possibile recuperare i soldi persi

L’Arbitro bancario finanziario: i consigli dell'avvocato Domenico Nicosia

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A settembre sono stato contattato al cellulare prima con un messaggio e poi con una telefonata da un soggetto che sembrava essere la mia banca e che mi informava che il mio conto era sotto attacco informatico. Durante la telefonata mi hanno guidato verso una procedura che, alla fine, ho scoperto essere un modo per entrare nel mio conto. Infatti, qualche giorno dopo ho scoperto che mi mancavano 4.950 euro, praticamente tutto quello che avevo. Ho fatto denuncia e chiesto il rimborso alla mia banca, ma questa mi ha risposto che loro non hanno responsabilità. Su Internet però ho letto che posso far valere i miei diritti contro la banca. Non si capisce tuttavia come posso fare per recuperare i miei soldi.
Francesco da Pisa

​​​​​​Le truffe, perpetrate spesso tramite modalità informatiche o telefoniche, sono un fenomeno di crescente diffusione e si presentano con vari livelli di intensità e formulazione. Questo tipo di reato, oltre a essere perseguito penalmente laddove possibile, comporta rilevanti implicazioni dal punto di vista civilistico, in particolare per quanto riguarda il recupero delle somme sottratte e il risarcimento del danno.

Il panorama delle truffe è ampio e variegato. Si va dalle richieste di donazioni benefiche alle false promesse di incontri sentimentali, passando per proposte di investimenti apparentemente vantaggiosi o contratti convenienti per la fornitura di energia e telefonia. Tuttavia, le modalità più frequenti riguardano tentativi di accedere ai dati personali delle vittime tramite telefono o computer, con l’obiettivo di ottenere informazioni utili per effettuare disposizioni o prelievi dai loro conti.

Tra le tecniche più comuni troviamo il phishing, una truffa online in cui il malintenzionato si spaccia per un ente affidabile - spesso una banca o un istituto finanziario - per indurre la vittima a fornire informazioni sensibili, come codici di accesso o dati personali. Vi è poi il vishing, una variante che utilizza il telefono per raggiungere lo stesso obiettivo, e lo spoofing, che si avvale di messaggi sms ingannevoli per carpire informazioni.

Di fronte a una truffa subita, la vittima può attivarsi per cercare di recuperare le somme sottratte. La normativa prevede la possibilità di segnalare l’accaduto all’istituto finanziario interessato, denunciando il furto e richiedendo il blocco del conto o della carta. È necessario, in tali casi, presentare una regolare denuncia alle autorità competenti. Successivamente, si può avanzare una richiesta di rimborso per le somme sottratte, purché sussistano le condizioni previste dalla legge.

Tuttavia, spesso tali richieste vengono rigettate dagli uffici legali delle banche, con la motivazione che le credenziali di accesso sono state fornite dal cliente stesso. È importante sottolineare, però, che, salvo dimostrazione di colpa grave o negligenza da parte del cliente, le istituzioni finanziarie - in conformità con la normativa europea - sono tenute a garantire sistemi di protezione adeguati, come l’autenticazione forte (Sca), che consente di filtrare le operazioni non riconducibili con certezza al titolare del conto.

In caso di diniego del rimborso da parte dell’intermediario, il cliente ha la possibilità di ricorrere al giudice competente o, in alternativa, di rivolgersi in via preliminare e con costi più contenuti all’Arbitro bancario finanziario (Abf). Questo organismo è competente per controversie relative a richieste di somme fino a 200.000 euro, a condizione che riguardino conti correnti, mutui, prestiti personali o la mancata consegna della documentazione obbligatoria relativa a un prodotto finanziario. Il ricorso all’Abf è ammesso solo se la controversia è insorta entro sei anni e non è già pendente davanti all’autorità giudiziaria o in procedura di conciliazione. Per le questioni legate agli investimenti, invece, è competente l’Acf (Arbitro per le controversie finanziarie).

Le decisioni dell’Abf non sono vincolanti per l’intermediario, che può scegliere di non rispettarle. Tuttavia, rappresentano un importante elemento di prova in caso di successivo ricorso al giudice, che potrà tenerne conto a favore del cliente. In questo contesto, l’Abf costituisce uno strumento efficace e accessibile per i consumatori, offrendo una soluzione rapida e meno onerosa rispetto alle vie giudiziarie.

Servizio sportello legale: Il Tirreno si avvale della competente e qualificata collaborazione dello studio legale Depresbìteris-Scura. I professionisti di questo studio rispondono settimanalmente ai quesiti che arriveranno a sportellolegale@iltirreno.it.

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