Santa Croce, equipaggio dell'ambulanza aggredito dagli amici del ferito: spinte e minacce per farli ripartire subito
Emergenza sicurezza, i soccorritori della Croce Rossa di Castelfranco aggrediti mentre cercavano di dare i primi soccorsi sul posto
SANTA CROCE. Spintoni, strattoni e minacce al personale dell’equipaggio della Croce Rossa di Castelfranco che l’altra sera è intervenuta in piazza Fratelli Cervi a Santa Croce per soccorrere un paziente che aveva riportato ferite provocate, probabilmente, da cocci di bottiglie di vetro rotte durante una rissa. I due uomini e la donna dell’associazione di volontariato, presieduta da Nicoletta Caponi, sono stati accerchiati mentre stavano valutando le condizioni della persona a terra, come prevede il protocollo, per effettuare un primo intervento.
«Una situazione difficile – dice il vice presidente della Croce Rossa, Dario Ulivieri – in cui per fortuna nessuno di noi si è fatto male. Ma ce la siamo vista brutta. Purtroppo ormai le aggressioni al personale sanitario si susseguono ed è sempre più difficile svolgere il nostro compito».
L'aggresione: «Volevano che facessimo presto, spinte e strattoni»
Ulivieri era presente. E racconta gli attimi concitati di una domenica sera in servizio sull’ambulanza per le emergenze urgenze. «Quando siamo arrivati abbiamo trovato il paziente ferito, steso a terra – dice il volontario –. Intorno c’erano circa 25 persone e, in un primo momento, sembrava che tutto fosse tranquillo. Le nostre regole ci impongono di valutare la situazione sul posto se le condizioni ambientali lo consentono. E, visto che avevamo lo spazio necessario, abbiamo cominciato a operare per soccorrere il ferito. A un certo punto, però, i suoi amici si sono avvicinati, circondando l’ambulanza. Volevano che facessimo presto. Ci spingevano e ci strattonavano e volevano portarlo via».
La risposta della volontaria e gli spintoni
È stato in quel momento che il clima si è surriscaldato. La donna che faceva parte dell’equipaggio ha risposto a tono alle persone attorno al mezzo di soccorso, dicendo loro di lasciarli portare avanti il servizio. «Ed è stata spintonata per questo», aggiunge il vice presidente della Croce Rossa di Castelfranco che sottolinea di aver «avvisato la centrale operativa del 118 rispetto alle difficoltà che stavamo incontrando. Abbiamo ricevuto il via libera a spostarci, cosa che abbiamo fatto poco dopo anche di concerto con l’infermiere e il dottore dell’automedica che, nel frattempo, era arrivata in piazza Fratelli Cervi a Santa Croce.
L’equipaggio ha lasciato il luogo della rissa per fermarsi ad alcuni chilometri di distanza dove, in completa sicurezza, il paziente è stato sottoposto alle prime cure del caso per poi essere trasportato all’ospedale di Empoli. E proprio al San Giuseppe era in corso una scena simile a quella che i volontari della Croce Rossa hanno vissuto a Santa Croce. «Una volta arrivati al pronto soccorso spiega ancora Dario Ulivieri – abbiamo visto che un ubriaco stava facendo confusione, malgrado la presenza delle forze dell’ordine. Non ce l’aveva con noi, ma era particolarmente molesto in un luogo dove i pazienti presenti e i loro familiari hanno bisogno, invece, della massima tranquillità».
Sempre di più
Il caos che si crea spesso negli ospedali e le aggressioni al personale sanitario, ormai, stanno diventando una consuetudine, come conferma lo stesso Ulivieri: «Non mi ero mai ritrovato in circostanze simili a quella di domenica sera. Però, purtroppo, sempre più spesso veniamo apostrofati in malo modo da parenti di feriti che stiamo soccorrendo o da amici di pazienti che vogliono imporci tempi stretti per gli interventi. Rispetto ai fatti di Santa Croce, mi preme ringraziare i volontari che svolgono costantemente e professionalmente i servizi sanitari, anche in situazioni e scenari di così difficile gestione. Atti del genere vanno condannati e denunciati affinché non si ripetano».
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