Violenze in una scuola dell’infanzia sulla Montagna Pistoiese: nei video urla e spinte agli alunni
L’udienza preliminare in tribunale: davanti al giudice le due maestre
PISTOIA. Davanti al giudice la maestra di 62 anni finita agli arresti domiciliari il 16 aprile dello scorso anno con l’accusa di maltrattamenti aggravati sui bambini di una scuola dell’infanzia della montagna pistoiese a lei affidati. Susanna Ferretti comparirà questa mattina, 31 marzo, davanti al gup del tribunale di Pistoia, dopo che la pm titolare dell’inchiesta, Chiara Contesini, ha chiesto il suo rinvio a giudizio. Al suo fianco, anche una collega, Patrizia Falcone, 59 anni, il cui comportamento scorretto sarebbe emerso nelle indagini avviate dopo la querela sporta dalla mamma di una bambina. Le intercettazioni ambientali disposte all’interno della struttura avrebbero infatti consentito di accertare, a carico di quest’ultima, due episodi che hanno spinto gli inquirenti a formulare l’imputazione di abuso di mezzi di correzione, oltre a quella di omessa denuncia: Patrizia Falcone è accusata di non aver segnalato alle autorità, pur essendone a conoscenza (un dovere per ogni pubblico ufficiale) i maltrattamenti commessi dalla collega.
L’udienza preliminare
Il giudice dell’udienza preliminare, in assenza di richieste di riti alternativi, dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio le due imputate. Nel corso dell’udienza di questa mattina è prevista anche la costituzione come parti civili delle famiglie di molti dei bambini che sarebbero stati maltrattati (15 le parti offese).
Le prove più pesanti nei confronti della maestra 62enne – quelle che avevano indotto il giudice delle indagini preliminari a disporre gli arresti domiciliari ritenendo vi fosse il rischio di reiterazione del reato, vista anche un precedente patteggiamento della pena risalente al 2018 per abusi di mezzi di correzione nei confronti di una bambina disabile – sarebbero rappresentate dalle registrazioni audio e video delle microcamere spia piazzate all’interno della scuola dell’infanzia dai carabinieri. In cui si vedono strattonamenti e spinte ai bambini (dai tre ai cinque anni di età) da parte della maestra e si sentono urla e offese ingiustificate nei loro confronti.
Le telecamere
Più volte le telecamere avrebbero ripreso la maestra mentre, visibilmente alterata, trascinava qualche bambino in lacrime da un punto all’altro dell’aula dopo averlo afferrato per un braccio e costretto a sedersi. C’è poi l’episodio in cui urlando si avvicina a un altro bambino rimproverandolo per il modo in cui usa la borraccia, per poi strappargliela dalle mani e scaraventarla sul tavolo. E quello in cui si avvicina a un banco e urlando dà istruzioni a un bambino su come fare un determinato disegno, e quando il piccolo non fa come detto, lei gli afferra la mano e gliela sbatte ripetutamente sul ripiano affinché le obbedisca. E poi ci sono i termini scurrili, proferiti davanti ai bambini e a volte anche nei confronti degli stessi.
La donna ha sempre respinto – assistita dall’avvocato Gerardo Marliani – tutte le accuse. Il legale aveva inoltre evidenziato il breve lasso di tempo a cui si riferivano i comportamenti contestati. Su sua istanza, il 3 maggio scorso il tribunale del riesame aveva revocato gli arresti domiciliari disponendo la misura del divieto di esercitare l’attività di insegnante per un anno. La contestazione di abuso di mezzi di correzione nei confronti della seconda maestra dipende dal fatto che gli episodi di violenza emersi dalle indagini sarebbero soltanto due: non sufficienti a configurare quel comportamento protratto nel tempo alla base del reato di maltrattamenti.
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