Assalto al portavalori, il piano del prefetto di Livorno: «Droni per monitorare il tragitto e garantire maggiore sicurezza»
Sul tavolo un protocollo già collaudato quando era alla guida della Prefettura di Nuoro: «Fondamentale prevenire questi episodi»
SAN VINCENZO. L’utilizzo dei droni per monitorare i portavalori durante il loro tragitto, fino all’arrivo a destinazione. È questa una delle proposte che domani – 1 aprile – il prefetto di Livorno, Giancarlo Dionisi, contattato dal Tirreno, spiega che metterà sul tavolo per coinvolgere le forze dell’ordine, gli istituti di vigilanza privata, le aziende che si occupano del trasporto valori e anche Anas. Un protocollo già collaudato quando Dionisi era alla guida della Prefettura di Nuoro e che lì ha già dato dei risultati in termini di sicurezza.
Prefetto, l’assalto al portavalori sulla Variante Aurelia ha scosso l’opinione pubblica per la velocità e soprattutto per il luogo in cui è avvenuta: cosa ne pensa?
«Desidero innanzitutto esprimere sollievo per il fatto che, nonostante la gravità dell’episodio, nessuna persona sia rimasta ferita. È questo l’aspetto più importante: che nessuno si sia fatto male. Tuttavia, non possiamo sottovalutare la portata di quanto accaduto».
I cittadini devono allarmarsi dopo questo episodio?
«La rapina, avvenuta su una strada pubblica molto frequentata, rappresenta un fatto particolarmente allarmante, non solo per il rischio diretto corso dagli operatori degli istituti di vigilanza, ma anche per il pericolo potenziale cui è esposto ogni cittadino che si trovi a transitare, inconsapevolmente, nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Questi episodi minano la sicurezza percepita e reale dei cittadini, generano forte preoccupazione e causano anche gravi disagi alla mobilità».
Che dire a proposito delle indagini?
«Le indagini sono naturalmente in corso e sono affidate, come è giusto che sia, alle forze di polizia e alla magistratura, verso cui nutro la massima fiducia. È importante sottolineare che simili atti non sono isolati».
In che senso?
«Spesso dietro questi crimini si celano strategie complesse, potenzialmente collegate a strutture criminali organizzate, anche di stampo mafioso, con ramificazioni che travalicano i confini provinciali e regionali. In qualità di prefetto, il mio compito è garantire la massima efficacia possibile sul piano della prevenzione».
Quali pensa che siano le strategie per attuare la prevenzione nei confronti di episodi come l’assalto al portavalori sull’Aurelia?
«Ho convocato per mercoledì (domani 1 aprile per chi legge, ndr) una riunione con tutte le forze di polizia, al fine di esaminare insieme l’accaduto e condividere un piano di rafforzamento delle misure preventive».
Vi incontrerete e quali soluzioni proporrà di fronte al tavolo?
«La mia intenzione è quella di arrivare alla definizione di un vero e proprio protocollo operativo che coinvolga, oltre alle forze dell’ordine, anche gli istituti di vigilanza privata, le aziende che si occupano del trasporto valori e Anas, così come altri gestori stradali. Un protocollo che ho già sperimentato positivamente a Nuoro, in Sardegna, e che qui potrà essere ulteriormente sviluppato».
Qual è lo scopo?
«L’obiettivo è rafforzare la cooperazione e soprattutto migliorare la comunicazione tra tutti i soggetti coinvolti, affinché ogni trasporto di valori sia adeguatamente pianificato, monitorato e accompagnato dalle necessarie misure di sicurezza».
In che modo?
«Vogliamo puntare anche su soluzioni tecnologiche innovative, come l’utilizzo di droni, che si rivelano strumenti efficaci, economici e altamente tecnologici».
E come possono essere utilizzati nel caso specifico?
«Possono essere utili sia in fase preventiva che nel monitoraggio in tempo reale e nella ricostruzione di eventuali percorsi di fuga, garantendo così un intervento più rapido e mirato delle forze di polizia. La deterrenza, la tempestività e l’efficacia dell’azione preventiva sono elementi fondamentali per contrastare questi fenomeni e tutelare la sicurezza pubblica».
© RIPRODUZIONE RISERVATA