Il Tirreno

Livorno

Basket / Serie A2

La Libertas finisce la benzina: contro Pesaro tre quarti da applausi poi il tracollo

di Fabrizio Pucci

	Adrian Banks top scorer insieme a un ritrovato Filloy con 16 punti
Adrian Banks top scorer insieme a un ritrovato Filloy con 16 punti

Numeri imbarazzanti ai liberi, ora c’è da guadagnare la miglior posizione ai playout

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Mortificante. Come spesso, come quasi sempre. Di nuovo la Libertas – precisa, lucida e volenterosa per 30’ – nonostante un arbitraggio ipercasalingo – alla lunga si è sciolta come un gelato all’equatore: spia della riserva accesa, salvagente americano che si sgonfia quando si inizia ad annaspare, rotazioni limitate (ko Italiano rimasto in panchina in borghese) e un impietoso -16 al 40’ che non fotografa nemmeno lontanamente l’andamento della partita.

Zero alibi

Premessa: chi fa 1 su 13 ai tiri liberi è giusto che perda, perché il 7% dalla linea dei “personali” non è ammissibile in serie A. E questa considerazione azzera gli alibi. Poco ammissibile, però, è anche un arbitraggio come quello dei signori Bartoli, Perocco e Roca che hanno tenuto a galla Pesaro, quando la Libertas – per 25’ buoni – aveva in mano l’inerzia della partita.

Qualche numero: detto dei 13 liberi tirati dagli Amaranto (di cui 6 negli ultimi 2 minuti e mezzo a partita chiusa), Pesaro ne ha tentati 33. Clamoroso il saldo dei falli commessi/subiti che fino al terzo quarto (match apertissimo) era per la Libertas di +10: 23 a 13.

Infine, in una partita ruvida come questa, i marchigiani in due quarti non sono arrivati al bonus e sono stati 7’ e 10” (dal 7’ 16” al 14’ 26”) senza che gli sia stato fischiato un fallo a loro carico. Ecco. Nonostante tutto questo, Fantoni e compagni per almeno tre quarti se la sono giocata. E questa è una nota di merito.

Alchimie

Di Carlo l’aveva preparata bene: alternanza di uomo e zona, difesa adattata sul re dei cannonieri Ahmad e presidio del pitturato affidato alle lunghe leve di Buca. Così – dopo un luna park iniziale (14-15 dopo appena 4’ e mezzo) –, la Libertas ha preso in mano la partita. Si è spinta fino al +7 (17-24) grazie anche ad un Filloy ispirato e poi ha sistematicamente ricacciato indietro i padroni di casa nei loro ripetuti tentativi di rientrare. Anzi. Con un pizzico di fortuna si sarebbe pure meritata la fuga. E invece gli Amaranto sono andati al riposo solo sul +6 (37-43) e grazie a una mega tripla di Banks sulla sirena, prodezza che è però è stata il canto del cigno della sua partita.

La sofferenza

Gli ultimi due quarti sono stati di pura sofferenza. In apertura del terzo, Tozzi ha scritto il +8 (massimo vantaggio sul 37-45), ma Pesaro – consapevole di beneficiare di una acclarata impunità – ha continuato e picchiare con un fabbro (primo fallo della terza frazione dopo 3’30”, mentre appena 24” più tardi la LL era già in bonus) e le sue mani addosso hanno gettato gli Amaranto nell’insicurezza impegnata di quella frenesia di chi vuole ribellarsi a un destino che teme sia scritto.

Così la Libertas ha smesso di giocare di squadra e si è affidata a soluzioni personali con scarsa fortuna. Sul 48-53 c’è stato l’ultimo sussulto livornese. Poi - un fallo tecnico alla panchina amaranto ha dato il la alla rimonta e al sorpasso marchigiano e la Carpegna è andata sul velluto con la LL innervosita e sfiduciata, perché quando piove… grandina. Il finale è stato buono solo per le statistiche e per capire che gli americani devono essere più incisivi e decisivi quando il ‘Molten’ scotta e non soltanto nei primi due quarti. Così alla fine, al netto di arbitri, percentuale imbarazzante ai liberi, c’è solo da riflettere, valutare ciò che ha funzionato e ciò che si è inceppato. Intanto, visti i risultati provenienti dagli altri campi: facciamo le valigie… andiamo ai playout! E domenica arriva Nardò: partita fondamentale per guadagnare la miglior posizione nella griglia degli spareggi per non retrocedere. La salvezza rimane l’obiettivo, anche per questi tifosi meravigliosi, gli unici con la maglia amaranto anche oggi ad aver vinto.
 

Primo piano
L’intervista

Assalto al portavalori, il pg di Cagliari: «C’è un legame storico tra i sardi e questa zona del Livornese»

di Claudio Zoccheddu
Sani e Belli