Livorno, due vigili sotto procedimento disciplinare per aver ammanettato un uomo senza motivo
Il cittadino non è neanche stato denunciato: il comandante Joselito Orlando ha interessato la procura agendo in autotutela per il corpo
LIVORNO. Un fascicolo aperto all’ufficio procedimenti disciplinari del Comune per un cittadino ammanettato senza apparenti motivi. È uno degli argomenti scottanti che nei giorni scorsi ha portato la Uil a criticare apertamente la gestione della polizia municipale, a loro dire negativa, del comandante Joselito Orlando, che da sei mesi ha preso il posto di Annalisa Maritan, con la quale comunque il sindacato non aveva mai avuto rapporti idilliaci.
La segnalazione agli organi interni dell’ente (e alla procura) è partita proprio dal responsabile del corpo, in autotutela del comando locale stesso, dato che la vittima – che poi non è stata né arrestata, né denunciata – potrebbe comunque querelare il corpo per una privazione ingiustificata della libertà, avvenuta nel gennaio scorso. Il comandante ha chiaramente ascoltato gli agenti, che non gli avrebbero però fornito giustificazioni convincenti. A loro dire, invece, l’operazione – avvenuta nell’ambito di un normale controllo del territorio – era pienamente consentita.
Un’altra segnalazione, al momento però sospesa in attesa della definizione dell’eventuale iter giudiziario, riguarda poi il vigile urbano che nel novembre scorso dopo aver accompagnato la moglie all’alba all’aeroporto di Pisa è stato fermato dai carabinieri in via Livornese, non molto distante dal Galilei, e ha mostrato loro la paletta di servizio a suo dire solo per tranquillizzarli. Per questo, però, è stato denunciato dai militari dell’Arma.
Fra i provvedimenti disciplinari confermati, invece, quello nei confronti di un agente che ha lasciato l’arma di servizio in un armadietto aperto e teoricamente accessibile anche dagli addetti alle pulizie. Durante quest’istruttoria, fra l’altro, sarebbe emerso come la dimenticanza si sarebbe ripetuta anche nei mesi precedenti. In ogni caso si è trattata di una violazione di lieve entità, conclusa infatti con un semplice rimprovero verbale, senza quindi ulteriori conseguenze.
Rimprovero che ha riguardato anche una vigilessa che, per errore, ha inviato una mail interna – recapitandola agli oltre 200 appartenenti al corpo – con i dati sanitari di alcuni colleghi. Certificazioni mediche di lavoro allegate al testo inviato, secondo quanto ricostruito, che non hanno potuto avere altra conseguenza che il rimprovero. l
S.T.
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