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Processo al centro sociale Askatasuna, cade il teorema dell'associazione a delinquere: 16 attivisti assolti


	La soddisfazione degli attivisti in tribunale
La soddisfazione degli attivisti in tribunale

La procura aveva chiesto 88 anni di carcere complessivi

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Sono stati assolti dal reato di associazione per delinquere i 16 dei 28 attivisti e simpatizzanti del centro sociale Askatasuna a processo a Torino. Lo hanno deciso poco fa i giudici del tribunale che poco fa hanno pronunciando la sentenza di primo grado. La decisione è stata salutata con un applauso dal pubblico presente in aula.

Assoluzioni e condanne per reati minori

giudici hanno assolto i 16 imputati dall'accusa di associazione per delinquere ''perché il fatto non sussiste''. Diciotto persone sono invece state condannate per i reati minori con pene che vanno dai 4 anni è 9 mesi ai 5 mesi. Per i 28 imputati la procura a dicembre aveva chiesto condanne per un totale di 88 anni di carcere. Al termine della lettura del dispositivo il pubblico presente in aula ha intonato cori scanditi da applausi. 

La soddisfazione degli attivisti
"Siamo una associazione a resistere", la frase urlata al megafono dagli attivisti. ''Il teorema è crollato perché chi lotta ogni giorno non può essere equiparato a un delinquere''. Così i manifestanti al presidio davanti al Palagiustizia di Torino. . ''C'è ancora a molto da fare per quei compagni che sono stati condannati e che noi riteniamo sia stata un'ingiustizia, oggi però portiamoci a casa questa vittoria anche se e' solo un granellino perché per noi la vittoria finale sarà quando tutti saranno liberi'', hanno aggiunto dal megafono mentre i partecipanti al presidio ballavano a suon di musica.

"Mai esistito un programma criminoso”

«Infine è avvenuto ciò che speravamo e ci aspettavamo: è caduta in primo grado l’accusa di associazione a delinquere per 16 membri del centro sociale Askatasuna e del Movimento No Tav, nonostante le condanne, comunque molto ridotte rispetto alle richieste della Procura, per alcuni singoli imputati per gli altri capi d’accusa. Abbiamo sempre pensato che l’accusa di associazione a delinquere fosse frutto di un teorema del tutto infondato, completamente fuori luogo per persone che con i loro atti non si sono arricchite né avvantaggiate in nessun modo. Che le iniziative del centro sociale per il contrasto alla precarietà abitativa, la promozione dello sport popolare, la distribuzione di cibo e tamponi durante il lockdown, i corsi di italiano per stranieri non siano mai state una maschera per altre finalità. Le responsabilità penali sono sempre personali e non è mai esistito un nucleo che architettasse un programma criminoso. Di fatto non accolta in questa sede anche la richiesta monstre di risarcimento del danno: dovrà essere provato davanti al Tribunale Civile. Come abbiamo sempre detto, Askatasuna non è un covo criminale e continuerà a esistere, anche come bene comune. Ci aspettiamo delle scuse da chi, da destra, aveva dimenticato ogni garantismo e attaccato pesantemente in questi mesi imputati e solidali e auspichiamo che ora si apra una riflessione sull’uso sproporzionato del diritto penale contro il dissenso e i movimenti sociali». Lo dichiarano il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi, la capogruppo di Avs in Piemonte, Alice Ravinale, e la capogruppo di Sinistra Ecologista al Comune di Torino, Sara Diena.

Forza Italia: «Askatasuna problema per la città»

«Rispetto pieno per il lavoro della magistratura, come è doveroso in uno Stato di diritto ma è altrettanto doveroso dire con chiarezza che Askatasuna rappresenta da anni un problema per la città. È un luogo simbolo di una violenza organizzata che ha messo sotto pressione istituzioni, imprese e Forze dell’Ordine. Per questo, al di là delle sentenze, resta forte e legittima la richiesta politica di chiusura». Lo dichiarano il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario del partito in Piemonte e Marco Fontana, segretario cittadino.

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