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Grosseto, via San Martino tra sfondi sfitti e decorazioni natalizie: come i commercianti provano a ridare vita alla strada

di Sara Venchiarutti

	Un fondo sfitto di via San Martino addobbato con i pacchi di Natale (foto Agenzia Bf)
Un fondo sfitto di via San Martino addobbato con i pacchi di Natale (foto Agenzia Bf)

Viaggio nelle attività commerciali del centro storico tra nuove aperture e idee di rilancio: «Tra i motivi di crisi c’è la presenza di tanti fondi vuoti»

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GROSSETO. Passeggiando per via San Martino c’è qualcosa di diverso. E non solo in termini di attività che arrivano e vanno, di cui diremo tra poco. Nonostante la vetrina ricoperta di carte e cartelli con scritto “Affittasi”, una porta è aperta. Affaccia su un fondo commerciale vuoto, è vero, ma davanti all’ingresso c’è una lavagna addobbata con un rosso festone natalizio: “I commercianti augurano buone feste”, si legge in un elegante corsivo.

Pochi passi e accanto alla vetrata che apre su un altro fondo vuoto fanno bella mostra di sé alcuni pacchetti regalo, addobbi natalizi che si trovano anche davanti a un ingresso – sbarrato – di un’altra attività commerciale chiusa. Li hanno messi i commercianti. Vogliono adornare quella strada e “sconfiggere” la sconfortante visuale dei fondi sfitti, alternati alle attività aperte, con la bellezza. È lei l’arma da usare.

Ne è sicuro anche Fulco Abbate mentre è alle prese con pacchi e pacchetti da cui si sprigiona un elegante profumo. Davanti a quel fondo in via San Martino da tutta la mattina c’è un certo via vai e all’interno gli scaffali a poco a poco si riempiono di sapone per le mani, profumi, prodotti di cosmesi e fragranze. L’insegna Aylm, che sta per Abbate Y La Mantia srl, ora s’è trasferita.


Non la troverete più in via Fanti 18, dove era sempre stata, ma ha scelto di andare proprio in quella strada. Un po’ hanno influito questioni logistiche – l’attività si è ampliata anche in termini di personale e qui il fondo è di 117 metri quadri contro i 30 precedenti -, ma soprattutto «ci serviva un luogo di rappresentanza: molti clienti – spiega Abbate – ci vengono a trovare dall’estero, per noi oltre il 98% dell’attività, e allora abbiamo deciso di scegliere questa strada, all’angolo con via Galileo, ben arredata grazie alla fantasia dei suoi commercianti». Aylm vende e spedisce i suoi prodotti di qualità – «tutte le flagranze sono create da me», precisa Abbate – in 52 Paesi sparsi per il mondo. Dall’America a Belize e proprio pochi giorni fa fino alla Nuova Caledonia, vicino alle Fiji, «in posti dove non sapevo nemmeno si potesse spedire», dice con una risata.

La verità però è che via San Martino, che quindi sarà un po’ “l’affaccio” del negozio per – letteralmente - quasi tutto il mondo, è stata scelta anche perché «per me è un luogo del cuore. Lì – racconta Abbate – andavo sempre a fare le passeggiate con mio nonno per prendere il gelato ed era sempre piena di gente, di luci. Vederla così mi sembra assurdo». Tempo fa non per nulla si chiamava la via cittadina. Ora invece è quella che sta soffrendo di più la crisi del centro storico. Per questo «dobbiamo investire nel bello. È questa – assicura Abbate – la chiave. Prima di tutto bisogna creare un’alternativa che sia bella, per cui vale la pena andare a passeggiare al di là delle temperature, come succede ora con i mercatini di Natale. Non c’è un ragazzo o una babbo che preferirebbe portare rispettivamente la fidanzata o un figlio al centro commerciale invece che in centro». E sì, se ve lo state chiedendo: lo spazio esterno del suo negozio avranno anche questo obiettivo. «Anche a livello politico – aggiunge – servirebbe investire sull’arredo del verde, rendendo magari più accessibili le piante agli esercenti, sviluppando ad esempio convenzioni con i vivai». In ogni caso, parafrasando una frase famosa, è la bellezza che può “salvare” via San Martino e più in generale il centro storico.

Tra le ragioni principali di crisi Luana Chipa, storica titolare del negozio d’abbigliamento “Doppio Gioco”, ci mette proprio la presenza di tanti fondi sfitti in quella via. «Per andare meglio – dice sicura – la strada dovrebbe avere tutti i negozi aperti. Ora qualcosa in questo senso si sta muovendo». C’è la profumeria Abbate, qualche settimana fa poco più avanti ha aperto una nuova piadineria. Alcuni commercianti hanno visto lavori in un altro fondo. Certo, al netto di chiusure e trasferimenti in senso inverso: all’inizio della strada si legge la scritta “Liquidazione”. Ma ecco, qualche spiraglio c’è. «Un tempo in via San Martino non c’era un fondo libero». Chipa se lo ricorda, visto che è titolare di quell’attività dal 1986. «Il tracollo – dice – è arrivato con il lockdown: da allora negozi e strada sono stati abbandonati».

In quella via c’è nata e cresciuta Jessica Romano, titolare del negozio “Mondo di pietra”. Ha visto tutte le trasformazioni degli ultimi 30 anni. E anche lei a giugno ha deciso di trasferire in via san Martino la sua attività. «Prima ero in via Vinzaglio. Il commercio, va detto, è un po’ moscio – dice guardando fuori – ma rispetto agli altri anni sto lavorando di più, circa un 30%, e il movimento sta cominciando ad esserci. Questa era una delle vie più belle, c’era una sorta di armonia». Anche per recuperarla i commercianti di via San Martino sono stati “inglobati” da pochi mesi nel gruppo WhatsApp che comprende anche le attività di via dell’Unione, via Aldobrandeschi e via Chiasso degli Zuavi. «Tra noi esercenti – spiega Andrea Manni, titolare del parrucchiere Andrea Manni proprio all’inizio della strada – c’è un buon rapporto e allora ci siamo interrogati su cosa fare per cercare di far crescere la nostra attività e rendere più bella questa parte del centro storico». Dal canto suo nell’atelier c’è anche un pianoforte e dai suoi tasti si sprigionano le note «delle iniziative musicali che facciamo cercando di divulgare bellezza anche all’esterno, tramite arte e spettacolo». Ora ci sono già due date: due appuntamenti musicali il 21 dicembre e un altro il 24.

Ma la situazione continua a essere difficile. «È drammatica soprattutto il pomeriggio», dice Romualdo Mattei del negozio di abbigliamento Tom. «C’è una crisi degli acquisti. I clienti storici vengono, ma stanno più attenti al prezzo, pur ricercando la qualità».

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