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Fiorentina, via Palladino: Baroni e De Rossi in pole per sostituirlo


	Palladino e Baroni
Palladino e Baroni

Il tecnico a sorpresa sceglie di dimettersi, per lui le sirene dell’Atalanta La società pronta a incontrarlo ma l’addio sembra a un passo

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FIRENZE. Un fulmine a ciel sereno. A poche ore dalla conferenza stampa congiunta con i massimi dirigenti viola (il ds Daniele Pradè, il dg Alessandro Ferrari e il presidente Rocco Commisso collegato dagli States), nel giorno del rinnovo del direttore tecnico Roberto Goretti fino al 2027, principale artefice insieme a Pradé del mercato, l’ambiente viola è stato scosso dall’annuncio della volontà di Raffaele Palladino di dimettersi.

Mossa a sorpresa

Dopo il rinnovo fino al 2027 che era stato proposto al mister alla vigilia della semifinale di ritorno contro il Betis Siviglia, che lasciò sorpreso proprio Palladino, adesso le parti si sono invertite ed è stato il tecnico a sorprendere tutti palesando la volontà di lasciare la squadra pochi giorni dopo la fine del campionato. Uno scenario inaspettato che arriva nemmeno ventiquattro ore dopo le parole di elogio arrivate dagli USA da parte di Commisso che parlava di Palladino “come di un figlio” a sottolineare il legame speciale che nel corso di questa stagione si era creato fra i due.

C’è l’Atalanta?

Un figlio che però nelle ultime ore avrebbe deciso di lasciare la Fiorentina, presumibilmente per mete più ambiziose. Si è parlato fin dal primo momento di un accostamento fra il tecnico di Mugnano e l’Atalanta. Con Gasperini in procinto di lasciare Bergamo dopo nove stagioni (direzione Roma, sponda giallorossa) la Dea avrebbe trovato in Palladino il suo successore.

Solo voci per ora, confermate dal fatto che Palladino avrebbe maturato questa decisione per approdare in una squadra in lotta per obiettivi più ambiziosi. I bergamaschi quest’anno sono arrivati terzi a 74 punti, nove in più della Fiorentina sesta e si sono pertanto conquistato un posto in Champions League, competizione che frequentano con regolarità ormai da sei stagioni, con la ciliegina della conquista dell’Europa League l’anno scorso.

Il tentativo

Sicuramente una piazza importante per il tecnico che dopo solo un anno a Firenze avrebbe deciso di cambiare aria, forse stizzito dalla contestazione dei tifosi delle ultime due giornate, forse per niente convinto dal piano acquisti (e rinnovi) della società, ma più probabilmente allettato da una chiamata imperdibile da una società importante.

In serata una serie di rumors portavano all’ipotesi che la Fiorentina abbia deciso di incontrare Palladino per tentare di farlo ricredere su questa sua idea di lasciare Firenze.

Baroni in pole

Sono solo ipotesi, quello che è certo è che è già partito il walzer di nomi pronti a sostituire Palladino. In pole position ci sarebbe Marco Baroni. Non un nome a caso visto che l’ex Lazio è nato a Firenze e ha mosso nella Fiorentina i suoi primi passi come calciatore, facendo tutta la trafila nel vivaio negli anni ’70 fino all’esordio in Serie A nella stagione 1981-1982. Curiosamente la sua carriera da allenatore partì proprio da una squadra fiorentina, il Rondinella, dove terminò la carriera da calciatore nel 2000.Si tratterebbe insomma di una sorta di chiusura del cerchio e siamo sicuri che Baroni tornerebbe nella sua Firenze con le migliori intenzioni di fare bene e rilanciarsi dopo la stagione deludente alla guida del club biancoceleste, “beffato” all’ultima giornata proprio dalla squadra di Palladino. La sconfitta interna contro il Lecce dei capitolini ha dato modo alla Fiorentina - vittoriosa a Udine - di arpionare in classifica proprio i laziali strappando loro il posto in Conference League in virtù degli scontri diretti a favore.

Gli altri nomi

Ma quello di Baroni non è ovviamente l’unico nome circolato ieri nell’ambiente (anche perché Baroni è stato accostato anche al Torino che ha da poco divorziato da Vanoli): accanto a lui sarebbero spuntati i nominativi di De Rossi, che con Pradé ha sempre avuto un ottimo legame, Sarri e addirittura Tudor. Insomma, siamo davvero già ai saluti con Palladino? La dirigenza gigliata potrebbe riuscire in queste ore a fargli cambiare idea. Quel che è certo è che non siamo ancora arrivati a giugno, ma il walzer delle panchine si preannuncia già bello caldo, anche nell’assolata Firenze.
 

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