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Pensioni, aumenti dal 2024: le cifre e le percentuali per ogni fascia. Via all’anticipo del conguaglio

di Leonardo Monselesan
Pensioni, aumenti dal 2024: le cifre e le percentuali per ogni fascia. Via all’anticipo del conguaglio

Firmato il decreto che fissa la percentuale di rivalutazione provvisoria per il 2024 come nuovo un adeguamento all’inflazione: ecco cosa cambia nel dettaglio

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Dopo la conferma del conguaglio della perequazione delle pensioni 2023, è arrivata anche quella della percentuale della perequazione 2024. Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, di concerto con la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone, ha firmato il decreto che dispone, a partire dall’1 gennaio 2024, un adeguamento delle pensioni all’inflazione del 2023 pari al +5,4%.

Nessuna novità quindi per il conguaglio 2023 pari allo 0,8% della pensione, la percentuale di adeguamento all’inflazione del 2022 (pari all’8,1% secondo l’Istat) rimasta fuori dall’aumento del 7,3% applicato lo scorso gennaio. Infatti il conguaglio, in via eccezionale, è stato anticipato a dicembre invece di essere inserito nella perequazione dell’anno successivo (cioè il 2024) come al solito.

Già questo mese (dicembre 2023) i pensionati troveranno un assegno dal valore più elevato, anche grazie agli arretrati delle mensilità del 2023. Bisogna però tenere a mente che l’aumento dello 0,8% verrà applicato non alla cifra percepita a novembre, ma a quella di dicembre 2022, in quanto la rivalutazione fa riferimento all’inflazione di quell’anno.

Infine, non bisogna dimenticare che, nel caso delle pensioni minime, l’aumento viene applicato al netto dell'ulteriore incremento stabilito dalla scorsa finanziaria ed applicato a partire dallo scorso luglio, quando tali pensioni avevano subito un’ulteriore crescita pari all’1,5%, o al 6,4% per i soggetti con età pari o superiore a 75 anni.

Adesso, invece, sono arrivate conferme anche per quanto riguarda la perequazione delle pensioni per il 2024. Stando ai dati Istat rilevati al 7 novembre, l’aumento dei prezzi al consumo, nel corso del 2023, sarebbe infatti pari al 5,4%. Di conseguenza, questa sarà la percentuale di incremento dei trattamenti pensionistici applicata a partire dal prossimo gennaio, con variazioni in base al valore dell’assegno pensionistico. La rivalutazione al 100% verrà infatti applicata solo alle pensioni di valore pari o inferiore a quattro volte quella minima, ovvero fino ad un valore di 2.271,74 euro al mese.

Per quelle tra quattro e cinque volte il minimo (2.839,68 euro/mese) l’aumento viene applicato solo all’85%, quindi la pensione avrà un aumento del 4,59%. Per quelle tra cinque e sei volte il minimo (3407,61 euro/mese) l’aumento arriverà nella misura del 53% dell’aliquota di perequazione, e sarà quindi del 2,862%.

Per quelle da sei ad otto volte il minimo (4.543,49 euro/mese) la perequazione sarà applicata al 47%, cioè nella misura del 2,538%. Quelle tra otto e dieci volte il minimo (5.679,36 euro/mese) subiranno una rivalutazione al 37%, cioè pari all’1,998% del valore dell’assegno. L’unica novità nelle fasce di perequazione delle pensioni riguarda le pensioni più elevate, quelle superiori a dieci volte il minimo, che dal prossimo anno vedranno applicata una rivalutazione del 22% dell’aumento dei prezzi al consumo rilevato dall’ISTAT, invece che del 32% come lo scorso anno. Per i percettori di questi trattamenti pensionistici l’aumento di gennaio sarà pari all’1.188% dell’assegno.

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