Il Tirreno

Prato

La storia

A Prato il primo matrimonio per procura: c’è uno storico film dietro al sì che lega due continenti

La legale
La legale

L’avvocato Grasso rivela: «La pellicola mi ha acceso una lampadina, così ho cercato di capire se l’istituto fosse applicabile»

3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. «Pochi giorni prima avevo visto il film con protagonisti Alberto Sordi e Claudia Cardinale dal titolo “Bello, onesto, emigrato Australia, sposerebbe compaesana illibata” e da lì mi è scattata la scintilla per verificare se il matrimonio per procura fosse ancora in vigore e fosse applicabile al mio cliente»: è stato proprio il film di Luigi Zampa del 1971 che ha permesso all’avvocato Marina Grasso di far celebrare a Prato il primo matrimonio per procura, così come previsto dall’articolo 111 del codice civile.

La storia

A sposarsi è stato un trentenne nigeriano al quale era stato rilasciato nel 2019, appena sbarcato in Italia, lo status di rifugiato politico direttamente dalla commissione territoriale che aveva esaminato la sua posizione. Si trattava di un caso evidente di perseguitato nel suo Paese, cosa che gli ha permesso di avere il titolo di viaggio, cioè un passaporto internazionale con cui ha potuto integrarsi in Italia con maggiore facilità rispetto ai profughi suoi connazionali. Il trentenne, oggi operaio tessile, si è integrato nella realtà pratese e nel 2023 si è rivolto all’avvocatessa Grasso per avere un consiglio su come far arrivare in Italia legalmente la sua fidanzata, lasciata in Nigeria, e che era nell’impossibilità di ottenere un permesso di soggiorno o un visto anche solo per turismo per poterlo raggiungere.

Il film

«Il film di Zampa mi ha acceso una lampadina, e così ho cercato di capire se l’istituto del matrimonio per procura utilizzato da molti italiani emigrati nel secondo dopoguerra, fosse applicabile anche per questo caso del mio cliente che nel frattempo ha ottenuto un permesso di lungo periodo valido per dieci anni – dice l’avvocato Marina Grasso – ed ho scoperto che era possibile anche se le prove burocratiche da superare erano enormi».

L’iter

Così parte il primo iter con la fidanzata che davanti all’Alta Corte di Lagos ha chiesto la procura a sposarsi col suo fidanzato in Italia. La procura è stata tradotta in Italiano e consegnata all’Ambasciata d’Italia in Nigeria. «Da quel momento sono cominciati a decorrere i sei mesi entro i quali la procedura deve concludersi ed è iniziata per noi la corsa contro il tempo – racconta l’avvocato Grasso – dopo circa un mese la procura tradotta è arrivata in Italia e ho presentato il ricorso in Tribunale affinché la esaminasse e autorizzasse il matrimonio per procura». «E anche il giudice si è meravigliato di questo atto, perché non è mai stato fatto prima – dice divertita la legale – ma dopo aver esaminato tutto in maniera scrupolosa, ha autorizzato. Ho poi dovuto affrontare le perplessità del personale dello Stato civile anche loro messi di fronte a un istituto mai praticato in passato. E per farli decidere nel dare esecuzione al provvedimento autorizzato dal tribunale è stato necessario anche un parere favorevole della prefettura».

Sono state fatte così le pubblicazioni e una connazionale dello sposo si è prestata a rappresentare la sposa che era in Nigeria nella cerimonia del matrimonio davanti all’ufficiale di stato civile. «Il matrimonio per procura si è celebrato giusto un giorno prima della scadenza dei termini – conclude l’avvocato Marina Grasso – E di questo devo ringraziare il personale dello Stato civile del comune di Prato che, dopo un momento di perplessità iniziale, si è poi adoperato al massimo per far realizzare il sogno di amore e di vita del mio cliente e della sua fidanzata e ora moglie».

Primo piano
Incidente

Piombino, esplosione in un appartamento: grave una donna

Sani e Belli