Frana sul Candia, l’agriturismo che ora rischia l’isolamento: «Clienti in fuga»
La struttura è raggiungibile soltanto sullo sterrato, l’appello dei titolari: «Servono soluzioni immediate, basta parole»
MASSA. La prima frana c’è stata a fine febbraio. Già allora la parte alta di via del Candia era stata chiusa. «Ma riguardava pochi, quindi, come si dice, non ha fatto molto scalpore». Poi però una seconda frana (che in realtà sono più frane) ad aprile ha isolato mezzo Candia «e allora qualcuno ha iniziato a muoversi», spiega Paolo Franco Giusti, titolare dell’agriturismo Alle Vigne e dell’omonima azienda vinicola. Cinquantasette anni tutti passati nel Candia, da 37 è a capo dell’attività avviata negli anni Sessanta dalla madre. All’epoca era solo un ristorante. «Poi ho voluto unire la cultura dell’uva e del vino alla ristorazione», racconta.
Il racconto
Dalla seconda frana, appunto, qualcuno si è mosso, ma per il momento senza risultati. Via dell’uva è ancora chiusa e l’unica strada alternativa per arrivare alla sua attività, la più in alto e la più isolata del Candia, è una strada sterrata «con così tante buche che si rischia di forare una gomma». Le disdette non sono mancate, soprattutto sotto Pasqua, e ora la preoccupazione va all’estate. «Ci troviamo nella parte più a nord della frana che ha colpito la zona, e da allora l’accesso principale – racconta – è completamente interrotto. Per raggiungere l’agriturismo, siamo costretti a usare una strada secondaria, a Romagnano, passando dalla vecchia cementeria. È un percorso sterrato, stretto e decisamente poco agevole. Chi non è del posto fatica a trovarlo o si scoraggia a percorrerlo, soprattutto se guida auto grandi. Non è una strada pensata per sostenere il traffico di un’attività turistica e agricola come la nostra».
Con l’arrivo della bella stagione e dei turisti, dice, «siamo molto preoccupati. Alcuni clienti ci chiamano per chiedere informazioni, altri si perdono o tornano indietro senza nemmeno avvisare. Su Google Maps abbiamo segnalato l’interruzione. Le conseguenze sono già evidenti: abbiamo ricevuto disdette e il calo di prenotazioni si fa sentire, soprattutto da parte di chi veniva da fuori o non ci conosceva ancora. Per ora ci sosteniamo grazie ai clienti affezionati, che con pazienza ci raggiungono comunque, ma non sappiamo per quanto potrà durare».
La strada alternativa consortile è, anche quella, in condizioni disastrose. Non è percorribile se non con un fuoristrada. «Con il presidente del consorzio stiamo cercando una soluzione: una semplice spianata e una ricarica di materiale potrebbero renderla transitabile e rappresentare un’alternativa in caso di emergenza – spiega Giusti -. L’isolamento è un rischio serio: se servissero ambulanze o vigili del fuoco, oggi non riuscirebbero nemmeno ad arrivare. Serve un intervento urgente e concreto, non solo parole».