Subaffitta l’appartamento a 2mila euro: «Così è diventata la casa della prostituzione». Tutto nasce da un video sui social
L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile e coordinata dalla Procura di Prato: sequestrati anche oltre 70mila euro in contanti
PRATO. Un appartamento di Prato, al piano terra di un condominio, è stato sottoposto a sequestro preventivo nell’ambito di un’indagine sullo sfruttamento della prostituzione, condotta dalla squadra mobile pratese e coordinata dalla procura della città toscana. Sequestrati anche oltre 70mila euro in contanti.
L’appartamento
L’immobile, oggetto del provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale, su richiesta della procura, era stato utilizzato per attività di meretricio da due donne di nazionalità brasiliana, clandestine sul territorio nazionale, per un periodo compreso tra il 1° settembre 2024 e il 24 novembre 2025.
La Procura
In una nota la procura spiega che l’appartamento veniva concesso in sublocazione da un quarantenne italiano, che percepiva un canone mensile complessivo di 2.000 euro, superiore al valore di mercato. L’uomo è accusato di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le indagini, avviate a seguito di una denuncia della proprietaria dell’immobile e di un video pubblicato su Facebook, hanno portato al rinvenimento nell’appartamento di numerosi preservativi e di un dildo di gomma, oltre a sim card, telefoni cellulari e documenti d’identità intestati a più persone, trovati in un’altra abitazione riconducibile all’indagato. È stata inoltre individuata una giovane donna sudamericana di 23 anni, residente in Spagna, che gestiva un altro immobile a Pistoia adibito anch’esso a luogo di prostituzione.
L’indagato era già stato condannato in primo grado nel gennaio 2021 per il medesimo reato, con un processo in corso d’appello.
«Ecco il contesto»
Nella nota, la procura sottolinea come il risultato ottenuto si inserisca in un più ampio contesto di contrasto al mercato della prostituzione nel territorio pratese, caratterizzato da una complessa rete criminale che coinvolge cittadini di origine cinese, pakistana e italiana, e che si avvale anche di attività illecite quali estorsioni e incendi dolosi.
Tra gli episodi più gravi, il 1° ottobre 2024 si è registrato un incendio doloso di un’auto di proprietà di un cittadino cinese, accompagnato da minacce e intimidazioni legate a contrasti tra gruppi criminali. Le indagini, coordinate dalla Procura e affidate alla Squadra Mobile della Questura di Prato, hanno portato alla conclusione delle indagini preliminari per dieci indagati, con richieste di giudizio immediato per tre di loro, accusati di estorsione, danneggiamento mediante incendio e sfruttamento della prostituzione.
.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=ec2c053)