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Violenza sulle donne

Il 25 novembre tra la gioia del compleanno e l’impegno contro i femminicidi: il racconto di una studentessa

di Matilde Mosi (*)
Il 25 novembre tra la gioia del compleanno e l’impegno contro i femminicidi: il racconto di una studentessa

La riflessione di una sedicenne che frequenta il liceo XXV Aprile di Pontedera: «Questa giornata ha sempre avuto per me un duplice significato: da un lato la festa e l’affetto dei miei cari; dall’altro la riflessione sul dolore»

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Sono nata il 25 novembre. Fin da bambina ho appreso l’importanza di questa data, in quanto Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ha sempre avuto per me un duplice significato: da un lato, la festa e l’affetto dei miei cari per la celebrazione del mio compleanno; dall’altro la solennità e il profondo dolore provocato dal ricordo dei femminicidi.

Con il passare degli anni, questa coincidenza di data, non mi è più sembrata un caso, ma una responsabilità. Non posso festeggiare il mio compleanno ignorando il fatto che milioni di persone in tutto il mondo commemorano le vittime della violenza altrui. Vorrei che non ci fosse solo indignazione di fronte a queste notizie, ma vorrei che ognuno agisse al fine di limitare certe tragedie. Occorre educare alla parità di genere fin dall’infanzia, abbattere gli stereotipi di genere radicati nella società e denunciare qualsiasi forma di abuso.

La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo dell’assassinio delle 3 sorelle Mirabal, le "mariposas", deportate, torturate e uccise dai sicari di Trujillo il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana, poiché si opposero alla sua dittatura. La loro storia è solo uno dei tanti episodi di violenza di genere, non un ricordo lontano del passato, ma una piaga quotidiana. Il contrasto alla violenza di genere è simboleggiato dal colore rosso, uno dei colori da me preferiti.

L’idea venne all’artista messicana Elina Chauvet che nel 2009, mio anno di nascita, posizionò nella piazza della città di Ciudad Juarez 33 paia di scarpe femminili, tutte diverse ma tutte di colore rosso, per ricordare il vuoto lasciato dalle donne vittime di violenza, tra le quali sua sorella, assassinata dal marito a 20 anni. Ad ogni compleanno il mio augurio è sempre lo stesso: che presto arrivi il giorno in cui il 25 novembre sarà solo una ricorrenza storica, un ricordo di un’ingiustizia passata ormai sconfitta, e non un’amara attualità.

(*) Studentessa di 16 anni del liceo XXV Aprile di Pontedera

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