Il Tirreno

L’operazione

Cecina, donna con due vagine e due uteri operata: l’intervento raro in ospedale

di Ilenia Reali

	L'ospedale di Cecina, la dottoressa Letizia Franceschi e il dottor Stefano Masoni
L'ospedale di Cecina, la dottoressa Letizia Franceschi e il dottor Stefano Masoni

A 22 anni la ginecologa ha deciso di operarla per ridurre i rischi di aborto e di parto complicato per un’eventuale gravidanza

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CECINA. Era nata con un apparato riproduttivo doppio. Un intero setto genitale, con utero e vagina, diviso a metà. «Di fatto la ragazza aveva due emicavità uterine, due cervici e due emivagine. Una situazione rarissima che non avevo mai visto, con le caratteristiche di questo caso, in oltre trent’anni di attività», dice Stefano Masoni, direttore dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Cecina e presente in sala operatoria mentre la collega Letizia Freschi interveniva per ricreare un unico apparato genitale.

Attività sessuale e gravidanza

Ventidue anni, di Massa Marittima, la paziente non aveva problemi pratici: la sua attività sessuale era regolare e avrebbe potuto sostenere anche una gravidanza seppur con qualche difficoltà in più. Ma è proprio per ridurre i rischi di aborto e di un probabile parto complicato che, con la sua ginecologa – la dottoressa Freschi appunto – ha deciso di sottoporsi al complesso e raro intervento chirurgico a Cecina dove la ginecologa è responsabile dell’ambulatorio di isteroscopia.

«Grazie a un laborioso intervento durato quasi due ore – fanno sapere dall’Asl Nord Ovest – la dottoressa Letizia Freschi è riuscita a eliminare il setto che divideva le due parti di utero e vagina, consentendo così alla donna di avere un’unica vagina e un’unica cavità uterina, con la possibilità di gestire più tranquillamente una futura gravidanza».

«Ho assistito all’intervento che Freschi ha eseguito magistralmente», interviene il direttore Masoni. «Non sono rari i casi di setti parziali ma è la prima volta che ho potuto osservare un setto totale di questa portata. Data la rarità abbiamo anche filmato le fasi salienti dell’intervento per illustrarlo a un prossimo congresso. Sono soddisfatto per questo risultato che conferma la validità dei miei collaboratori e in particolare della dottoressa Freschi non solo in campo ostetrico ma anche in ambito ginecologico e chirurgico, dove per esempio grazie alla tecnica del linfonodo sentinella abbiamo già affrontato diversi casi oncologici».

Perché è un caso raro

Un caso, quello su cui si è intervenuti all’ospedale di Cecina, raro per l’estensione della malformazione ma non rarissimo per la tipologia. «Capita spesso – spiega Masoni – quando facciamo l’isteroscopia di trovare pazienti che hanno un doppio utero nella parte superiore. In questo caso invece la divisione era completa, le parti erano due: semplicemente più piccole. Accade perché i dotti di Muller, strutture che appaiono in entrambi i sessi durante lo sviluppo embrionale, non si sono ben formati. La situazione della giovane donna avrebbe quindi reso possibile una gravidanza ma con un impianto più complicato, con un aumento del rischio di aborto e anche di un parto prematuro senza considerare la complessità di un eventuale parto per le dimensioni ridotte».

L’intervento chirurgico

È stato sempre Masoni a entrare nel dettaglio dell’intervento chirurgico. «La difficoltà sta nel tagliare la parete divisoria avendo la sicurezza che dall’altra parte ci siano gli spazi giusti per farlo. Abbiamo quindi gonfiato con un palloncino una delle due parti e utilizzando un isteroscopio e delle forbici più piccole, grazie al controllo dell’ecografo, effettuato il taglio. Di fatto i tempi lunghi sono legati alla preparazione e al controllo passo dopo passo non all’intervento in se stesso».

I tempi di recupero sono brevi, addirittura brevissimi. «Abbiamo messo dei punti ma solo per limitare il sanguinamento – aggiunge il direttore – e in 15 giorni dovrebbe essere tutto a posto. La ragazza potrà riprendere ad avere rapporti già dopo un mese e tra un paio di mesi faremo ulteriori accertamenti per verificare che non ci siano aderenze e che tutto sia perfettamente riuscito».  

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