Viareggio, cadavere lungo la ferrovia: chi è la vittima e le ipotesi sulla morte
Davide Viola, 43 anni, è stato trovato nei pressi della stazione. La polizia non esclude alcuna ipotesi
VIAREGGIO. Quasi otto ore di rilievi e indagini sul luogo del ritrovamento, con l’intervento congiunto sia dell’equipe di medicina legale di Pisa sia della polizia scientifica fino ai più alti livelli regionali del dipartimento. Alla fine, però, i dubbi sulla morte di Davide Viola, 43enne nato a Palermo ma conosciuto sia a Viareggio che a Camaiore (dove ha vissuto fino a pochi anni fa) restano tutti: l’uomo è morto perché investito dal treno, o sono altre le cause del decesso?
Un mistero ancora tutto da risolvere, tanto che la Procura di Lucca – su richiesta del pubblico ministero di turno, Vito Bertoni – ha disposto subito un ulteriore esame esterno sul corpo presso l’obitorio dell’ospedale Versilia e ha inoltre fissato per mercoledì mattina l’autopsia.
Il ritrovamento
Sono le 10,30 circa di domenica 26 ottobre quando una donna, uscendo sul balcone del suo appartamento in un condominio che si affaccia su via Antonio Cei, nota qualcosa di strano dall’altra parte della ferrovia, tra i binari e il muretto che costeggia via Monte Gabberi e il sottopasso pedonale. Spaventata, chiama subito il 112: i suoi occhi non la ingannano, si tratta di un cadavere. Per la precisione, il corpo di Davide Viola, in uno stato di decomposizione già avanzato ma comunque integro.
Da un primo esame della polizia scientifica, il 43enne sarebbe morto da almeno 48 ore, e comunque il decesso sarebbe ascrivibile agli ultimi giorni (tra i 2 e i 5 giorni, secondo le prime indiscrezioni). Viene da chiedersi, nonostante l’erba alta, come sia possibile che nessuno – né dai palazzi che sorgono lungo via Cei né dai treni in transito – si sia accorto di un cadavere a un paio di metri dalla linea ferroviaria. Ma tant’è: una spiegazione potrebbe essere data dal maltempo degli ultimi giorni, dal fatto che nessuno si sia più affacciato da quelle finestre da cui si gode di una visuale perfetta sul luogo del ritrovamento.
Questo è comunque solo il primo dei misteri che aleggiano sul cadavere del 43enne. Tant’è che subito dopo l’esame iniziale del personale del 118 la polizia ferroviaria e la polizia scientifica prendono in mano le redini delle indagini. E quell’area a un centinaio di metri dalla stazione ferroviaria diventa teatro di un andirivieni infinito di agenti, medici legali, e forze dell’ordine. Una vera e propria scena da serie crime americana.
Le ipotesi
Ad accendere il giallo sono le ferite rilevate sul corpo: alcune interessano il fianco e il braccio sinistro, altre (le più gravi) il cranio. Ma il cadavere è, come detto, integro. E nelle immediate vicinanze del cadavere gli agenti della scientifica avrebbero rilevato tracce di sangue più o meno evidenti. Mentre più a lungo – con anche prelievi di terriccio su cui verranno svolte le analisi del caso – si è protratta nell’area circostante la ricerca di un punto d’impatto, una traccia chiara di uno scontro tra Viola e uno dei convogli in transito. Un’impresa tutt’altro che facile, specie per la pioggia caduta nei giorni scorsi.
L’ipotesi più plausibile, secondo gli inquirenti, resta comunque quella dell’investimento da parte di un treno. Il 43enne – questa la ricostruzione – avrebbe camminato lungo il binario quando un convoglio in transito l’avrebbe colpito lateralmente, sbalzandolo via e, probabilmente, provocandogli le ferite alla testa.
Ma chi indaga vuole vederci chiaro e avere tutte le certezze del caso prima di confermare questo scenario scartando altre possibilità. Tant’è che gli inquirenti non escludono, al momento, che la morte di Viola – che, negli ultimi tempi, lavorava insieme al padre nell’impresa di famiglia, un’azienda conosciuta e ben inserita nel mondo della nautica viareggina – possa avere anche un’origine violenta.
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