Il Tirreno

Pistoia

La disavventura

Precipita con l’auto per trenta metri, il cacciatore: «Colpito dai cervi, vivo per un soffio»

di Giancarlo Fioretti

	I soccorsi e l'auto nella scarpata
I soccorsi e l'auto nella scarpata

Il racconto dell’80enne su quanto accaduto nei boschi di Tobbiana, in provincia di Pistoia

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PISTOIA. Alle cinque del mattino stava andando al suo capanno di caccia, nei boschi di Montale, quando due cervi sono sbucati fuori dal pendio e, a cornate, hanno spinto l'auto sulla quale viaggiava in fondo a una scarpata di trenta metri, come racconta lui stesso. È quanto successo a Gianfranco Luconi, 80 anni, esperto cacciatore di Agliana che peraltro conosce quelle zone come le sue tasche avendole frequentate sin da ragazzo, come spiega al Tirreno.

L'anziano si era svegliato prima dell’alba per dirigersi al suo luogo di appostamento fisso, che contava di raggiungere intorno alle cinque. Più o meno a quell'ora inizia a rischiarare e gli esperti cacciatori come il signor Luconi ben sanno che il momento migliore per dar sfogo alla loro passione è proprio questo.

Due enormi cervi

«Una volta lasciato alle spalle l'abitato di Tobbiana – racconta – ho continuato a percorrere la strada che sale addentrandosi nel bosco. A un certo punto, come faccio da anni, ho svoltato a sinistra, addentrandomi in una fitta macchia. Dopo aver percorso a velocità moderata almeno un paio di chilometri in questo sentiero stretto e sterrato, ho sterzato leggermente per affrontare il tracciato che svoltava a destra quando, dietro la curva, mi si è parata davanti una scena che mi ha lasciato di stucco e spaventato».

«Due immensi cervi stavano infatti scendendo il pendio che dal bosco arriva verso la strada – va avanti il cacciatore – e, appena hanno affiancato l’auto, forse presi dalla paura, l'hanno colpita con le loro corna mandandomi fuori strada. La vettura, del tutto fuori controllo, ha sbandato sulla sinistra e sono precipitato per un pendio di oltre 30 metri terminando la corsa tra rovi e frasche. Nel precipitare nel vallone sottostante, l’auto si è ribaltata più volte e sono stato sbalzato fuori dall'abitacolo».

"Il miracolo”

Fortunatamente per lui può raccontare l’avventura, il mezzo non ha preso fuoco e neppure lo ha schiacciato. L’ottantenne, praticamente illeso, è rimasto incastrato con una caviglia nei rottami della sua auto, in quello che restava del volante. Solo questo gli ha impedito di muoversi perché per il resto, come detto, non ha subito né fratture né altre ferite che ne potevano compromettere la mobilità.

Inoltre, il telefono cellulare che l'uomo fortunatamente portava con se non è sbalzato fuori dal finestrino finendo chissà dove, ma è rimasto all’interno della vettura, questo ha permesso all’anziano di chiamare amici e conoscenti per chiedere aiuto. A contribuire però in maniera decisiva al lieto fine dell'intera vicenda è stata la copertura di rete che in quella zona è presente mentre, poche decine di metri più su, non lo è più. Qualora l'uomo si fosse trovato a precipitare con la sua auto in un “cono d'ombra”, probabilmente per lui le conseguenze sarebbero state sicuramente peggiori.

«Vivo per un soffio»

Rimasto infatti vedovo da alcuni anni, Gianfranco Luconi ha un solo figlio che però vive lontano da Agliana e, di conseguenza, ha ritenuto opportuno far leva sulla sua fitta rete di amicizie per poter essere tirato fuori dalla scarpata nella quale era finito. Sono stati infatti i suoi amici ad allertare i soccorsi che, già prima delle sei di ieri mattina, erano nel luogo dove l'uomo aveva segnalato la sua presenza. In suo aiuto sono arrivati i vigili del fuoco dal comando di Pistoia che, grazie alla loro perizia, hanno provveduto a disincagliare il ferito e ad affidarlo alle cure della squadra di soccorso della Misericordia di Montale, giunta contemporaneamente nella boscaglia. Un mezzo dei vigili del fuoco ha provveduto poi a recuperare l'auto.

Gianfranco Luconi è stato subito medicato sul posto e poi trasportato al pronto soccorso dell'ospedale San Jacopo dove è stato ricoverato in codice giallo per essere dimesso poi già alla fine della mattinata di ieri. «Ho avuto tantissima paura – prosegue il cacciatore – perché in sessantadue anni che vado a caccia non mi era mai capitato un episodio del genere. I cervi, come del resto gli altri animali selvatici, quando avvertono il contatto con l'uomo tendono a scappare. Questa volta però non è stato così, forse perché con loro si trovavano dei cuccioli oppure perché non hanno fatto in tempo a evitare la vettura e si sono impauriti, scagliandosi contro di me. Adesso cercherò di dimenticare al più presto quanto mi è accaduto, anche se non sarà facile». 


 

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