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Tragedia a Pietrasanta, gli amici di Adò: «Lo aspettavamo alla partita, abbiamo perso un fratello»

Michele Morabito
Tragedia a Pietrasanta, gli amici di Adò: «Lo aspettavamo alla partita, abbiamo perso un fratello»

Venerdì sera i compagni di squadra aspettavano il cinquattottenne al Campo Pedonese: «Abbiamo sentito le sirene e ci siamo preoccupati, per noi è un giorno tristissimo»

03 luglio 2022
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Marina di Pietrasanta. Doveva essere una delle tante amichevoli estive al Campo Pedonese, dove Adolfo Gabrielli era di casa, essendo stato dopo l’addio anch’esso prematuro di Walter Baglini, altra leggenda del calcio versiliese, allenatore del Tonfano Calcio. Qualche amico ha scritto sui social «salutaci Walter» e sicuramente saranno già lassù a litigare per un calcio d’angolo o una punizione per poi abbracciarsi a fine partita e prendersi in giro. Adolfo era atteso venerdì primo luglio al campo Pedonese dagli amici per la consueta partita tra l’MBteam con cui aveva giocato il campionato Uisp quest’inverno insieme al figlio Tami e una squadra di Terrinca. Due calci al pallone per stare assieme e fare una sudata in compagnia. In moto vestiva già il nuovo completino della squadra perché mancava poco all’inizio e tutti lo aspettavano per portare il completino da portiere al figlio che lo aspettava già al campo.

Doveva essere davvero una serata qualunque: «Lo stavamo aspettando - ricorda Gianluca Bertolucci, presidente dell’MB Team - in panchina per iniziare la partita perché di solito non ritardava mai e sedevo con Tami in attesa che arrivasse. Lo scorso anno Adolfo aveva voluto tesserarsi con noi per potersi allenare e giocare con Tami che è un po’ la nostra mascotte da sempre e che non manca mai alle partite: padre e figlio, sempre insieme, una passione reciproca l’uno per l’altro. Dopo un po’ ho iniziato a preoccuparmi anche perché si è sparsa la voce di un incidente grave sul viale Apua. L’ho chiamato una, due, tre volte e niente. Poi è arrivata la brutta notizia a abbiamo sospeso la partita. Quante partite da avversari o da compagni di squadra: un amico di tutti che se ne va».Sconvolti anche gli avversari della squadra di Terrinca: «Era la classica partita di tutti le settimane: si inizia alle 20. 30 e si va avanti per un’ora e mezzo, con lo spirito di dare il massimo, ma soprattutto di stare assieme. Avevamo saputo dell’incidente ma non avremmo mai pensato che potesse essere lui, perché non ci vuoi credere che capiti proprio ad un amico dei tuoi: poi la notizia che non vuoi mai sentire. È un giorno triste per tutti noi».

Il sindaco di Stazzema Maurizio Verona ha messo sulla sua pagina social un nastro nero per ricordare l’amicizia condivisa sui campi da calcio. Ognuno ha una storia con Adolfo, perché dove rotolava una palla lui c’era. Adolfo ce lo racconta Marco Pardini, testimone di nozze di Adolfo, dieci anni di lavoro assieme alla Baldelloni di Ponte di Tavole, dove Gabrielli sperava presto di concludere la sua carriera lavorativa: una vita assieme, l’amicizia tra le famiglie, le uscite e soprattutto il calcio a fare da anello di congiunzione tra le persone: «Non so quanti tornei e quanti campionati abbiamo giocato assieme - ricorda Marco Pardini -quelli al campo del Col del Cavallo sette contro sette, sull’ansa del fiume prima dell’alluvione, con la squadra di Levigliani, in quella del Ripa allenata dal Checchi con la quale ci siamo tolti belle soddisfazioni. E poi le partite con gli amici il giovedì sera alla Pergolaia, sempre insieme. Non so spiegare la nostra amicizia se non dicendo che con la sua scomparsa perdo un fratello vero, uno di famiglia. Abbiamo condiviso tutto - va avanti trattenendo la commozione - le cose belle e le preoccupazioni, ma c’eravamo un per l’altro. Era tornato ad abitare con la mamma dopo la separazione, ma ci sentivamo sempre. Ora voglio solo vederlo per salutarlo. È un dolore che non si può raccontare. Quando si è sposato mio figlio - ricorda - c’era solo lui dei miei amici perché appunto non era solo un amico era qualcosa di più».Se ne va lasciando l’immagine di un babbo premuroso, orgoglioso del suo ragazzo che cresceva, soddisfatto nell’averlo sempre saputo proteggere.

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