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Europa, niente più stop totale ai motori termici entro il 2035: cosa cambia adesso

(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Il nuovo progetto presentato dalla Commissione Europea: insoddisfatto Emanuele Orsini, presidente di Confindustria

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Forse non è una vera e propria inversione a U, certo è che il nuovo progetto presentato dalla Commissione Europea in tema green deal sull’auto è un cambio di approccio importante. Tanto che, come sempre in queste occasioni si registrano sia commenti positivi che negativi.

Di cosa parliamo

Riepilogando, l’Unione europea rielabora il divieto totale per la vendita dei motori a combustione interna e a partire dal 2035: per i costruttori non sarà più necessario azzerare le emissioni ma ridurle del 90%, permettendo dunque di avere sul mercato anche modelli che non siano 100% elettrici o alimentati a idrogeno.

Lo ha annunciato nei giorni scorsi il vice-presidente della Commissione europea Stéphane Séjourné, presentando il nuovo pacchetto di palazzo Berlyamont relativo all’automotive. La modifica proposta dalla Commissione dell’Unione Europea si situa all’interno della revisione degli standard sulle emissioni di CO2. La proposta dovrà essere ancora oggetto di negoziazione tra Parlamento e Consiglio, permettendo l’utilizzo di crediti utilizzabili su base volontaria da parte delle case automobilistiche per poter compensare il restante 10% di emissioni soggetto a condizioni.

Date e numeri

Fino al 2034 i produttori potranno inoltre usufruire dei cosiddetti supercrediti utili all’inserimento nel mercato di auto elettriche piccole ed economiche prodotte all’interno dell’Unione Europea, di cui una categoria comprenderà veicoli elettrici lunghi fino a 4,2 metri.

La Commissione aggiorna anche l’obiettivo climatico per la categoria dei veicoli pesanti, che dovranno ridurre le emissioni del 40% entro il 2030. All’interno del pacchetto annunciato a Strasburgo si trova anche la parte dell’Omnibus di semplificazione utile a rimuovere gli ostacoli normativi con un risparmio di oltre 700 milioni all’anno. Infine, la Commissione Ue ha annunciato il piano Battery Booster per un valore di 1, 8 miliardi di euro che permetterà di accelerare lo sviluppo di una catena del valore delle batterie prodotta all’interno dell’Unione europea, di questi 1, 5 miliari saranno destinati ai produttori europei di celle per batterie attraverso dei prestiti senza interessi disponibili dal 2026. In attesa di cosa resterà di questo progetto dopo la negoziazione tra Parlamento e Consiglio Europeo si registrano reazioni di diverso tenore.

Le reazioni

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad esempio commenta: «Prendiamo atto con soddisfazione che gli sforzi profusi dal nostro Governo negli ultimi mesi hanno portato ad aprire una breccia nel muro del dogmatismo green, che ha caratterizzato gli ultimi anni. Ben vengano dunque i passi in avanti in termini di maggiore flessibilità per i costruttori di veicoli pesanti, ben venga la rinnovata spinta per un’alleanza europea sulle batterie, ben venga l’esclusione dei veicoli pesanti e delle piccole e medie imprese, nonché i target nazionali e non più aziendali nel provvedimento sulle flotte aziendali verdi, e ben vengano il superamento del tutto elettrico per auto e furgoni al 2035, nonché l’affermazione del principio di neutralità tecnologica».

Tra i produttori di auto Stellantis si mostra più tiepida: «Prendiamo atto dell’annuncio della Commissione Europea. Il pacchetto presentato riconosce che l’attuale quadro normativo non è adeguato allo scopo di una transizione energetica che sostenga un’industria automobilistica dinamica europea. Purtroppo, le proposte non affrontano in modo significativo le questioni che il settore sta affrontando in questo momento».

Si mostra insoddisfatto anche Emanuele Orsini, presidente di Confindustria: «Sull’auto l’Europa ha fatto una “mezza svolta” ma è troppo poco. Noi con una mezza curva facciamo gli incidenti. Non ci servono: quando si va in strada o si fa la curva o si va dritti». Il presidente sottolinea come in Europa «fanno delle mezze cose tutte le volte. Ma la verità è che con le mezze cose non si pianifica. Allora bisogna che la smettano».

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