Il Tirreno

Grosseto

La storia

Nasce all’ingresso della sala parto, dopo la corsa in ambulanza da Massa Marittima all’ospedale di Grosseto – Il racconto

di Matteo Scardigli
L'ambulanza dell'associazione
L'ambulanza dell'associazione

Una notte da ricordare per l’operatrice dell’associazione di misericordia-Anpas: «La foto di quella bimba appesa nella nostra sede ci dà nuova forza per lavorare»

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MASSA MARITTIMA. C’è una foto appuntata sulla tabella delle comunicazioni dell’associazione di misericordia della Città del Balestro tra le comunicazioni di servizio: una bambina appena venuta al mondo in una notte da ricordare.

L’orologio ha battuto da poco l’ultimo dei rintocchi che separano venerdì 26 dalla giornata di ieri, 27 dicembre, quando al primo piano della palazzina di via Ximenes squilla il telefono. La veterana Simonetta Galeotti è in branda quando il collega Alberto Matozzi la “butta giù”: c’è una donna al pronto soccorso che sta per partorire. Si va, che sul resto ci si aggiorna mentre ci si precipita per le scale: un paio minuti e sono all’ospedale Sant’Andrea.

La paziente era stata portata al presidio poco prima e affidata alle cure del personale sanitario. Ha le doglie, manca poco e c’è da fare in fretta. Viene fatta adagiare sulla barella, caricata sull’ambulanza, e via a sirene spiegate. Direzione ospedale Misericordia, dove la sala è già stata allertata.

Il racconto di quei minuti

«In base alle informazioni sapevamo solo l’età della donna e il fatto che aveva già avuto altri figli, il che ci dava una tempistica ancora più stringente», racconta l’operatrice, che in 21 anni di carriera nell’associazione (a cui oggi, pensionata, dedica tutto il tempo che può), confessa, non aveva mai vissuto un’esperienza simile: «Abbiamo accompagnato tante pazienti nelle sue stesse condizioni ma mai con così tanta urgenza. Ho provato ansia e paura perché comunque non è facile gestire tutto quello in uno spazio ristretto e affollato, ma – confessa, anche per esorcizzare – meglio accompagnare una partoriente che una persona con un infarto».

La donna è monitorata attimo per attimo mentre il mezzo di soccorso corre nella notte. «Quando siamo arrivati all’altezza di Scarlino le contrazioni si sono fatte più ravvicinate e quindi si è reso necessario organizzare un rendez-vous con l’automedica», racconta ancora Galeotti. Salgono il dottor Robusto Biagioni e l’infermiera Eleonora Scotti e via di nuovo. «La paziente è stata visitata che eravamo all’altezza di Braccagni o giù di lì: la testina (non sapevamo ancora se di una femminuccia o di un maschietto) era già visibile».

«Giusto in tempo»

L’ambulanza arriva in via Senese e tutti di corsa verso l’ascensore, con il pulsante premuto a raffica finché la cabina non incomincia a salire. Quando le porte si aprono l’ostetrica è lì davanti che li aspetta, con il dottore pronto a intervenire. Giusto in tempo. A pochi passi dalla sala parto nasce una bambina, accolta nel mondo tra le migliori cure al termine di un’avventura frenetica.

La foto

«Abbiamo aspettato che la mamma si riprendesse un poco. Ci siamo assicurati che stesse bene e poi le abbiamo il permesso di scattare una foto della sua piccola e lei ha detto di sì, quindi dopo i saluti siamo andati via», racconta ancora Simonetta Galeotti, che oggi quella foto l’ha appuntata lì in mezzo a quei fogli “grigi” con gli ordini di servizio, i promemoria e i turni: «Con la sala parto a Grosseto lì sopra non ci sono altre immagini di bambini: ne era nato un altro a Massa Marittima, tempo fa, ma questa è l’unica foto. Per noi quella piccola è come fosse venuta al mondo nella Città del Balestro, e guardare il suo viso oggi ci dà rinnovata forza per fare quello che facciamo ogni giorno». 

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