Il Tirreno

Toscana

L'analisi

Regionali in Toscana, gli effetti del voto nei territori tra nuovi equilibri e probabili rimpasti

di Francesco Paletti e Francesca Ferri

	Da sx Diego Petrucci (foto Stick), Serena Bulleri e Francesco Persiani
Da sx Diego Petrucci (foto Stick), Serena Bulleri e Francesco Persiani

Il crollo della Lega ha delle ripercussioni da Massa al Pisano, l’exploit di Forza Italia cambia le carte a Grosseto

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Martedì a Milano, nella storica sede di via Bellerio, ci sarà il primo rendez-vous interno alla Lega. È convocato il consiglio federale, cosa che non accadeva da più di un anno, e all’ordine del giorno c’è soprattutto l’analisi del voto in Toscana. Partecipa anche l’eurodeputata toscana Susanna Ceccardi ed è improbabile che proprio lei, da sempre critica sull’operazione Vannacci, non alzi la mano per dire la sua. Sul tavolo, però, c’è anche la leadership del Carroccio e, forse, pure il futuro prossimo del partito. Non solo nel Granducato, ma della Lega tutta, che rischia di sgretolarsi sotto i colpi pesantissimi subiti domenica e lunedì.

Versilia

In Toscana è, ormai, guerra aperta. Due giorni fa da Viareggio ha tuonato Massimiliano Baldini, ex consigliere regionale, ma anche l’unico leghista rimasto nelle istituzioni della capitale della Versilia, dato che è il solo rappresentante in consiglio comunale non ancora uscito dal Carroccio. «Si è permesso a Vannacci, neofita della politica, di distruggere la Lega Toscana e il suo numeroso e prestigioso gruppo consiliare confezionando liste elettorali “al contrario”». Altrettanto duri i commenti del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e pure del presidente della Lombardia Attilio Fontana.

Dunque la Toscana potrebbe costare la leadership a Salvini? Chi lo conosce ed è addentro alle dinamiche leghiste giura di no. «Per un motivo semplice: si sta preparando a scaricare il generale» dicono. E anche Vannacci sarebbe pronto ad andarsene per fondare un proprio movimento politico con i seguaci dei 150 “team Vannacci” fondati in questi mesi. C’è anche chi giura che potrebbe nascere un gruppo parlamentare perché esisterebbe già, sia alla Camera che al Senato, un manipolo di fedelissimi pronti a seguirlo, tra cui alcuni toscani come Andrea Barabotti, Elisa Montemagni e Edoardo Ziello. Il voto toscano, insomma, ha fatto scoppiare il pandemonio.

Massa

In attesa di capire gli effetti a livello nazionale, ce ne sono sul locale. A Massa il crollo al 6% della Lega, partito che esprime il sindaco Francesco Persiani, e l’ascesa di Fratelli d’Italia a oltre il 24%,rende sempre più vicino il rimpasto in giunta, di cui si parla da mesi. Uno strumento anche per costruire una coalizione forte poiché i partiti di centrodestra si fermano al 41% contro il 53% del centrosinistra.

Pisa

Al di là della Lega, le fibrillazioni attraversano tutto il centrodestra. Emblematico, al riguardo, il caso di Pisa dove nei giorni scorsi Diego Petrucci, uomo forte di Meloni sulla costa, ha sparato a zero sul sindaco Michele Conti, ex leghista, ma anche ex An e amico di vecchia data del consigliere regionale di FdI: «Il primo cittadino e la sua giunta, in questa campagna elettorale, hanno fatto i turisti e questo non va bene perché poi arrivano questi risultati, una débacle assoluta» ha detto con riferimento all’esito nel capoluogo pensando anche alle amministrative del 2028. Conti, che poco prima delle elezioni era stato attaccato anche dal deputato Ziello, non ha voluto replicare. Anche se nella destra toscana il peso di Petrucci è destinato a lievitare, soprattutto se Alessandro Tomasi, ex sfidante di Giani, dovesse abdicare dal ruolo di guida dell’opposizione in consiglio regionale. E la cosa potrebbe già avere un impatto sulle amministrative della prossima primavera.

Cascina

Amministrative che riguarderanno anche Cascina, secondo comune del Pisano. La coalizione di centrosinistra riproporrà il sindaco uscente Michelangelo Betti ma a destra Petrucci potrebbe spingere per Serena Bulleri di FdI. Uno scorno per la Lega che, proprio da lì con la vittoria di Susanna Ceccardi nel 2016, fece partire il recupero della destra nella Toscana rossa. E forse anche un ulteriore beffa per Elena Meini, cascinese doc, che è anche la candidata leghista che ha raccolto più preferenze alle regionali, ma non è stata eletta per effetto del “listino bloccato” di Vannacci.

Grosseto

A Grosseto è invece Forza Italia a sparigliare le carte nel centrodestra. Il balzo degli azzurri dal 5% del 2020 a oltre il 15% (13,5 in provincia) rovina in particolare i piani di FdI. Il deputato Fabrizio Rossi, potente plenipotenziario di FdI nella Toscana del Sud, non ha mai formalmente smentito le sue aspirazioni a diventare primo cittadino del capoluogo maremmano nel 2027. Ora però, ritrovandosi con un alleato molto più forte, dovrà gioco forza scendere a trattative.

Lucca

A sinistra per ora il fuoco cova sotto la cenere. Ma potrebbe divampare presto. Il fronte più a rischio potrebbe essere quello lucchese. Per due ragioni. Una territoriale: complice l’esclusione dell’ex sindaco di Capannori Menesini, il capoluogo e la Piana non hanno alcun consigliere regionale. L’altra è una ragione politica e chiama in ballo Andrea Marcucci: sia Puppa, eletto nella lista del Pd, che Vittorio Salotti, “promosso” con i riformisti, infatti, sono a lui molto vicini. E qualcuno già mormora: «Sarà anche uscito dal Pd, ma le carte continua a darle lui».

Castiglione della Pescaia

Infine il caso di Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto, dove il centrosinistra, che qui governa con la sindaca Elena Nappi del Pd, si è visto sorpassare dal centrodestra 53,41% a 44,13%. Per il Pd e i suoi alleati c’è di che preoccuparsi: Castiglione ha già sperimentato un governo di centrodestra – dal 2001 al 2011 con Monica Faenzi – e un ritorno non è dunque un tabu. 




 

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