Livorno, la Darsena Europa vive un duello fra big
Grimaldi da una parte, Msc di Aponte dall’altra interessati al maxi ampliamento del porto
LIVORNO. È a colpi di istanze di concessione che si decide in queste settimane il futuro della Darsena Europa, il maxi ampliamento a mare del porto di Livorno. Come era accaduto per il Terminal Darsena Toscana, al momento il principale terminal contenitori dello scalo, sulle banchine sta andando in scena un duello senza esclusione di colpi tra la partenopea Grimaldi, la multinazionale specializzata nel traffico ro-ro, e Msc, il principale operatore cargo al mondo.
Il colosso italo-svizzero di Gianluigi Aponte, in partnership con il gruppo Neri e con Lorenzini & C, è al lavoro per presentare all’Autorità portuale un’istanza di concessione di tutta la Darsena: è l’attesissima contromossa, dopo che in primavera a farsi avanti con un’offerta ufficiale da quasi 200 milioni, ma per mezza piattaforma, è stata Grimaldi.
Radio banchina racconta che il project che porta la firma dei tre big – Aponte, Neri e Lorenzini – inizialmente atteso per fine settembre, sarà presentato entro la prima metà di ottobre. Un altro paio di settimane di attesa, quindi, per una proposta di partenariato pubblico-privato che potrebbe valere almeno il doppio di quella messa sul piatto per ora da Grimaldi.
Sarà il passaggio chiave – ma c’è da scommettere non l’ultimo – di un botta e risposta che sulle banchine va avanti da inizio anno.
Il duello tra big
È l’8 gennaio quando Il Tirreno titola in prima pagina: “Msc vuole la Darsena Europa”. Il giorno prima a Palazzo Rosciano, sede dell’Authority, è arrivata una lettera firmata da Gianluigi Aponte, numero uno di Mediterranean Shipping Company, da Piero Neri, volto del principale gruppo livornese, e da Enio Lorenzini, che da anni è in società con Aponte nell’omonimo Terminal.
La lettera è di fatto un primo passo ufficiale, una manifestazione di interesse: si chiedono informazioni di dettaglio sulla maxi opera che rappresenterà l’ampliamento a mare dello scalo e il terminal in grado di accogliere le portacontainer di ultima generazione, permettendo al porto toscano di non rimanere tagliato fuori dal grande traffico dei contenitori.
Subito questo interessamento viene letto come un segnale importante per la principale “industria” cittadina, che arriva forse non a caso in un momento di grande incertezza sulle prospettive del business merci, incertezza legata ai timori del cluster portuale circa un “cambio di destinazione” della Darsena Toscana, acquistata un anno prima da Grimaldi. Proprio sull’importanza di mantenere l’attività di Tdt concentrata sui contenitori, nelle settimane precedenti erano volate scintille tra Grimaldi e gli operatori livornesi, sedate dall’intervento di prefetto, presidente dell’Authority e sindaco.
Secondo quanto ricostruito, l’interesse di Aponte per il nuovo grande terminal avrebbe avuto un’accelerata in autunno, proprio mentre andavano in scena quelle schermaglie. E si racconta che l’operazione per creare un coinvolgimento importante di Msc sia stata gestita in prima persona dal cavaliere Piero Neri, presidente di Confindustria e punto di riferimento del cluster portuale che compatto punta sulla centralità dei contenitori.
Al quadro vanno aggiunte le frizioni tra Msc e Grimaldi, esplose quando Aponte entrò nel 49 per cento di Moby salvando la compagnia di Onorato, competitor dei Grimaldi. E quanto accaduto nell’estate del 2023, quando Aponte ha rinunciato all’acquisizione, che sembrava praticamente conclusa, di Tdt, poi passata a Grimaldi (che nel frattempo ha riaperto le porte del Terminal Darsena Toscana, per un 5 per cento, alla storica Compagnia portuale di Livorno).
Mosse e contromosse
Il 7 gennaio, dicevamo, in Authority arriva la manifestazione di interesse per la Darsena Europa della triade capitanata da Msc. Ma Grimaldi mette la freccia e prova a superare. Ad appena tre mesi di distanza, siamo in aprile, l’organismo di partenariato riunito a Palazzo Rosciano viene infatti informato che Grimaldi è entrata ufficialmente nella partita per costruire e gestire la maxi piattaforma container. Come? Attraverso Tdt, che non presenta “solo” una manifestazione preliminare di interesse, ma una vera e propria istanza di concessione. Di cosa? Non di tutta la piattaforma, ma di una parte, poco meno del 50 per cento. A quanto risulta l’investimento proposto sarebbe di poco inferiore ai 200 milioni.
Più nel dettaglio, insieme alla domanda per la gestione di una porzione della Darsena Europa, Tdt presenta un’istanza di modifica del contenuto della propria concessione demaniale: in sostanza Grimaldi è disponibile a rinunciare a 150mila metri quadri di aree e a 492 metri lineari di banchine in Darsena Toscana, chiedendo contemporaneamente di acquisire 194mila metri quadri e 600 metri lineari di banchine in Darsena Europa.
Il dibattito
Tra molti operatori livornesi, all’indomani dell’offerta, si respira nervosismo. Da una parte l’interesse di un altro operatore di livello internazionale conferma la bontà dell’infrastruttura e accresce la competitività tra privati e dunque la qualità degli investimenti proposti. Dall’altra preoccupa l’ipotesi di aprire e utilizzare l’opera a lotti. Preoccupa chi da sempre immagina un maxi operatore o un maxi gruppo a costruire e gestire una maxi opera, che altrimenti maxi non sarebbe più.
E preoccupa chi torna a sottolineare che il traffico da assicurare per la crescita del territorio è quello dei contenitori. Mentre Grimaldi, nonostante l’attività svolta in nord Europa e in Africa, è specializzata soprattutto in rotabili.
Il “fuoco” di Msc su Grimaldi
Ecco così che passa appena un mese dall’offerta di Grimaldi, siamo a maggio, e da Ginevra, quartier generale di Msc, vengono spedite sei pagine all’indirizzo di posta elettronica certificata del commissario straordinario per la realizzazione della Darsena Europa, Luciano Guerrieri, e del sub commissario Roberta Macii, e contemporaneamente ai vertici dell’Autorità di sistema. Sei pagine in cui Til – la società del gruppo Msc che gestisce oltre 70 terminal in tutto il mondo e che insieme a Neri e Lorenzini ha presentato la manifestazione d’interesse per la costruzione e la concessione dell’opera – contesta l’istanza presentata da Grimaldi (attraverso Tdt) per ottenere metà del maxi terminal.
Non solo. Til fa presente di essere in attesa del progetto esecutivo richiesto e ne sollecita l’invio in modo da poter proporre il proprio project financing. Insomma, Aponte non solo conferma la sua volontà di andare avanti nel gigantesco investimento (che potrebbe aggirarsi intorno ai 400 milioni), ma risponde per la prima volta anche al “fuoco” di Grimaldi e alla sua richiesta di rimodulazione degli spazi di Tdt con acquisizione di una porzione della Darsena Europa. Per Msc la proposta del concorrente «non può superare il vaglio dell’ammissibilità». Scrive in un passaggio Til che «frammentare l’unicità del progetto» rappresenterebbe «una visione che si pone in contrasto con l’impostazione originaria e ad oggi finanziata, che presuppone invece un unico terminal full container».
E ancora: «I notevoli investimenti pubblici (passati e futuri) trovano giustificazione nella relizzazione di un’unica facility in grado di poter operare almeno 1,6 milioni teus tramite un layout che prevede due grandi accosti per navi da 400 metri ciascuna, serviti ognuno da una quaterna di gru ship-to-shore o in alternativa tre accosti per navi da 300 metri lungo un fronte banchina di 1200 metri lineari».
È il no a un’apertura per lotti: «Con tale frammentazione non sarà possibile raggiungere il livello di volumi attesi che giustificano l’investimento dello Stato», quindi per Til «la proposta di Tdt travalica l’interesse del porto e della sua comunità al raggiungimento di obiettivi di produttività e pone dubbi sull’uso di fondi pubblici».
I lavori vanno avanti
In questo clima di fuochi incrociati, mentre è ancora attesa la contromossa di Msc, vanno avanti i lavori nei grandi spazi che si trovano tra il canale di accesso al porto e la foce della Scolmatore. Il 12 maggio, mentre da tempo le gru si muovono a terra, per i piazzali, è stata posata la prima pietra degli interventi previsti a mare, per realizzare dighe foranee e banchine.
«Stiamo continuando a lavorare in stretto rapporto con il commissario Gariglio», riassume Luciano Guerrieri, che al momento resta commissario per la Darsena Europa (opera che vale un miliardo di euro, 550 milioni di parte pubblica), ma non è più presidente dell’Autorità portuale livornese, passata in mano a Davide Gariglio (che però è ancora nelle vesti di commissario).
«Pochi giorni fa l’Osservatorio ambientale nominato dal ministero dell’Ambiente è venuto a fare un sopralluogo, stiamo andando avanti sotto uno stretto controllo sulle tematiche ambientali, facendo di tutto per rispettare le tempistiche del cronoprogramma ultimo, che prevede la fine dell’opera principale tra ottobre e novembre del 2030. Sono in corso i lavori di consolidamento della colmata, la prima parte delle opere a mare. Sono appena partiti anche i lavori di allargamento della strada di accesso. Tutto – ripete – sotto i tantissimi monitoraggi ambientali previsti».
La lunga attesa
Tutto mentre vale la pena sottolineare che, a estate finita e con l’autunno già iniziato, in Parlamento non è ancora arrivato il via libera definitivo al nutrito pacchetto nazionale di nuovi presidenti delle Autorità di sistema portuale, compresa quella livornese. In attesa della nomina, Gariglio resta commissario di Palazzo Rosciano. Così come al momento Guerrieri resta commissario per la Darsena Europa: in caso di cambio, il nuovo nome non dovrebbe passare dalle commissioni parlamentari, ma essere indicato dal ministero. Da tempo si rumoreggia di un possibile passaggio del testimone, come commissario della Darsena, al prefetto di Livorno Giancarlo Dionisi, che ha già mostrato di non essere distante dalle banchine. Si vedrà. Certo, lunghe attese in questo momento non gioverebbero allo scalo.