Il Tirreno

Toscana

La relazione

Art, la difficoltà di comunicare col cluster portuale

di Maurizio Campogiani
Art, la difficoltà di comunicare col cluster portuale

Nella relazione annuale presentata al Parlamento, il presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti evidenzia una certa difficoltà ad ottenere la documentazione richiesta dalle Adsp. Analoga problematica con le associazioni di categoria

3 MINUTI DI LETTURA





Rapporti non sempre facili con il cluster portuale. E’ quanto si legge tra le ben 244 pagine della relazione al Parlamento presentata ieri dal dottor Nicola Zaccheo, presidente dell’Art, l’Autorità per la Regolazione dei Trasporti relativamente alle parti in cui parla del settore marittimo e portuale, che ha visto l’organismo fornire nel corso del 2024 una serie di pareri e l’avvio di procedimenti che hanno riguardato complessivamente l’intero universo del trasporto.

Relativamente ai rapporti con le autorità di sistema portuale, nella relazione viene ricordato che subito dopo l’approvazione della delibera numero 89/2024, è stato chiesto agli enti portuali di comunicare ogni informazione utile in merito al rilascio di nuove concessioni o a modifiche di concessioni esistenti a seguito dell’emanazione del decreto 110 del 2023. “La raccolta di informazioni, per la quale è stato necessario inviare numerosi solleciti onde ottenere riscontri da tutti gli enti consultati – si legge nel documento - si è potuta concludere soltanto nel mese di ottobre 2024. I correlati scambi con le AdSP, che spesso hanno reso necessari solleciti e chiarimenti, sono stati anche occasione per ribadire, laddove non sufficientemente chiara, la necessità di utilizzo dello schema di Piano Economico Finanziario approvato con la citata delibera 89/2024.

L’ART ricorda poi di aver avviato a febbraio 2025 una raccolta dati indirizzata alle autorità di sistema portuale avente a oggetto la rilevazione di alcuni dati e informazioni inerenti ai rapporti concessori vigenti al 31 gennaio 2025, con specifico riguardo alle concessioni di aree e banchine portuali e alle concessioni riguardanti i terminal destinati all’ormeggio delle unità da crociera/traghetti, all’accoglienza dei relativi passeggeri e allo svolgimento delle attività connesse. “Nello specifico – si legge ancora nella relazione - erano richieste informazioni in merito all’anagrafica dei concessionari, comprensive di informazioni in merito alle superfici e ai volumi dei beni oggetto di concessione; agli investimenti effettuati dai concessionari suddivisi per le diverse tipologie di beni (infrastrutture, opere civili, fabbricati, impianti fissi, attrezzature portuali, mezzi per la movimentazione, innovazione digitale e  per l'elettrificazione delle banchine portuali – cold ironing), con il dettaglio per ciascuna categoria dei beni reversibili al termine della concessione; canoni concessori, con il dettaglio della componente fissa e variabile, ove presenti, eventuali penali, sconti e storni, nonché del canone unitario per ciascuna tipologia di bene”. Ebbene alla scadenza prevista per il 21 marzo 2025 solo un ente ha trasmesso le informazioni richieste. La raccolta è stata quindi oggetto di un ulteriore rilancio con scadenza prevista per il 23 maggio 2025 ottenendo, anche in questo caso, una scarsa partecipazione, con solo due AdSP che hanno fornito le informazioni richieste dall’Autorità e tre che hanno invece condiviso le informazioni relative ad una raccolta già effettuata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con riferimento a tutte le concessioni ex articolo 18 e articolo 36.

Ma il rapporto non è stato complicato solo con le autorità portuali. Lo stesso, leggendo la relazione del presidente dell’ART, si evince anche per quanto riguarda il cosiddetto cluster, relativamente ad una serie di aggiustamenti riguardanti tra l’altro le concessioni, la disciplina generale dell’accesso alle infrastrutture essenziali compresa la manovra ferroviaria, le tasse e i diritti portuali.

“In seguito alla ricezione da parte di alcune associazioni di categoria di una richiesta di proroga del termine per la partecipazione della consultazione stabilito nel 30 maggio 2025 – prosegue la relazione – tale scadenza è stata differita al 16 giugno 2025, allo scopo di consentire la più ampia partecipazione degli stakeholders. Alla chiusura della consultazione, sono pervenuti contributi da parte di tre soggetti, mentre dieci soggetti (tra cui sette delle associazioni di cui sopra), pur prendendo atto dell’estensione concessa, hanno rappresentato difficoltà a formulare osservazioni nei termini temporali previsti, in ragione della complessità della materia trattata, e hanno chiesto di essere auditi. Si prevede pertanto di accogliere tale richiesta di audizione, valutandone gli esiti nell’ambito del procedimento in corso”.

Primo piano
La vicenda

Scontro in aula con i pro-Pal a Pisa, al suo rientro il professor Casella avrà una “scorta” dei colleghi