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Darsena Europa, la carta da giocare

Una veduta dello scalo
Una veduta dello scalo

Il futuro di Livorno (ma non solo) è legato al raddoppio del porto

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LIVORNO. «Se ci facessimo impressionare dalla situazione geopolitica che stiamo attraversando, in cui la parola predominante è incertezza, dovremmo chiederci se sia opportuno in questo momento procedere alla realizzazione della Darsena Europa che richiede investimenti tanto ingenti sia per la parte pubblica che privata. Ma personalmente, nelle mie aziende, sono abituato a investire soprattutto nei momenti di crisi».

Così il vicepresidente vicario di Confindustria Toscana Centro e Costa, Piero Neri, sulla realizzazione della maxi infrastruttura pensata e progettata per accogliere grandi navi e che, una volta completata, offrirà tre chilometri di banchine, due grandi terminal, due milioni di metri quadrati di nuove aree e un nuovo ingresso portuale con fondali fino a meno 20 metri. «Ora la comunità portuale deve lavorare tutta insieme per raggiungere l’obiettivo – prosegue il cavalier Neri -. In gioco c’è il futuro della città in cui viviamo, ma anche del porto e di tutto il territorio costiero. Per questo mi auguro che le tempistiche per la sua realizzazione siano rispettate». Infine il cavaliere lancia un appello per un’unità di intenti finalizzata a «far sì che il patrimonio dei traffici del porto di Livorno non sia solo mantenuto ma anche incrementato. Per farlo dovrebbero essere richiesti indistintamente, in ogni settore, piani d’impresa sostanziosi e ambiziosi». 

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