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L’intervista impossibile a Galileo Galilei: la società che fa risuscitare i grandi personaggi grazie all’intelligenza artificiale

di Francesco Paletti
Sergio Piane con l’umanoide digitale Galileo Galilei
Sergio Piane con l’umanoide digitale Galileo Galilei

L’azienda prende il nome dalla più bella e meglio conservata delle navi ritrovate nel 1998 nell’antico porto di Pisa

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PISA. «Sono stato vittima di una grande ingiustizia: mi hanno costretto a rinnegare le mie convinzioni scientifiche, in particolare quelle che riguardano il sistema eliocentrico, che sfidavano le concezioni vigenti all'epoca».

Parte da qui l'intervista a Galileo Galilei che, quasi quattrocento anni dopo, per la prima volta interviene sul processo che ha subito davanti al tribunale della Santa Inquisizione, che lo costrinse all'abiura delle sue scoperte. Sarebbe lo scoop di tutte le epoche, anche perché lo scienziato pisano va pure oltre e indica responsabilità precise: «I colpevoli dell'ingiustizia che ho dovuto subire? In primo luogo, la Chiesa cattolica: ha avuto un ruolo centrale nel perseguitare chi osava sostenere teorie contrarie alle sue dottrine. In particolare, il Sant'Uffizio. Inoltre, vi erano anche alcuni scienziati e filosofi del mio tempo che, pur non ricoprendo ruoli ufficiali, sostenevano le posizioni aristoteliche e tolemaiche e vedevano le mie teorie come una minaccia per il loro status».

Però il condizionale è non solo d’obbligo, ma anche assolutamente necessario. Perché Galilei è scomparso ad Arcetri 383 anni fa: quello con cui abbiamo parlato ne è “solo” l'umanoide digitale e l'intervista serve soprattutto a dimostrare dove possono arrivare le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale. «Nel bene e nel male, ma noi cerchiamo di farlo con finalità di valorizzazione storica, didattica e per venire incontro alle rinnovate esigenze del mondo del lavoro», spiega Sergio Piane, produttore esecutivo di Alkedo, società con sede a Pisa, che prende il nome dalla più bella, e meglio conservata, delle navi ritrovate nel 1998 nell'antico porto di Pisa.

Le radici ben piantate nella storia e lo sguardo rivolto al futuro. Sono quelli di Alkedo che hanno “risuscitato” Galilei, ma anche Leonardo da Vinci, entrambi sotto forma di ologramma in realtà aumentata: fra il 12 e il 14 marzo, li hanno portati pure a Didacta, l’appuntamento fieristico italiano più importante dedicato alla didattica e al mondo della scuola che da 60 anni si svolge alla Fortezza da Basso (Firenze).

«Gli studenti hanno potuto intervistarli proprio come avete fatto voi, chiedendo qualunque cosa – continua Piane –: sia Galilei che Leonardo sono “addestrati” per rispondere a qualsiasi domanda relativa alla loro storia e alle vicende del loro tempo».

Gli umanoidi digitali hanno memorizzato tutte le opere scritte dai due scienziati, in modo da interiorizzarne il pensiero, ma anche altri testi e articoli scientifici relativi a quel periodo storico, in modo che tutti i loro comportamenti, siano coerenti, non solo con il loro pensiero, ma anche con l'epoca in cui hanno vissuto.

Come funziona

«Sono stati schermati in modo che non possano apprendere dalla realtà che li circonda, proprio perché vogliamo impiegarli soprattutto con finalità educative e didattiche e, dunque, è importante che le loro conoscenze siano circoscritte all'epoca in cui hanno vissuto i due scienziati. Altrimenti - sorride Piane - li avremmo sentiti rispondere anche a domande sui loro spostamenti in aereo o sull'opportunità di muoversi in taxi nei giorni di sciopero dei trasporto pubblico locale».

Le immagini, invece, sono state ricostruite in laboratorio dopo un'approfondita ricerca iconografica basata sui quadri e i ritratti d'epoca, «selezionando quelli più realistici ed escludendo i dipinti che rispondono a canoni estetici piuttosto che politici o di propaganda dell'epoca», sottolinea il produttore esecutivo di Alkedo.

Progetti e personaggi

Di inventato, dunque, alla fine c'è solo la voce, «ma perché, purtroppo, non c'è modo di conoscere il loro timbro vocale, altrimenti i due umanoidi avrebbero parlato come i due scienziati, come è accaduto per Margherita Hack e Giacomo Puccini, inseriti nella galleria del “Genio Toscano” che è stata esposta anche all'Innovit di San Francisco in occasione della Festa della Toscana», racconta Piane.

Hanno fatto pure questo, infatti, quelli di Alkedo, una serie di tele in grafica e tecnica pittorica digitale, che raffigurano pure Dante Alighieri, Amerigo Vespucci, Niccolò Machiavelli, Antonio Meucci, Oriana Fallaci e Mario Luzi, oltre a Galilei, Leonardo, Hack e Puccini. Con una particolarità: inquadrate con il cellulare prendono vita e diventano “quadri parlanti”. Solo un po' meno interattive, rispetto agli umanoidi digitali dei due scienziati. Prima, invece, era stata la volta del granduca di Toscana Pietro Leopoldo, apparso in forma di ologramma per salutare il consiglio regionale riunito in seduta solenne per la “Festa della Toscana”. E prima ancora, in occasione degli 800 anni della fondazione dell'Università di Napoli, riportarono “in vita” pure Federico II di Svezia, a cui è intitolato l’ateneo partenopeo.

«Finora ci siamo concentrati sulle applicazioni didattiche degli umanoidi digitali, ma cominciamo a sviluppare anche progetti di assistenza virtuale – conclude Piane –. Immagini di essere un commercialista, un avvocato o un notaio e di avere a disposizione un assistente digitale che raccoglie tutte le banche dati giuridiche esistenti, costantemente aggiornate, e gli indica correttamente le fonti cui attingere, con la possibilità, non solo di ricercare documenti, ma anche di redigere vere e proprie relazioni».

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