Il Tirreno

Toscana

Dillo al direttore
La proposta

Pisa e Livorno, non diamo la leadership dell’area a nessuna delle due città


	Due vedute dall'alto di Livorno e Pisa
Due vedute dall'alto di Livorno e Pisa

Campanilismo e dintorni

02 settembre 2024
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Ecco le riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di domenica 1 settembre, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.

_____________________________________________________________________________di Canzio Salvadori

Ho letto con piacere il “viaggio” di Agostinelli con le sue “istruzioni sul campanilismo” perché hanno ridestato in me il ricordo di aver letto un altro libro del 1978: “Toscana presa a schiaffi” di Magi e Listri nel quale venivano analizzate le principali città della regione con un articolo a favore ed uno a sfavore di ciascuna delle comunità. Livorno viene descritta come una figura muscolosa da palestrato con una testa piccola sulle spalle mentre Pisa viene descritta come un corpo esile, direi tisico, ma con una enorme chiorba sulle spalle. Da tempo Pisa, memore dei suoi gloriosi fasti marinari, ha cominciato a puntare i gomiti per farsi largo, ma quei gomiti li ha infilati nei fianchi di Livorno con la connivenza della comune corrente politica filopisana ed il tornaconto della matrigna Firenze. Quanto pagherebbe Pisa ad avere la location dell’Accademia Navale!

Ora l’erosione della costa va da nord a sud senza distinzione, ma guarda caso l’erosione che subisce Calambrone è un danno che potrebbe derivare dalla costruzione della Darsena Europa. Ma la Darsena Europa è il futuro economico, non solo di una città, ma di tutta la regione, una grande occasione per la nazione, come importante e urgente è la costruzione dello Scavalco Ferroviario che unisce direttamente il porto con l’interporto Amerigo Vespucci e con la rete Fs nazionale. Questi progetti che vanno molto a rilento, malgrado fondi già stanziati, una volta portati a termine, faranno di Livorno una città di primo piano su scala internazionale. Con questo non voglio dire che si dia il nome di Livorno all’Area Metropolitana, ma neppure che le si dia il nome a Pisa. Cosa comporta la nomina a leadership di Area Metropolitana? Non è che si fanno questi cambiamenti a vanvera, si fanno per risparmiare, e allora? Dove saranno ubicati i comandi e le direzioni dei vari enti pubblici e privati che dovranno essere ridotti?

Parlo di prefettura, carabinieri, polizia di Stato con tutti i suoi settori, guardia di finanza, tribunali, Banca d’Italia, direzione delle carceri, vigili del fuoco, ospedale centralizzato in quello universitario e tutti gli altri con solo servizio di primo pronto soccorso, visite ordinarie, analisi di primo accertamento e pochi letti a disposizione. Le città dell’Area, da Pisa a Livorno, da Lucca a Massa, con gli altri centri delle rispettive province, hanno tutte il diritto, la facoltà, l’orgoglio e la propria storia per dare il nome all’Area Metropolitana, si cerchi quindi un nome anonimo e si dividano fra tutte le competenze e le stanze dei bottoni con uguale importanza perché nessuna debba essere suddita di una soltanto. Infine, do il mio plauso alla politica pisana che approfitta sempre della sonnolenza di quella livornese la quale non ha mai avuto rappresentanti che abbiano anteposto l’interesse della città a quello del partito.

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