Il Tirreno

L’intervento

Elba, Santanché: «Ci ho messo 6 ore per arrivare qui, una vergogna». E tuona sull’aeroporto

di Luca Centini

	La ministra Santanché
La ministra Santanché

La ministra punta il dito sui collegamenti durante il forum sul turismo sull’isola: «Cambiare per essere competitivi»

05 ottobre 2024
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PORTOFERRAIO. «Ci ho messo sei ore per venire da Roma all’isola d’Elba. Vi sembra una meta comoda? E state ancora a discutere se si farà o meno l’aeroporto?». Va dritta al punto la ministra Daniela Santanché. Lo fa nel corso del forum del turismo in corso all’hotel Hermitage coordinato dal direttore del Tirreno, Cristiano Marcacci.

Quando si parla di miglioramento della qualità dei servizi, ovviamente, il tema dei trasporti è al primo posto. Da sempre. E in particolare in questo particolare momento storico per l’isola d’Elba. Da una parte c’è l’attesa per il nuovo bando per la continuità territoriale marittima, che definirà il futuro dei collegamenti da e per l’isola d’Elba: il pallino è in mano alla Regione che deve pubblicare il bando, ma ancora non lo ha fatto, tanto che gli operatori – preoccupati per i tempi dilatati – chiedono un’ulteriore proroga di un anno del servizio. Poi c’è l’aeroporto che in questa stagione è stato praticamente fermo, in attesa della riattivazione dei voli con Pisa, Firenze e Milano. E con l’incognita grande come una casa che resta quella del progetto di ampliamento della pista.

Il presidente degli Albergatori Massimo De Ferrari, nelle sua relazione di fine stagione, non usa certo la diplomazia. Accusa il sindaco di Campo nell’Elba Davide Montauti di «suicidio politico», riferendosi al referendum con il quale i cittadini campesi hanno detto no al progetto di ampliamento. «Un suicidio politico – dice ancora De Ferrari – che si è trasformato in una rovina per lo sviluppo elbano, complici anche altri sindaci che in maniera forte e chiara averebbero dovuto dichiarare a voce alta che l’aeroporto è una struttura non solo campese, ma elbana, di interesse strategico pubblico. È inutile la scelta populistica di chiedere il parere solo ai cittadini di un paese, senza peraltro spiegargli il progetto».

Pochi giorni fa è stato il presidente della Regione Eugenio Giani a premere il tasto dell’aeroporto elbano, spiegando come le risorse della Regione ci sono, ma ora spetta al territorio dare un’accelerata. Una sorta di deja vu per chi, da anni, segue la vicenda. E un concetto simile a quello espresso dalla ministra del turismo Daniela Santanché. «Se non abbiamo il trasporto, come possiamo pensare di rendere attrattiva l’isola per i turisti? – chiede la ministra alla platea di imprenditori alberghieri elbani – bisogna mettersi d’accordo, qua ci sono sette sindaci. Perché non si capisce che allungare di 150 metri la pista dell’aeroporto può cambiare un pezzo di futuro di questa isola? Qual è il problema: dà fastidio il rumore degli aerei, siamo diventati tutti supergreen? Io mi stupisco del tempo che si perde. I ritardi portano sulla strada di una decrescita felice che non credo appartenga al modo di pensare di voi imprenditori che investono. Si fa o non si fa questo aeroporto? Giani ha detto che i soldi ci sono. Io sarò chiara: per me da domani mattina ci si deve mettere a lavorare per sbloccare la situazione».

Nei giorni scorsi il presidente della Regione Eugenio Giani ha detto, tra ironia e provocazione, che sarebbe disposto a prendere la zappa in mano per iniziare lui i lavori di ampliamento di 150 metri della pista dell’aeroporto della Pila. Un intervento che, secondo quanto riferito dal presidente, servirebbe a far arrivare i voli di linea sull’isola. A distanza di giorni ecco, dall’Elba, la replica del portavoce dell’opposizione in consiglio regionale Marco Landi, che ieri ha chiuso i lavori del forum del turismo. «Il presidente ha anche detto che il Comune deve adeguare gli strumenti urbanistici per creare le condizioni per l’intervento, peccato che ci siano già un piano strutturale e un piano operativo comunale che lo prevedono. Dico che sui temi dell’aeroporto e dei collegamenti marittimi vi sia troppa approssimazione da parte della Regione. Su un tema importante servirebbe l’apertura di un tavolo. Sarebbe servito prima del referendum che si è tenuto a Campo: i cittadini si sono espressi su un rendering. È questo che è successo. Intanto il progetto è al palo». 


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