Prato, ordinò lo sfregio dell’ex fidanzata, ora spera nella Corte Costituzionale
La Consulta dovrà decidere sulla congruità della pena prevista per quel tipo di reato ed Emiliano Laurini potrebbe ottenere uno “sconto” insieme agli esecutori materiali
PRATO. È slittato al prossimo 29 settembre il processo d’appello nei confronti di Emiliano Laurini, l’ex buttafuori del pub Hop’N Drop di via Terracini che nel giugno dell’anno scorso è stato condannato a 9 anni di reclusione per aver ordinato lo sfregio della sua ex fidanzata Martina Mucci, nella notte tra il 20 e il 21 febbraio 2023, quando la ragazza fu aggredita da due giovani mentre rientrava a casa dopo il lavoro.
Il processo avrebbe dovuto celebrarsi ieri, 13 maggio, davanti ai giudici della Corte d’appello di Firenze, ma è stato disposto il rinvio al 29 settembre per attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale su alcune istanze presentate in altri processi.
In particolare alcuni avvocati difensori di imputati che sono accusati dello stesso reato di Laurini, cioè lo sfregio permanente sul volto di una persona, hanno sollevato dubbi sulla congruità della pena. L’articolo 583 quinquies del Codice penale, introdotto in seguito a una serie di aggressioni nei confronti di donne che sono state sfigurate, ha previsto una pena tra 8 e 14 anni di reclusione. Una punizione severa per gli “uomini che odiano le donne”, in particolare per il minimo edittale (8 anni) che è molto alto e si porta dietro un aggravamento delle pene per gli altri reati che vengono contestati, nel caso dell’aggressione a Martina Mucci anche la rapina compiuta dai due esecutori materiali, Kevin Mingoia e Gianluca Roselli, quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti.
Alcuni difensori, in altri processi, hanno sollevato l’eccezione di incostituzionalità e la Corte Costituzionale dovrebbe decidere il prossimo 20 maggio. All’esito di quella decisione è legata anche la sorte di Emiliano Laurini, che in caso di ridimensionamento della pena prevista dall’articolo 583 quinquies, potrebbe sperare in una conseguente riduzione della sua pena. Laurini è diveso dall’avvocato Dario Bellezza, mentre Mingoia è assistito da Antonio Bertei.