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Tari, FdI denuncia un buco di quasi 12 milioni: «Molte aziende di Prato non pagano»


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Sacchi neri pieni di scarti tessili abbandonati: molti risolvono così il problema dello smaltimento

L’opposizione ha fatto un accesso agli atti e critica il Comune per la scarsa capacità di riscossione. La replica dell’assessora Sanzò: «Giocano coi numeri, senza contare le cifre che riusciamo a recuperare»

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PRATO. Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha fatto un accesso agli atti in Comune e ha scoperto che lo stesso Comune ha grandi difficoltà nella riscossione della tassa sui rifiuti che dovrebbero pagare le aziende. In particolare mancano all’appello quasi 12 dei 27 milioni previsti (la differenza tra i 27 milioni e 659mila euro delle cartelle emesse e i 15 e 809mila degli incassi).

«È surreale che il Comune di Prato continui a lamentarsi della scarsità di fondi statali, quando è esso stesso a dimostrare, anno dopo anno, una totale incapacità nel far rispettare le regole e nel riscuotere ciò che gli è dovuto – commenta il capogruppo FdI Tommaso Cocci – Un’amministrazione che non sa gestire le proprie competenze non può pensare di assumere quelle altrui».

«Nel 2024 – dice Cocci – il Comune ha emesso oltre 27 milioni e mezzo di euro in avvisi Tari verso le aziende della città, ma ne ha incassati poco più di 15 milioni e 800mila. Manca all’appello quasi il 43% del dovuto: un buco di quasi 12 milioni di euro. E non è una novità. Dal 2020 a oggi, la capacità di riscossione è crollata progressivamente: si è passati da un tasso del 70,2% nel 2020 al 67,6% nel 2021, al 63,5% nel 2022, fino al 56,7% nel 2023. Nel 2024 si registra un leggerissimo rialzo al 57,1%, ma siamo ben lontani da livelli accettabili. È il segno evidente di una macchina amministrativa che si sta fermando, e che non riesce più a garantire equità né sostenibilità fiscale».

Cocci sostiene che il problema non è solo tecnico, ma politico: «Chi evade non lo fa per caso, ma perché sa di poterlo fare impunemente. A Prato esiste una parte del distretto produttivo che da anni si sottrae sistematicamente al pagamento della Tari, con aziende intestate a prestanome, sedi inesistenti, continui cambi di intestatari. Tutti sanno dove si concentra questo fenomeno, eppure il Comune resta fermo, silenzioso, cieco. Nel frattempo, le imprese in regola vengono lasciate sole, costrette a pagare anche per chi non contribuisce, in un sistema che premia la furbizia e punisce la correttezza».

«Ma l’assurdo – aggiunge Cocci – è che, mentre fallisce sulle proprie responsabilità, l’amministrazione propone di occuparsi di permessi di soggiorno. Una materia che spetta per legge al Ministero dell’Interno e alle Questure. È un’iniziativa istituzionalmente inaccettabile, figlia di un attivismo ideologico che confonde i ruoli e mina l’equilibrio tra gli enti dello Stato. È francamente poco responsabile, soprattutto da parte di chi è già manifestamente incapace di gestire le proprie competenze fondamentali».

«Prato – conclude Cocci – ha bisogno di ordine, serietà e rispetto delle istituzioni. Serve rigore verso chi evade, trasparenza nella gestione, e la volontà politica di tutelare le aziende oneste. Basta campagne ideologiche, basta fumo negli occhi. Il Comune torni a fare ciò che gli compete, e lo faccia con disciplina e onore».

L’assessora: «Giocano coi numeri»

«Il consigliere Cocci gioca con i numeri nascondendo tutta l’attività di recupero che viene portata avanti dagli uffici comunali, da Alia e da Sori». Così l’assessora al Bilancio Cristina Sanzò risponde al consigliere comunale d’opposizione sull’evasione Tari. «Il dato fornito da Cocci è incompleto perché riguarda quanto non viene pagato dalle utenze non domestiche nell’immediato – prosegue Sanzò – Seguono infatti i solleciti da parte di Alia e successivamente, per la riscossione coattiva, il trasferimento a Sori di quanto non viene recuperato con i solleciti».

L’attività di recupero crediti prevede diverse fasi che vedono l’emissione dei solleciti e accertamenti esecutivi  e azioni forzose per il recupero crediti, che prevedono tempi di esecuzioni stabiliti da norma.

E’ arrivata alla fase finale la gestione del credito 2020 e  2021, con l’invio a Sori di 3.751.648 euro per il 2020 e di 3.306.021 euro per il 2021. Il recupero coattivo a cura della Società Sori inizierà nei prossimi mesi del 2025.

Per gli anni 2022 e 2023 siamo alla fase di sollecito e ritentata notifica per un valore di 9.262.571 euro  per la competenza 2022 e di 12.035.435 euro per la competenza 2023. Questa fase terminerà entro il mese di giugno dove è  previsto l’invio del residuale a coattivo.

L’attività di recupero ha visto anche nei primi dell’anno 2025 l’emissione di un 1.700.000 euro di evasione che rappresenta una prima trance di utenti che sono stati rintracciati dalle attività di verifiche effettuate da Alia in collaborazione con gli uffici comunali che proseguirà anche per tutto il 2025. «Come si vede dai numeri l’attività di recupero dell’evasione Tari c’è e procede spedita per step» chiosa Sanzò.

A quest’attività di recupero si aggiunge quella degli uffici comunali attraverso progetti specifici multidisciplinari: «E’ grave che Tommaso Cocci, nonostante sia in Consiglio comunale da quasi 6 anni, non li conosca. – prosegue l’assessora Sanzò – Per amore della verità e per il rispetto che tutti dobbiamo al grande lavoro che viene svolto negli uffici, ricordo che esistono quattro progetti promossi dal Comune di Prato nel protocollo Sismico (Sistema mirato dei controlli antievasione): canale controlli Lavoro sicuro Asl, Cerbero (Controlli attività prevalentemente commerciali e produttive), Black Friday (controlli attività produttive con posizioni debitorie elevate) e Cerbero Plus (Controlli complessi immobiliari misti), contro l’evasione fiscale e per il recupero crediti dei tributi locali. I dati assestati 2024 e i parziali 2025 non sono ancora disponibili ma possiamo dire che dal 2014 ha consentito di recuperare ed incassare oltre 10 milioni di evasione di tributi locali tra cui quelli Tari. Le attività messe in campo sono sicuramente migliorabili ma da qui a dire che l’amministrazione comunale è immobile credo sia ingeneroso e travisi la realtà dei fatti».

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