Il Tirreno

Prato

La protesta

«Basta file di notte per il permesso»: in piazza a Prato la rabbia degli “invisibili”

di Alessandro Formichella

	La protesta davanti alla Prefettura di Prato (foto Nucci)
La protesta davanti alla Prefettura di Prato (foto Nucci)

Il Pd si schiera col sindacato Sudd Cobas sui diritti degli stranieri

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PRATO. Assemblea all’aperto in piazza del Duomo e poi un corteo che ha raggiunto la Prefettura per dire “basta” ai lunghi tempi per il rinnovo del permesso di soggiorno e per i richiedenti asilo. Ma soprattutto che tolga dalla condizione di “invisibilità” migliaia di lavoratori extracomunitari, in modo particolare di origine asiatica, del distretto tessile pratese.

Ieri pomeriggio, 29 marzo, la regia della manifestazione è stata di nuovo in mano al sindacato Sudd Cobas, l’unico che da anni ha aperto il “vaso di pandora” dello sfruttamento lavorativo nel mondo del tessile, confezioni e pronti moda, e che adesso è tornato alla guida della rivendicazione dei lavoratori stranieri. Fra di loro anche diversi cittadini italiani e pratesi, a sostegno di quella che molti hanno chiamato una “battaglia di civiltà”. E la battaglia è presto detta. «È indecoroso vedere lunghe file anche di notte davanti alla Questura per prendere un numerino per un appuntamento di rinnovo del permesso di soggiorno che avviene anche dopo 8-9 mesi – esordisce Luca Toscano, sindacalista dei Sudd Cobas – Questi lavoratori vanno benissimo quando devono essere veloci a produrre, ma poi devono aspettare e avere pazienza per tempi così lunghi nel rinnovo di un documento come il permesso di soggiorno che poi implica tanti altri problemi a seguire. Vengono abbandonati nella precarietà, anche quella dell’identità».

«Molti vivono in sub affitto spesso con i proprietari di casa che non vogliono che queste persone prendano la residenza a Prato – prosegue Sarah Caudiero anche lei dei Sudd Cobas – e così si aggiungono problemi su problemi come quelli di non aver accesso al diritto alle opportunità di chiunque altro. Una questione di civiltà e di diritti fondamentali che vengono calpestati e alla quale bisogna far fronte».

La manifestazione si è snodata poi da piazza del Duomo fino a piazza delle Bigonge, vicino alla sede della Prefettura. Qualche fumogeno, qualche slogan, poco più per attrarre l’attenzione sulla condizione in cui versano migliaia di persone. Cartelli con scritto “Voglio rispetto”, portati da chi lavora nel sistema della città, versa le tasse, contribuisce, ma spesso non trova diritti corrisposti. Fra i presenti, anche Maria Logli, giovane ma decisa assessora alla Città multietnica che ha portato i saluti e la solidarietà ai lavotatori della sindaca Ilaria Bugetti. Sindaca che ha cambiato del tutto, rispetto ad anni fa, il paradigma di comportamento dell’amministrazione comunale nei confronti degli “invisibili”.

Sulla questione apertasi ieri con la manifestazione, torna anche il Pd pratese. «File interminabili fuori dalla Questura, persone costrette a dormire all’aperto e sotto la pioggia, permessi di soggiorno che arrivano già scaduti. Sono situazioni inaccettabili in un Paese che vuol dirsi civile e democratico. Precarietà, illegalità, insicurezza e violazione dei diritti fondamentali passano anche da qui. Una condizione che un pratese su quattro vive sulla propria pelle. Come Partito democratico di Prato aderiamo alla mobilitazione dei Sudd Cobas e condividiamo la richiesta di aprire un tavolo presso la Prefettura» ha ribadito Marco Biagioni, segretario provinciale Dem. 

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