Prato, licenziato per i messaggi su Whatsapp: la Cassazione ordina la riassunzione
Un operaio quarantenne ha vinto la sua battaglia. I fatti risalgono al 2018
PRATO. La Cassazione ha dato ragione a un operaio pratese di 40 anni che era stato licenziato dalla sua azienda, con sede tra Campi Bisenzio e Calenzano, perché aveva pubblicato dei messaggio offensivi nei confronti dei dirigenti dell’azienda in una chat su Whatsapp di cui facevano parte altri suoi 12 compagni di lavoro. I fatti risalgono al 2018 e il dipendente licenziato aveva già ottenuto una pronuncia favorevole dal Tribunale di Firenze. Ora la Cassazione ha scritto l’ultima parola confermando la decisione e ordinando la reintegra dell’operaio sul posto di lavoro. La suprema corte ha ribadito che i messaggi su Whatsapp sono una corrispondenza riservata che non può essere paragonata ai post sui social network. A “denunciare” l’operaio era stato evidentemente uno dei suoi 12 colleghi.