Cascina, morta nell'auto finita nel canale: «Quel ponte è senza protezioni, servono interventi» – Come sta il marito
I residenti: «Tante segnalazioni». Il sindaco: «Avviato un monitoraggio». La salma della vittima si trova nel reparto di medicina legale
CASCINA. Da una parte il cordoglio e la vicinanza nei confronti di una famiglia conosciuta, colpita da una tragedia che ha sconvolto tutti. Dall’altra la frustrazione di chi ha segnalato più volte le criticità di quell’area, di quella strada e di quel ponte sulla curva, come altri sprovvisto di barriere in grado di proteggere integralmente da eventuali cadute nel fosso.
La sicurezza
Sono i due sentimenti che convivono in gran parte dei cascinesi, in particolare coloro che abitano e conoscono la zona dove martedì pomeriggio ha perso la vita Maria Albanese, 78 anni, probabilmente annegata dopo essere rimasta intrappolata nella Citroen nera uscita di strada su un curva in via Santa Maria, in quel punto priva di barriere, a poche centinaia di metri da via Arnaccio (SS67), e finita sottosopra nel canale riempito d’acqua dal diluvio del giorno precedente. Dall’auto guidata dalla donna, i due soccorritori accorsi per primi sono riusciti a estrarre vivo il marito, Corrado Caso, inizialmente portato all’ospedale ma le cui condizioni col passare delle ore non hanno più destato preoccupazione.
La voce dei residenti
Per tirare fuori la moglie, invece, sono serviti i vigili del fuoco, ma quando sono riusciti a recuperarla ormai non respirava più. La salma della vittima si trova a medicina legale, in attesa dell’eventuale autopsia, mentre gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente. La coppia, che per anni aveva gestito un negozio d’abbigliamento a San Frediano a Settimo, si era messa in macchina per raggiungere uno dei tre figli a Livorno.
Più di un cittadino, anche sui profili social del Tirreno, si chiede come sarebbe andata se il ponte fosse stato messo in sicurezza con delle spallette o dei parapetti più estesi. In considerazione anche del fatto che quella guidata da Maria non è stata la prima auto a cadere nel fossato in quella zona. «Sono anni che il ponte è senza spallette adeguate – lamenta Lucia – Sono state fatte al Comune varie segnalazioni, alla fine c’è morta una persona..».
«Nessuno ci ha mai dato risposta» fa eco Giovanna, mentre Filippo ribadisce che «quel ponte era pericoloso da molto, come quelli sul fosso vecchio, quasi tutti senza protezione». Una sorta di coro a cui partecipa anche la Lega di Cascina, che dopo aver espresso le proprie condoglianze mantenendo «silenzio e massimo rispetto» anticipa che prossimamente chiederà al Comune «i dovuti chiarimenti per comprendere come sia stato possibile un incidente così grave, avvenuto in un tratto privo delle adeguate paratie di sicurezza».
«Una piana alluvionale»
A intervenire, interpellato da noi, è direttamente il sindaco di Cascina Michelangelo Betti. «Come amministrazione non possiamo che partecipare al grave lutto della famiglia, a cui esprimiamo la nostra più sentita vicinanza» premette, per poi affrontare il merito della questione. «Siamo coscienti delle criticità dei nostri ponti – riconosce il sindaco – un tema che questa tragedia contribuisce a rendere ancora più stringente. Cascina si trova in una piana alluvionale piena di fossi e canali e ha 40 ponti, tanti molto vecchi e di ridotte dimensioni, costruiti per altri tipi di flussi, la cui competenza è divisa oltretutto tra diversi enti. Per questo, già da alcuni mesi abbiamo avviato con una società di ingegneria di Pisa (Ingenio, ndr) un’attività di monitoraggio e studio dei ponti di competenza comunale, per capire come metterli in sicurezza. È brutto dirlo adesso, ma presenteremo i risultati nelle prossime settimane».
Tornando al punto in cui la Citroen con a bordo i due anziani è uscita dalla carreggiata, Betti lascia che siano le indagini ad appurare «come siano andate le cose», ma precisa che «il tratto di via Santa Maria più vicino all’Arnaccio è stato asfaltato quest’estate, proprio per aumentare la sicurezza stradale».
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