Il Tirreno

Livorno

La protesta

Livorno, incubo bollette nelle case popolari: «Il gas si mangia le pensioni» - Raccolta firme e ipotesi class action

di Martina Trivigno

	Un gruppo di assegnatari e proprietari degli alloggi
Un gruppo di assegnatari e proprietari degli alloggi

In centinaia a Salviano contro Casalp: «Salassi da anni, non ce la facciamo». Melotti (Sunia Livorno): «Installati nel 2017 i contabilizzatori di calore, ma non hanno mai funzionato»

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. «Da sette anni paghiamo bollette del gas inique e sproporzionate rispetto all’effettivo uso del riscaldamento. Ora basta». Chi parla è una delegazione di inquilini degli alloggi di Casalp di via Costanza, via Haiphong e via Piccioni, a Salviano. Tra loro c’è chi, con una pensione minima di poco più di 600 euro, si trova a pagarne 400 di gas. E chi, invece, il riscaldamento neppure l’ha mai acceso, perché è stato diversi mesi all’estero a casa del figlio, eppure si trova tra le mani una bolletta di 500 euro o anche di più. Il motivo? «Tutta colpa dei contabilizzatori di calore che non funzionano», sottolinea Valerio Melotti, segretario provinciale del Sunia di Livorno, il sindacato degli inquilini. Che ieri, tramite lo studio legale Lessi, ha inviato una pec – accompagnata da un centinaio di firme – a Casalp, titolare della gestione del patrimonio edilizio Erp (alloggi popolari) e all’assessore alle Politiche per la coesione sociale, Andrea Raspanti. «Non ci fermeremo – sottolinea Melotti – e stiamo valutando con i nostri legali una class action (procedimento legale avviato in questo caso dal sindacato a nome di un’intera categoria di persone che ritengono di aver subito un danno da una stessa controparte, ndr)».

L’inizio di tutto

È il 2017 quando Casalp incarica una ditta esterna di installare in tutte le case popolari del territorio livornese i contabilizzatori di calore (o ripartitori di calore) a servizio degli impianti di riscaldamento: in pratica si tratta dispositivi applicati su ogni termosifone in un condominio con riscaldamento centralizzato per misurare il consumo di energia termica di ogni unità immobiliare. Questo permette di ripartire le spese di riscaldamento in modo proporzionale ai consumi effettivi di ogni utente, promuovendo il risparmio energetico. «Avrebbero dovuto entrare in funzione nel 2018 – evidenzia ancora Melotti – peccato però che, a causa della negligenza di Casalp, gli impianti non siano mai stati attivati. Una situazione inconcepibile».

Il cortocircuito

Ed è a questo punto che si è creato quel “cortocircuito” che va avanti ormai da sette anni. «Con una conseguenza che continua ad avere effetti molti pesanti sulle tasche degli assegnatari, ma anche dei proprietari – prosegue il segretario del Sunia – . Sì, perché in tutto questo tempo le bollette sono state recapitate sulla base della ripartizione delle carature millesimali e non in base al vero e proprio consumo. Insomma, un’ingiustizia bella e buona». In altre parole, non avendo (a ora) il gestore la possibilità di calcolare l’ammontare del consumo di ogni appartamento all’interno dei palazzi, viene applicato anche per il gas lo stesso criterio che vale per tutte le altre spese condominiali: il consumo totale di tutto il palazzo viene ripartito tra le famiglie sulla base dei massimali. In questo modo, un criterio che dovrebbe essere proporzionale ha generato una disparità che tocca non solo gli assegnatari, ma anche i proprietari che in passato hanno acquistato l’alloggio popolare.

L’assemblea pubblica

Il 21 maggio scorso, il Sunia aveva organizzato un’assemblea pubblica a cui erano stati invitati anche il presidente di Casalp, Marcello Canovaro e l’assessore Raspanti. «In quell’occasione, che ritenemmo molto utile, ci fu spiegato che presto il problema sarebbe stato risolto – aggiunge il segretario Melotti – . Come? Il titolare del patrimonio di edilizia residenziale popolare non avrebbe più dovuto versare il canone concessorio ai Comuni del territorio e questo avrebbe consentito di recuperare delle risorse economiche che Casalp avrebbe investito per la sistemazione dei contabilizzatori di calore. Ad oggi, però, il problema resta esattamente come negli ultimi sette anni». Così il Sunia ha già fissato una nuova assemblea – dove inviterà sempre Casalp e Comune – per il 10 dicembre alle 17 al circolo Arci di Salviano per creare un’ulteriore occasione di incontro e confronto. «Io sono il proprietario di un appartamento – racconta Mario Balestri – . Nel 2017 ho versato a Casalp 1.000 euro per l’installazione del contabilizzatore di calore ma a distanza di otto anni non ho mai avuto alcun beneficio e mi trovo a pagare una cifra che non so neppure se corrisponda più o meno ai miei consumi».

Franco Sardelli è invece un assegnatario di uno degli alloggi di Casalp, lì a Salviano, e tra le mani stringe un foglio bianco, a firma del gestore, dove si legge che non è possibile sapere a quanto ammonti il reale consumo di gas nel suo appartamento. «In casa viviamo mia moglie ed io – precisa Sardelli – e non ce la facciamo più. Ogni mese, infatti, su un canone di circa 500 euro, il 90 per cento è relativo alle spese per il gas. È inaccettabile perché ci era stato promesso che saremmo arrivati a una soluzione: invece il tempo passa e le bollette continuano a essere salate». E la pensa così anche Maria De Vita, proprietaria di un appartamento in uno dei palazzi di Salviano. «Ho fatto un investimento di circa 2mila euro per cambiare gli infissi che erano ormai vecchi – sottolinea – e speravo così di tenere sotto controllo le spese. Invece mi è arrivato un conguaglio di circa 200 euro e bollette con un importo che potrebbe andare bene per una famiglia composta da cinque persone, non per una donna sola. Ora diciamo basta a tutto questo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Dopo la tragedia

Cascina, morta nell'auto finita nel canale: «Quel ponte è senza protezioni, servono interventi» – Come sta il marito

di Lorenzo Carducci