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Attività storiche

Pasticceria compie 190 anni: «Dall'emporio alle nuove sfide, così siamo rimasti al passo con tempi»

di Paola Lenzi

	I titolari con i loro collaboratori della pasticceria, a dx una foto storica e una foto attuale
I titolari con i loro collaboratori della pasticceria, a dx una foto storica e una foto attuale

Cascina, sabato (20 settembre) alle 18 è stata organizzata una festa aperta ad amici e clienti: «Ci siamo rinnovati per venire incontro alle mode e alle richieste del momento, con un occhio alle nostre radici»

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CASCINA. 190 anni di dolcezza e professionalità. Passati di generazione in generazione dal 1835. Festeggia quasi due secoli di attività la Pasticceria Lemmi di Cascina, che sabato dalle 18 invita tutti gli affezionati clienti per celebrare una storia lunga più vite, dove la tradizione va a braccetto con la fantasia, sta al passo coi tempi e cura da sempre la qualità delle materie prime.

Vero e proprio scrigno nel cuore della città, in corso Matteotti, diffonde l’odore e il sapore della pasticceria artigianale, fatta con ingredienti scelti, che contraddistingue i mestieri di una volta. «Nostro padre Giovanni – dicono i fratelli Stefano e Nevilio Lemmi – ci ha lasciati lo scorso anno ma avrebbe abbracciato con immensa gioia questo traguardo. Noi abbiamo raccolto il suo testimone e ci impegniamo a portarlo avanti nel miglior modo possibile, facendo tesoro dell’insegnamento prezioso che ci ha trasmesso».

La pasticceria è creatività e lavoro quotidiano. Dentro ogni dolce è racchiusa una ricetta che si tramanda di decenni in decenni. Segreti artigianali che hanno permesso all’attività, ora anche bar, enoteca, cioccolateria, gelateria artigianale e tabacchi, di cavalcare i cambiamenti, forti di quasi due secoli di “mani in pasta”.

«Tutto nasce – racconta Stefano – nel 1835, quando un nostro avo, che portava lo stesso nome di nostro padre, Giovanni Lemmi, aprì il negozio. All’epoca si trattava di un emporio che vendeva un po’di tutto: spezie, dolciumi, sale, barattolame, zucchero e molto altro. La sede era situata in corso Matteotti, non dove ci troviamo oggi, ma appena dieci metri più in là, sotto i portici. All’inizio del secolo scorso l’attività passò al figlio Ippolito che, insieme alla moglie Giuseppina, la gestì con grande abilità. Giuseppina si specializzò nella produzione di caramelle artigianali, di cui conserviamo ancora oggi numerosi e coloratissimi incarti».

Nel Novecento l’attività fu portata avanti dalla nonna Beppina e dai suoi tre figli, Ezio, Nevilio e Lelio perché Giovanni, il primogenito, purtroppo morì durante la Prima Guerra Mondiale. «Presero in affitto un locale in via Lungo le Mura, a pochi passi da qui, e vi installarono il forno per la produzione. Il negozio rimase invece sotto i portici. Ogni giorno i tre fratelli trasportavano i dolci appena sfornati dal laboratorio al negozio con carretti o con cestini fissati alle biciclette. Durante la Seconda Guerra invece – continuano gli attuali titolari – la pasticceria rimase quasi sempre chiusa, ma i tre fratelli si distinsero per la loro generosità, distribuendo gratuitamente ai compaesani gran parte dei prodotti che avevano in magazzino. Dopo la guerra, con grandi sacrifici, riuscirono ad acquistare il fondo dove ancora ci troviamo e vi affiancarono anche la vendita dei generi di monopolio di Stato. Lelio ed Ezio non si sposarono. Nevilio invece, nostro nonno, sposò Rina che entrò subito a far parte del lavoro familiare».

Fino ad arrivare a Giovanni, che negli anni Sessanta sostituì il padre e poi sposò Marusca. «Babbo – sottolineano i fratelli – era un lavoratore instancabile, intelligente, sempre sorridente e rispettoso di chiunque varcasse la soglia del negozio. La soddisfazione dei clienti era il suo credo più grande. Diceva sempre che se si offre buoni prodotti alla gente, la gente torna». Un’avventura imprenditoriale che continua con i figli di Giovanni e con pasticceri e professionisti al fianco dei Lemmi da decenni.

«Daniele, Roberta, nostra zia Monica, Valerio e Noel. Senza dimenticare – concludono – le ultime arrivate come Alessia, Serena e Claudia, nostro zio Fabrizio e chi ha collaborato come Albertina, Marinella e Loretta per molti anni. Ci siamo dovuti rinnovare per venire incontro alle mode e alle richieste del momento, ma non abbiamo mai perso di vista le nostre radici che vogliamo celebrare insieme ai rappresentanti comunali e a Confcommercio, aspettando tutti».


 

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