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Caso candidatura Pd, c'è una possibilità per Sonia Luca. Le donne del partito divise sulla questione di genere

di Paola Silvi

	 



	Sonia Luca
  Sonia Luca

Tentativo in extremis per inserire l’assessora di Pontedera tra i candidati

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PONTEDERA. Autosospensione di massa dal Pd, almeno fino al 19. Quando è convocata una nuova assemblea a cui parteciperà anche l’inviato di Elly Schlein, Igor Taruffi. Era iniziata così la mattinata di ieri, l’ennesima con al centro la vicenda dell’esclusione dalle liste dem per le regionali dell’assessora comunale Sonia Luca. E con un’ipotesi ventilata di ricorrere al collegio di garanzia del Pd.

Una possibilità per il ritorno in lista

Verso le 15 si grida invece alla svolta. Il braccio di ferro tra la Valdera e Roma ha coinvolto direttamente anche la segretaria nazionale e il presidente Stefano Bonaccini, e si rincorrono le voci di un probabile reinserimento di Luca nella lista dei candidati.

Si scorge uno spiraglio all’orizzonte e la speranza di una decisione presa in extremis, con le liste che devono formalmente essere depositate entro mezzogiorno di stamani, che potrebbe ricucire lo strappo in una storia dove ormai non ci sono né vinti né vincitori. Perché Luca era praticamente in lista fino alla sera della direzione regionale tenutasi lunedì scorso. Poi, fuori. Schiacciata tra il bilancino delle correnti.

Alla ricerca di una spiegazione che non è mai arrivata, i dem pontederesi hanno aspettato, sempre sotto richiesta di Taruffi, e alla fine hanno dato il via a una rivolta infuocata. Persino la festa dell’Unità del circolo Bertelli di Fuori del Ponte è stata sospesa per protesta. Prima la contrarietà del sindaco Matteo Franconi firmatario di un appello pro-Luca con undici fasce tricolori di zona e nella stessa sera l’assemblea con decine di iscritti che è esplosa, tutti autosospesi.

Mosse e contromosse. Giornate di riunioni su riunioni e telefonate bollenti. Il Pd pontederese chiede ai due massimi esponenti provinciali di intervenire visto il mutismo di quelli regionali e nazionali. Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo lo fa condividendone le preoccupazioni, l’assessora regionale Alessandra Nardini non parla. A un certo punto Katia Lazzereschi, candidata in lista, si ritira per far posto a Luca.

Franconi insiste con il segretario regionale Emiliano Fossi. La telefonata non sortisce alcun effetto: nessuna intenzione di mettere Luca in lista. Lazzereschi out, ma lista a 7. Il segretario dem pontederese Francesco Papiani è contattato da Taruffi: non ci sono modifiche per non creare precedenti. Anche se, per i dem pontederesi, i precedenti ci sono eccome tanto che lo stesso Fossi si sarebbe esposto in quel fatidico lunedì della direzione regionale per provare a completare le liste di altri collegi presentate con un candidato in meno. Si va avanti così e intanto arrivano altre prese di posizione.

Per le donne Pd non è una questione di genere

Stavolta la spaccatura si tinge di rosa. «Non possiamo non notare che nel dibattito di questi giorni – scrivono le Donne democratiche – nessuna attenzione sia stata riservata alle donne indicate nella lista, a eccezione della capolista, dando un chiaro segnale di marginalità. Fare di questa vicenda però, i cui risvolti danneggiano l’intera comunità del Pd, una questione di genere o di disinteresse verso la valorizzazione delle donne in politica è una strumentalizzazione che riteniamo di non poter accettare. Certo, dispiace che la conseguenza sia la presentazione di una lista in cui vi saranno soltanto tre candidate».

Per le amministratrici dem è (anche) una questione di genere

Più infuriate invece le amministratrici dem della provincia di Pisa che in un appello ancora rivolto a Schlein e a Fossi sottolineano che «l’esclusione di Luca rappresenta un fatto grave e inaccettabile perché privo di ragioni chiare e di qualunque criterio leggibile e trasparente se non quello forse di essere tra le vere e più competitive candidature messe in campo nella lista del collegio di Pisa, capace di mettere in discussione equilibri di potere che si vorrebbero immodificabili e dati per acquisiti».

Nella lettera le 29 assessore e consigliere comunali denunciano una “sottorappresentanza femminile” alle prossime regionali. «Le quattro candidature maschili – aggiungono – rappresentano partiti di comuni che, insieme, contano circa 285mila abitanti. Le tre femminili provengono da comuni che complessivamente ne raggiungono appena 9mila». 


 

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