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Pistoia

In tribunale

Pistoia, tredicenne molestata dal padre delle sue amiche al ritorno dalla gara sportiva

di Massimo Donati
Pistoia, tredicenne molestata dal padre delle sue amiche al ritorno dalla gara sportiva

L’uomo avrebbe allungato le mani in auto mentre le altre ragazzine dormivano

08 giugno 2023
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PISTOIA. Per qualche mese si era tenuta tutto dentro, poi, per liberarsi un po’ di quel peso che le stava rendendo difficile anche concentrarsi sullo studio, si era confidata con una delle sue insegnanti di scuola. E a lei, non riuscendo a trattenere le lacrime, la ragazzina aveva raccontato di quel giorno in cui, di ritorno da una gara sportiva, era stata molestata in auto dal padre delle sue amichette, che stavano dormendo sul sedile posteriore.

Era l’autunno del 2019. Ieri mattina, davanti al gup del tribunale di Pistoia, è iniziato il processo per rito abbreviato nei confronti dell’uomo, un artigiano della provincia di Pistoia. Al termine della propria requisitoria, il pubblico ministero Luisa Serranti ha chiesto la condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione.

Gli avvocati difensori, Francesco Carlesi e Michela Malfatti, ribadendo l’estraneità del proprio assistito a tutte le accuse mosse contro di lui, hanno chiesto l’assoluzione. Il giudice dell’udienza preliminare ha quindi rinviato l’udienza al prossimo 19 luglio, quando è prevista la sentenza.

Come detto, i fatti oggetto del processo risalgono all’autunno del 2019, quando la giovanissima vittima non aveva ancora compiuto 13 anni. Quel giorno, come era accaduto spesso in passato, aveva partecipato a una gara sportiva fuori Toscana, così come due sue coetanee. Al ritorno, invece di salire in auto con i propri genitori, era salita su quella del padre delle due amiche, tra l’altro amico di famiglia da molto tempo. E sarebbe stato durante il viaggio, piuttosto lungo, che l’uomo, dopo aver iniziato a parlare dei problemi anche di carattere sessuale che aveva con la moglie, avrebbe allungato una mano, iniziato a toccare le parti intime della ragazzina, insistendo anche quando lei gli aveva detto di smetterla perché quella cosa le stava dando molto fastidio.

Quando erano arrivati a destinazione, l’unica cosa che aveva detto ai genitori era stata che in macchina con quell’uomo non ci sarebbe salita mai più. E aveva tenuto chiuso dentro di sé quel suo segreto fino alla primavera successiva, quando si era aperta con una sua insegnante che, immediatamente, aveva voluto ascoltare l’intero racconto con l’aiuto della psicologa della scuola. Per poi informare di tutto i genitori.

Ai quali, in precedenza, la figlia aveva soltanto accennato a dei discorsi strani che l’amico di famiglia le aveva fatto in auto riguardanti il rapporto in crisi con la moglie. Ma nient’altro. E non appena hanno saputo che non si era trattato solo di quello, l’hanno convinta a denunciare l’accaduto alla polizia. A cui aveva detto anche dei messaggio che l’uomo le aveva inviato insistentemente dopo quel giorno, tanto che lei aveva dovuto bloccarlo sui social.

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