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Pisa, acquedotto mediceo: si svelano i primi tratti dopo il restauro

di Francesco Loi
Il tratto di via Parini
Il tratto di via Parini

Cantiere aperto in tre punti: adesso dialoghi in corso tra Comune e ministero per avere fondi da destinare anche alla parte di San Giuliano

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PISA. Scoperti i primi tratti restaurati dell’acquedotto mediceo nel tratto urbano, quello che va da via di Pratale fino alle Gondole. L’area di cantiere è stata formata in via Parini, nei pressi dei giardini pubblici Solarino. Proprio in quella zona ha avuto inizio l’intervento di restauro, che ora sta proseguendo in tre punti distinti: un altro tratto della stessa zona di via Parini, tra via Centofanti e via Battelli e in via De Amicis.

La Sovrintendenza per le province di Pisa e Livorno ha assegnato l’appalto all’associazione temporanea di imprese costituita dalle ditte Cemes e Ram. Importo di circa 2.250.000 euro, su un complessivo finanziamento del ministero della Cultura di 3,2 milioni. Lo stanziamento era stato annunciato nel 2019, poi è seguito un lungo iter per arrivare al progetto. Il tratto dell’acquedotto all’interno dei confini della città inizia con l’arco numero 163 in località La Fontina e arriva all’arco numero 1, in prossimità della porta di Santa Marta in piazza delle Gondole. Di questi 163 archi ne restano 156. L’acquedotto mediceo da tempo presentava fenomeni di dissesto dovuti a una serie di cause. Il progetto di restauro è stato redatto da un gruppo di professionisti composto dagli architetti Stefania Franceschi, Leonardo Germani e Francesco Tioli, che ha compiuto il rilievo digitale e fotogrammetrico, dagli ingegneri Francesco Venturi e Cristiano Talini, dal geologo Eraldo Santarnecchi e dal geometra Silvio Oliverio (SurveyItalia srl) per indagini diagnostiche strutturali. La fase conclusiva di verifica preliminare del progetto, validazione e aggiudicazione, mediante procedura aperta, è stata coordinata dal sovrintendente Valerio Tesi, quale responsabile unico del procedimento, coadiuvato dall’architetto Maria Irene Lattarulo e dall’Ufficio contratti della Sovrintendenza.

I lavori prevedono il consolidamento delle arcate, il restauro delle murature e il ripristino della condotta idraulica che correva sulla sommità dell’acquedotto. Gli obiettivi principali del restauro sono «da un lato – si legge negli atti – la riconduzione del manufatto a una relativa continuità ed efficienza costruttiva, risarcendo e riparando gli effetti di degrado, dissesto, manomissioni e aggiunte, dall’altro il “miglioramento sismico” propriamente detto, ovvero l’introduzione mirata di accorgimenti ed elementi resistenti».

Quest’opera, che connota il territorio pisano dal centro della città fino alle fonti di Asciano (per una lunghezza di circa 6,2 km), venne realizzata a partire dal 1588 per volere del Granduca Ferdinando I de’ Medici così da portare l’acqua corrente nell’abitato di Pisa. Ma ben presto i cedimenti delle fondazioni crearono dissesti a cui si pose rimedio senza però risolvere le criticità.

Il prossimo passaggio sarà quello di ottenere finanziamenti per la progettazione e i lavori di restauro anche della parte di acquedotto che si sviluppa nel territorio di San Giuliano, anche se la proprietà è del Comune di Pisa. Ci sono interlocuzioni corso tra l’amministrazione e il ministero per favorire possibilmente un intervento in continuità, almeno per una parte del territorio sangiulianese che più necessita di un’opera di recupero.

Nel frattempo è stato completato il recupero della fonte di Pratale, eseguito dalla ditta Cemes per 36.293,72 euro oltre costi della sicurezza (3.239,48 euro). Per la piccola fontanella all’inizio di via di Pratale (la “Fontina”) il Comune aveva partecipato a un avviso pubblico dell’Autorità Idrica Toscana ottenendo un finanziamento di 40mila euro. È stato installato un piccolo pannello informavo sulle caratteristiche del manufatto e una mappa con riportato il circuito urbano delle fontane storiche cittadine pubbliche. Sul pannello un QR code fornisce maggiori notizie a coloro che vogliono approfondire la conoscenza della storia dell’acquedotto mediceo.

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