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Pisa, caso Sepi: «Locale chiuso? Porterò il Comune in tribunale»

di Antonio Scuglia

	Danila Nelli, a destra controlli della polizia municipale (immagine d’archivio)
Danila Nelli, a destra controlli della polizia municipale (immagine d’archivio)

La denuncia della titolare di uno degli esercizi sanzionati in centro: «Ho pagato migliaia di euro ma il mio dehors per Sepi risulta abusivo»

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PISA. «Porterò il Comune in tribunale e chiederò i danni». È questa l’intenzione di Danila Nelli, proprietaria del Tower House Wine and Sandwich in via Santa Maria, storico locale all’interno del palazzo Miniati, casatorre risalente all’XI secolo (prima del rebranding si chiamava Nelli Inn). L’attività di famiglia non ha mai avuto alcun problema con il Comune, sino a questa estate, allorquando, a seguito di un controllo dei vigili e di una successiva Ordinanza dell’ufficio Suap, il locale dovrà forzatamente chiudere la saracinesca per 5 giorni, come molti altre attività del centro.

La proprietaria, oltre che preoccupata per il rilevante danno economico -ancor più grave vista la riapertura dopo la pausa estiva delle limitrofe Università- non si dà pace anche per l’onta subita e il danno di immagine che una saracinesca abbassata per l’ordine dell’Autorità si porta dietro. «Tutto è iniziato a fine luglio, – racconta, – quando i Vigili mi hanno sanzionato perché avevo un tavolino sul marciapiede che, a detta loro, sostanziava una grave violazione meritevole della futura chiusura. Facevo presente che, come ogni anno, avevo richiesto a Sepi il permesso per il dehor tuttora esistente sulla via Santa Maria e che il tavolino si trovava a mezzo metro da esso, senza sedie, in attesa di essere riposizionato dopo aver sparecchiato e pulito la zona. Segnalavo che la pedana mi è costata svariate decine di migliaia di euro, anche per rispondere alle sempre maggiori richieste estetiche e costruttive imposte dal Comune. La relativa concessione di suolo pubblico, a fronte di una modesta occupazione di appena dieci metri quadrati, costa quasi 3.500 euro all'anno» .

Ma non finiva lì, secondo i Vigili e secondo Sepi quel dehors era “totalmente abusivo”.

«Dopo la sanzione -continua Nelli- mi sono recata a Sepi per chiedere spiegazioni. Ebbene, emergeva la mia regolare domanda per ottenere la concessione per la pedana esterna. Risultava anche che avevo tempestivamente compiuto, sempre su precisa indicazione scritta di Sepi, un maxi pagamento di quasi 3.000 euro utile al rateizzo di altre posizioni che a causa del Covid avevo accumulato e che erano ostative del rilascio del permesso. Era insomma tutto a posto, quello che infatti mancava era la loro dovuta risposta a chiusura della pratica» .

Di lì in poi, afferma la proprietaria, Sepi non ha più risposto, nonostante le email e le pec di sollecito inviate.

Il tutto sino al giorno dell’accertamento della Municipale. «Quando sono andata alla Sepi ero stata rassicurata che la questione della multa sarebbe finita lì. E invece, come una doccia fredda, pochi giorni fa il Suap mi ha notificato l'Ordine di chiusura coattivo, basato su una ordinanza del sindaco Conti».

Leggendo l’Ordinanza la donna risulterebbe infatti priva di permesso, sostanzialmente abusiva. «Ho scritto una pec nell'agosto spiegando quanto sopra all'Amministrazione, ma non ho ricevuto risposta. Ho incaricato un legale che ha scritto a tutti i soggetti coinvolti. Il Suap, dopo che il locale è stato chiuso, ha confermato la chiusura, omettendo di rispondere sull'unico punto cruciale, ossia sul perché, dopo il pagamento fatto a Sepi e la loro promessa di rateizzo, dovessi chiudere. Un atteggiamento insostenibile, un muro su cui il cittadino sbatte. Non mi resta che andare per Tribunali, dove domanderò i danni anche a chi ha firmato gli atti ingiusti».

La telenovela non finisce qui: Sepi ha inviato a Danila Nelli il bollettino per il pagamento della concessione per il dehor, anno in corso «Mi sento presa in giro. Se sono, per come mi hanno sanzionato i Vigili, abusiva e non ho i permessi, perché oggi il Direttore di Sepi mi invia personalmente il bollettino da pagare – via pec, mezzo al quale non ha mai risposto – con tanto di nulla osta e autorizzazione alla installazione del dehor a seguito della mia domanda, comunicazione nella quale omette di riportare tutte le strade?» .

L’imprenditrice denuncia quindi un cortocircuito tra le varie articolazioni del Comune: «tra Suap, Sepi e Polizia Municipale il dialogo non appare efficace e tempestivo».  

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