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Toscana

Le indagini

Medico arrestato a Montignoso, la villetta degli interventi sotto sequestro. Ma lui si dice pronto a chiarire tutto

di Gabriele Buffoni
Medico arrestato a Montignoso, la villetta degli interventi sotto sequestro. Ma lui si dice pronto a chiarire tutto<br type="_moz" />

L’Ordine dei medici annuncia un procedimento disciplinare

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MASSA. Si terrà stamattina alle 10,30 di oggi, mercoledì 15 gennaio al carcere di Massa, l’interrogatorio di garanzia per Francesco Cardillo, il medico 45enne di Montignoso arrestato all’alba di lunedì dalla guardia di finanza di Massa-Carrara. Nella mattinata di ieri si è svolto un lungo incontro tra il medico e il suo legale David Giovanni Cappetta, che già nella giornata di lunedì aveva avuto modo di visitarlo in carcere poche ore dopo l’arresto disposto dalla giudice per le indagini preliminari Marta Baldasseroni. Un incontro che ha permesso di mettere in chiaro un primo sostanziale punto.

Cardillo infatti «non si avvarrà della facoltà di non rispondere – assicura l’avvocato – il mio cliente è deciso a fornire agli inquirenti la sua versione dei fatti e a rispondere a tutte le domande per chiarire la sua posizione. Non entro al momento nel merito anticipando quelle che saranno le sue dichiarazioni, anche per rispetto alla pm. Come l’ho trovato? Sicuramente il dottor Cardillo è scosso per quanto accaduto – conclude Cappetta – e per l’impatto anche mediatico che ha avuto tutta questa vicenda».

Le accuse contro Cardillo

Su Cardillo gravano accuse pesanti, per quanto l’inchiesta sia ancora nella fase delle indagini preliminari e resti valida quindi la presunzione di innocenza: le ipotesi di reato sono esercizio abusivo della professione (in quanto avrebbe eseguito interventi chirurgici e anestesie totali senza avere l’abilitazione da anestesista), peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato (si sarebbe impossessato di oltre 200 farmaci di proprietà ospedaliera e assentato senza giustificazione durante il suo lavoro convenzionato con l’Asl Toscana nord ovest) e combustione illecita di rifiuti (perché avrebbe bruciato in giardino i materiali usati durante l’attività chirurgica svolta dentro casa).

Chirurgia plastica ed estetica in casa

Intanto a Montignoso, in località Cervaiolo, spiccano i sigilli alla sua abitazione. Quella casa dove, secondo quanto emerso dalle indagini (la pubblico ministero incaricata del fascicolo è Clarissa Berno), avrebbero avuto luogo per oltre un anno interventi chirurgici: sia i più basilari di chirurgia estetica sia quelli più invasivi di chirurgia plastica. Soprattutto in quelle stanze Cardillo – con l’assistenza della compagna, a sua volta indagata – sarebbe stato solito sottoporre i pazienti ad anestesia totale.

I rischi per i pazienti

Mettendo a repentaglio la loro incolumità, dato che non risulterebbe in possesso di alcuna abilitazione da anestesista-rianimatore e che l’ambulatorio ricavato all’interno della sua abitazione «versava – si legge nella nota trasmessa dalle fiamme gialle – in pessime condizioni igienico-sanitarie ed era privo dei presidi sanitari idonei a poter affrontare eventuali complicazioni che sarebbero potute insorgere». In due occasioni, secondo quanto contestato dagli inquirenti, ci sarebbero state criticità con una paziente intubata e l’altra affetta da una grave infezione dopo una liposuzione. Le due donne, ascoltate durante le indagini dalla guardia di finanza, non avrebbero però ad oggi «sporto alcuna denuncia né richiesta di risarcimento danni – commenta l’avvocato Cappetta – in generale al mio cliente non risultano lamentele formali o anche informali da parte dei suoi pazienti».

Cosa fa l'Ordine dei Medici

Incensurato, Francesco Cardillo è un medico apprezzato che non aveva alle spalle alcun provvedimento disciplinare. «Richiederò alla competente autorità giudiziaria notizie in merito – commenta il presidente dell’ordine dei medici di Massa-Carrara Carlo Manfredi – così da procedere come previsto dalle disposizioni di legge e alla luce delle norme della deontologia medica. Se questi fatti saranno confermati – conclude il presidente Manfredi – sarà inevitabile l'apertura di un procedimento disciplinare».


 

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