L’isola in lacrime per Bobo Bonistalli: «Adesso corri a piedi scalzi nel cielo»
Podista inossidabile, non indossava le scarpe: «La terra va accarezzata, non calpestata con la plastica»
Portoferraio Era impossibile non notarlo. Corsa spedita, pantaloncino corto da podista anche nelle giornate rigide dell’inverno elbano, petto il più delle volte nudo. E, vero marchio di fabbrica, piedi scalzi, come il mito dell’atletica Abebe Bikila. Marcello Bonistalli, conosciuto da tutti come Bobo, era un vero personaggio dello sport elbano. È morto sabato scorso in una struttura del continente. Non stava bene da tempo, così come da tempo non lo si vedeva più sfrecciare in calata e sulle altre strade battute dai podisti dell’isola.
Lui, pistoiese, passato burrascoso alle spalle, ex sessantottino turbolento, aveva scelto di vivere all’isola ormai da tanti anni. Ex operaio della Breda, al’Elba ha collaborato con l’Audace di Portoferraio e ha lavorato come manutentore. Ma la corsa era davvero la sua grande passione. In passato era pure finito sulle riviste nazionali del settore e ha ottenuto premi regionali. Così lo descriveva la rivista Soul Running: «Una vera macchina per correre. Dalla vita da hippie fino a un personale di 2h’33” sulla maratona correndo a piedi scalzi, ovunque, perché, come diceva lui, ‘La terra è come una bella donna, bisogna accarezzarla e non calpestarla con scarpe di plastica’». La notizia della morte di Marcello Bonistalli è arrivata fino all’isola. «Purtroppo Bobo non c’è più – racconta il podista campese Marco Spinetti – È stata la persona che mi fece avvicinare al podismo. Sin da ragazzino, ero affascinato dai suoi racconti e dalle sue gesta. Quando iniziai a correre con Lui, Nino (Adriano Catta, e None (Adriano Pierulivo), ricordo le tante risate e gli aneddoti divertenti. La gara era una “scusa” per stare insieme e divertirci. Famosa la sua dieta Conconi personalizzata. Il suo trasferimento all’Elba, portò molti elbani a intraprendere la strada del podismo. Un uomo libero e dal grande cuore. Adesso insegna a correre nel cielo ma rigorosamente scalzo. Un affettuoso abbraccio a Michelangelo ed Ezechiele. Ciao Bobo, sei stato un uomo unico».