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Piombino, Magona in vendita: si fanno avanti in 16 ma non ci sono aziende italiane. Lo scenario e i tempi

di Luca Centini
Piombino, Magona in vendita: si fanno avanti in 16 ma non ci sono aziende italiane. Lo scenario e i tempi

Fumata grigia al ministero: «Vendita ancora in fase embrionale». Tra fine ottobre e inizio novembre si terrà il data room e inizieranno le visite del sito per arrivare a un’offerta di acquisto

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PIOMBINO. Le risposte risolutive che i sindacati attendevano non sono arrivate. La fumata è grigia e il destino dei 500 addetti dello stabilimento Liberty Magona, al termine del tavolo che si è tenuto ieri nella sede del ministero alle imprese e al Made in Italy, resta in bilico. Le procedure che dovrebbero portare alla cessione dello stabilimento di Piombino, in vendita con i siti produttivi del gruppo indiano di Liegi e di Dudelange, sono ancora in una fase embrionale. Ci vuole tempo e, a questo punto, la priorità dei sindacati metalmeccanici e delle istituzioni coinvolte è che si arrivi al momento del passaggio di mano con uno stabilimento ancora vivo e in grado di rilanciarsi.

Il tavolo

L’incontro di ieri era particolarmente atteso, dopo la cancellazione del vertice che si sarebbe dovuto tenere il 24 settembre scorso. Presente per il governo il dirigente della divisione VIII politiche per la risoluzione delle crisi di impresa, Mattia Losego, Francesca Borea della Divisione VIII Politiche per la risoluzione delle crisi di impresa, sindacati, Regione Toscana, il Comune di Piombino con il sindaco Francesco Ferrari e l’assessora al lavoro Sabrina Nigro e il direttore di Magona Lino Iallorenzi. «Siamo ancora nella fase delle manifestazioni di interesse per la cessione dell’azienda – spiegano il sindaco Francesco Ferrari e l’assessore al lavoro e alle attività produttive Sabrina Nigro –. È un percorso che stiamo seguendo e seguiremo in ogni passo con grandissima attenzione. Magona, oltre ad essere un simbolo della storia e della tradizione siderurgica della città, è un’azienda molto importante in termini occupazionali e per lo sviluppo del tessuto economico del territorio. Supervisioneremo ogni passaggio: la nostra priorità sono i lavoratori».

La vendita

Sono circa 50 i soggetti che si sono informati sul pacchetto di vendita dei tre siti produttivi di Liberty. 16 gli interessamenti concretizzati da parte di aziende che hanno firmato un patto di riservatezza con il gruppo indiano. L’obiettivo attuale è approfondire la procedura in modo da giungere a un’offerta d’acquisto vera e propria, per iniziare entro fine ottobre undata room (singolo o complessivo) e le visite in stabilimento. Ad oggi tra gli interessati non risultano gruppi italiani, ma solo aziende europee e non solo, alcune di queste sono aziende siderurgiche mentre altre sono fondi finanziari. La maggior parte degli interessi riguardano soltanto la Magona, mentre solo un paio di offerte riguardano l’intero pacchetto che Liberty ha messo sul mercato (Dudelange e Liegi).

Il nodo semiprodotti

Il direttore Lino Iallorenzi, nel corso del tavolo, ha illustrato la situazione attuale dello stabilimento, la cui criticità principale resta quella dell’approvvigionamento di semiprodotti (coils), oltre ai cisti energetici non competitivi. Ed è in questo contesto che i sindacati Fim, Fiom e Uilm, nel corso del vertice, hanno puntato la lente sulla necessità urgente di trovare una soluzione per garantire il reperimento di semiprodotti. Il motivo? Arrivare al termine della procedura di vendita con un’azienda viva, con possibilità di rilancio produttivo e con ancora dei clienti. «Abbiamo fatto presente – spiegano da Uilm – date le prime difficoltà di liquidità che stanno emergendo, l’urgenza di arrivare ad un cambio di gestione per evitare di rischiare di perdere clienti e mercato, visto che già nell’indotto stanno emergendo le prime gravi sofferenze che recentemente hanno portato a sei licenziamenti».

L’accordo con Ilva

Il giudizio dopo il tavolo di ieri è cauto. «Purtroppo – non abbiamo ancora trovato le risposte che ci attendevamo per dare certezze ai lavoratori – si legge nella nota delle Rsu Fiom Liberty Magona, Cgil nazionale e Fiom territoriale – abbiamo apprezzato l’aggiornamento sul percorso di vendita i cui tempi traguardano oltre la scadenza dei prossimi ammortizzatori sociali, ma non può bastare. Affinché lo stabilimento arrivi vivo l’appuntamento della vendita è necessario che il governo garantisca le forniture di semiprodotto per non perdere mercato e garantire continuità di lavorazione per i dipendenti e stabilizzazione per i tanti lavoratori interinali ancora presenti dentro lo spostamento. Abbiamo ribadito la necessità che il Governo agisca sui fornitori storici a partire da Acciaierie d’Italia».

«Abbiamo chiesto con forza al governo – aggiungono dal sindacato Fim – che garantisca un’equa ridistribuzione dei 2 milioni di tonnellate che attualmente Acciaierie d’Italia riesce a produrre, perché a fronte di un accordo 2024 che prevedeva a Magona l’invio di 110.000 tonnellate di semiprodotto ne sono state inviate solo 53.000. È fondamentale che soprattutto in questa fase di vendita venga garantito questo tonnellaggio per far sì che quello stabilimento sia ancora più appetibile stando in marcia e mantenendo i clienti e fornitori attualmente presenti». Insomma, l’obiettivo è mantenere in vita il sito di Piombino che, al netto delle difficoltà del gruppo, un mercato ancora ce l’ha. «Le previsioni del mercato dell’acciaio per il 2025 sono di un anno di ripresa che può vedere accrescere gli ordinativi; il progetto Metinvest di venire a produrre acciai piani a Piombino può essere una ulteriore futura opportunità – spiegano dalla Uilm – ma, visto che i tempi non coincidono, servirà trovare in vita il sito e serviranno investimenti per poter garantire la totale occupazione».

Il cronoprogramma
 sindacati hanno chiesto al governo di fare da garante per tutta la procedura di vendita. Il ministero, presente con i suoi dirigenti, si è impegnato a gestire con le organizzazioni sindacali tutte le informazioni, quindi ai primi di novembre il Mimit incontrerà nuovamente l’Advisor ein seguito a questo incontro sarà nuovamente riconvocato il tavolo per la Liberty Magona.

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