«Cinesi di m...»: il ristoratore Patrizio Pazzini nella bufera dopo un video. Poi si scusa ma il caso diventa internazionale
Montecatini, il titolare della “Pizzeria dal Pazzo” ha definito così i turisti di Taiwan che in 16 hanno preso 5 pizze. La notizia è finita anche sui tg taiwanesi mentre telefono e pagine web del locale sono presi d’assalto: «Ho fatto un casino. Non sono assolutamente razzista, e adesso ho anche un po’ di paura»
MONTECATINI. Sul campo di calcio era una forza, calcisticamente e caratterialmente, al punto da guadagnarsi anche il soprannome di “Re Leone”. Ma il carattere irruento del giocatore, quello che ne aveva fatto un goleador di razza con Pistoiese, Montecatini e Monsummano, stavolta ha giocato un brutto scherzo a Patrizio Pazzini che, in veste di ristoratore, in un video pubblicato sui social si è lasciato andare a commenti pesanti che hanno rischiato di far scoppiare un incidente diplomatico tra la città di Montecatini e Taiwan, e addirittura nientepopodimeno che con la Cina, Paese involontario protagonista della vicenda.
Cosa è successo
Ma andiamo con ordine. Tutto nasce da una tavolata nel suo locale, “Pizzeria dal Pazzo”, di un gruppo di turisti di origine orientale. «Cinesi di m...» li definisce all’inizio del video, salvo poi correggere il tiro quando gli stessi gli dicono di essere in realtà di Taiwan. A scatenare la rabbia e quell’insulto dal sen fuggito l’ordinazione del gruppo: 5 pizze in 16 persone. Una situazione che certo non può far piacere al gestore di un locale, ma che in questo caso ha finito per degenerare.
Le accuse di razzismo
Pazzini è noto anche per essere un vero e proprio personaggio da social, con i suoi video che raccontano la vita in stile toscanaccio, non disdegnando, anzi, un linguaggio volutamente “colorito”. Ma stavolta quello che nelle intenzioni dell’autore avrebbe dovuto essere uno sfogo, non ha strappato risate, ma sono valse accuse di razzismo e anche una fama – di cui Pazzini avrebbe fatto volentieri a meno – che ha varcato i confini nazionali. È la potenza dei social, che troppo spesso sottovalutiamo. E che di certo ha sottovalutato il ristoratore. Nel video Pazzini, dopo lo sfogo in cucina, va in sala e fa vedere i suoi clienti per far vedere che cosa (non) hanno ordinato. È qui che scopre che non si trattava di turisti cinesi, bensì di Taiwan, con questi ultimi che, complice la barriera linguistica sorridono, facendo con le dita il segno della vittoria, a indicare apprezzamento per la pizza che stavano mangiando.
La bufera social
Ma nel giro di poche ore quel video ha fatto il giro del mondo, arrivando fino all’isola. E qui qualcuno ha tradotto dall’italiano, e si è scatenata una reazione che da Taipei e dintorni è rimbalzata fino in Valdinievole, finendo anche nei tg dei due Paesi. Ovviamente presi d’assalto i social del locale e del suo titolare, con duri commenti in italiano e in inglese, ma soprattutto in cinese (la lingua di Taiwan). Commenti dei quali, seppur incomprensibili, è facile intuire il senso.
Centinaia di telefonate
E il diretto interessato? «Ho fatto un casino, ma non me lo aspettavo non ho parole – spiega Patrizio Pazzini, il quale ormai non risponde nemmeno più al telefono, che squilla ininterrottamente – in pizzeria sono arrivate oltre 500 telefonate, tra offese e minacce. Sono uscito sul Tg di Taiwan. Addirittura (probabilmente frutto di uno scherzo per creare “disturbo” ndr ) il Tg di Taiwan ha riportato che sto cercando un autista o un cuoco per fare sushi, e c’è chi mi ha chiamato per offrirsi. Sto galleggiando, non so se andare dalla polizia. Ho anche un po’ di paura. Non voglio fare l’eroe. Stanotte non dormito, saranno anche leoni da tastiera, ma mi stanno minacciando di spaccare la pizzeria». In passato spiega aveva già fatto dei video polemici sui gruppi di turisti (non cinesi o taiwanesi in quel caso) che si portavano l’acqua dal supermercato e «prendono in 15 tre margherite», ma in quel caso non era successo nulla
Il video di scuse
Tornando al video in questione, riprende Pazzini, «ho detto cinesi di m..., l’ho caricato dicendo anche le ragazze sono molto belle. La mattina dopo mi hanno consigliato di mettere il video su ticktock. Apriti cielo. È finita la pace, è scoppiato il delirio. Mi hanno bannato da Instagram dopo 30mila visualizzazioni, per salvaguardarmi, i commenti erano impressionanti». Immediatamente Pazzini ha rimosso il video, che però era ormai rimasto immortalato nell’universo della rete, girando un nuovo video per chiedere scusa, che però «è servito a poco e, anzi, ha fatto arrabbiare tanti italiani. Non è da me chiedere scusa, ma ho fatto il video. Forse ho fatto peggio. Loro si sono offesi, perché ho specificato che hanno ordinato soltanto 4 pizze in 16 e posso averli fatti passare per tirchi». Su alcune cose però Pazzini mette i puntini sulle i. Intanto respinge la patente che qualcuno gli ha appiccicato addosso («Devo rimarcare che non sono assolutamente razzista») e poi di tener fuori la sua famiglia da questa storia: «Io sono Patrizio Pazzini ed è finito lì il discorso, mi ha dato sinceramente noia che qualcuno abbia sottolineato che sono il fratello di Giampaolo (noto ex calciatore dei serie A e della nazionale). Io sono io e dovete venire da me, non c’entra nessun altro, né mio fratello, né la mia famiglia».
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