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Capraia si scopre isola degli abusi: esposto sui lavori coi soldi del Pnrr – «Autorizzazioni inesistenti»: le opere nel mirino

di Cristiano Marcacci

	Un suggestivo scorcio dell’isola di Capraia
Un suggestivo scorcio dell’isola di Capraia

La denuncia del nuovo capo dell’ufficio tecnico: in alcuni casi le imprese incaricate hanno già eseguito degli interventi ma secondo quanto è stato ricostruito mancano le autorizzazioni paesaggistiche necessarie per le opere

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La stagione estiva è terminata da tempo e anche il massiccio afflusso con affaccio autunnale legato alla Sagra del Totano è trascorso da un po’ di giorni. Capraia si rituffa nel suo letargo, ma stavolta l’isola non può permettersi di calarsi nel tradizionale sonno profondo in attesa della primavera. A tenerla sveglia e su di giri ci penserà l’inchiesta che quasi sicuramente sarà aperta dalla Procura della Repubblica rispetto a dei lavori pubblici per una parte dei quali il Comune di Capraia isola (oggi commissariato dopo che il 2 maggio scorso, in seguito a sei dimissioni su undici componenti, caddero il consiglio comunale e l’allora sindaco Lorenzo Renzi) riuscì ad intercettare due tranche di finanziamenti del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), rispettivamente di 4,9 e di 1,6 milioni di euro.

Ma perché questi lavori sono finiti in questi ultimi giorni sotto la lente d’ingrandimento di coloro che hanno avviato delle indagini? La risposta è molto semplice: perché numerose delle opere pubbliche in questione, alcune delle quali in fase di realizzazione o addirittura in fase di completamento, sono frutto di procedimenti mancanti delle autorizzazioni previste dalla legge. In sostanza, si tratterebbe di veri e propri abusi. Lo spiega molto bene l’architetto Dario Barabino, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, il quale l’altro giorno ha deciso, evidentemente mosso da coraggio ma soprattutto da senso di responsabilità, di bussare alla caserma dei carabinieri di Capraia isola e di presentare un esposto relativamente agli accertamenti svolti sui lavori “incriminati”, rispetto ai quali, nel luglio scorso, si era già mossa la Soprintendenza.

Le opere per cui viene sottolineato la mancata osservanza delle normative sono: la riqualificazione dell’area dell’eliporto e degli impianti sportivi e quella delle strade Scala Saracino, via Vittorio Emanuele e via Assunzione (queste inserite nel bando “Isole minori”); la Torre del Porto e l’Anfiteatro ex cava di tufo (legati al bando “Piccoli borghi” associato al Pnrr). «Tutti questi progetti – riferisce ai carabinieri l’architetto Barabino – presentano vizi procedimentali che impongono una loro nuova approvazione, oppure i procedimenti non sono ancora conclusi al punto di poter essere affidati ad imprese e ditte per la loro realizzazione in quanto incompleti delle necessarie autorizzazioni. Alcuni di questi, altresì, sono stati illegittimamente affidati e sono iniziati i lavori. Pertanto necessitano di essere sospesi».

Le accuse e le affermazioni dell’architetto Barabino sono molto pesanti e avranno certamente delle ripercussioni, anche relativamente all’operato dello stesso ex sindaco Lorenzo Renzi e dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico Carla Citernesi, funzionaria in carica con Renzi ma poi sostituita con l’arrivo del commissario prefettizio Luca Mascaro.

Per quanto riguarda il bando “Isole minori”, è clamoroso il caso della riqualificazione dell’area dell’eliporto e degli impianti sportivi. L’intervento presenterebbe una illegittimità di fondo, in quanto privo della necessaria autorizzazione paesaggistica. Quest’ultima era stata richiesta dal Comune, ma la Soprintendenza gliela negò già nel giugno 2023 per la mancata presentazione delle integrazioni. Nonostante questo, l’amministrazione comunale proseguì nell’iter affidando i lavori e, a questo punto, le opere già realizzate sono, di conseguenza, da considerarsi abusive. Grossi problemi emergono anche dai lavori di riqualificazione delle strade: pure in questi casi sono inesistenti le autorizzazioni paesaggistiche. Per la Scala Saracino il Comune, nonostante il blocco dell’iter da parte della Soprintendenza nel luglio 2023, affidò ugualmente i lavori. Pertanto, le opere già realizzate rientrano tra gli abusivismi. Diverso il discorso per le vie Vittorio Emanuele e Assunzione, per le quali il Comune ha sì affidato i lavori, ma questi per fortuna non sono ancora iniziati. Rimane ovviamente la stortura della delibera di affidamento di un’opera mai autorizzata.

Gravi vizi procedimentali emergono poi per la Torre del Porto e l’Anfiteatro ex cava di tufo, progetti fermi completamente al palo. La giunta comunale li deliberò (era il 21 luglio 2023), ma evidentemente lo fece senza esaminare la documentazione allegata, inesistente, dal momento che i due progetti esecutivi in questione risultano protocollati in date successive (per la precisione il 26 e 27 luglio). La diretta conseguenza può essere solo una: quella delibera è illegittima oltre che nulla e ci sarà bisogno di una nuova delibera di giunta, di rettifica e integrazione della precedente.

Un maxi pasticcio che rischia di togliere brillantezza a quella perla che da sempre è considerata l’isola di Capraia e di mettere a rischio la messa a terra dei cospicui finanziamenti ottenuti tramite il Pnrr. Per il commissario prefettizio è in arrivo più di un grattacapo.




 

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