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Querciamatta, tenuta e resort con un investimento milionario

di David Meccoli
Un evento nella tenuta
Un evento nella tenuta

I piani dell’azienda agricola sulle colline di Monsummano

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MONTECATINI. Un investimento tra i 6 e i 7 milioni di euro (tra acquisto dell’area e opere di ristrutturazione) e (almeno) altrettanti ne saranno necessari per portare a termine la seconda fase, che porterà alla completa realizzazione di un complesso dedicato all’accoglienza (anche diffusa), alla ristorazione e alla linea produttiva di vino e olio. Il tutto in quello che i titolari della tenuta Querciamatta (via Brogi a Monsummano, a due passi dal Golf Club), chiamano il loro «fazzoletto di libertà di 13 ettari». «Un luogo abbandonato da più di 20 anni, trovato e reinventato», dice Gianni Acciai, origini fiorentine e uno dei soci proprietari di Enegan, ormai un colosso dell’energia, con sede a Vinci.

È lui che con la moglie Susanna Peruzzi si è innamorato di questi luoghi e nel 2018 ha deciso di puntare su un’area che nessuno voleva più: la vecchia azienda agricola un tempo di proprietà di Silvano Nuti, infatti, era andata incontro prima al fallimento e poi ad alcuni tentativi di vendita all’asta. Tutti andati a vuoto fino all’acquisto dell’intero blocco (terreni ormai incolti e fabbricati in rovina) da parte di Acciai e Peruzzi, avvenuto nel settembre 2018. Il nome "Querciamatta" è poi stata una scelta naturale, in quanto con questa denominazione si conosceva questo appezzamento già nel diciottesimo secolo, come testimonia il catasto Leopoldino. Oggi, dopo un’imponente opera di ristrutturazione (che è ancora ben lungi da dirsi completata), la tenuta presenta 5-6 ettari di oliveti e altrettanti di vigneti, oltre a 2mila metri quadrati di superficie immobiliare distribuita su tre fabbricati. Duemila gli olivi presenti, con 30-35 quintali di olio prodotti all’anno e 12mila bottiglie di vino (ma l’obiettivo è arrivare a 50mila).

«L’intero progetto - spiega Peruzzi - si basa sul rispetto del territorio e sulla sostenibilità, partendo da un’agricoltura biologica, in armonia con l’ambiente, più vicino possibile alla tradizione ma con spirito innovativo. Ristabilire la dinamicità di questa terra e ridurre l’impatto ambientale sono i nostri obiettivi». Ma mentre la parte produttiva ha già intrapreso una sua strada (le cinque etichette di olio e le tre di vino si possono degustare in cantina o acquistare in salette dedicate), resta tutto da programmare il progetto legato all’ospitalità. Come spiegano il general manager della struttura Cristiano Ferraro e la responsabile marketing Carmela Pontassuglia, al momento è attivo un ristorante (aperto il venerdì e il sabato e, da luglio, anche la domenica a pranzo), vengono organizzate cene gourmet per piccoli gruppi (con lo chef che cucina a vista) e dall’11 giugno (ogni mercoledì) ci sarà l’aperitivo "Glam hour". Ma non può finire qui.

«Il nostro obiettivo - ancora Acciai - è creare un vero e proprio sistema di accoglienza diffusa e diventare un punto di riferimento per l’organizzazione di eventi come matrimoni e feste. Ma la burocrazia ci ha finora messo i bastoni tra le ruote e non riusciamo a completare il progetto». Che vorrebbe dire una grande veranda (una sorta di "piano B" in caso di maltempo), l’area piscina, 10-15 camere nell’edificio principale, più altri fabbricati sparsi dove realizzare altre camere e appartamenti. «Noi siamo pronti a investire ancora e siamo pronti ad assumere altri giovani del territorio (abbiamo già 23 dipendenti), ma non possiamo avere un cantiere aperto all’infinito», precisano i titolari.

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