Il Tirreno

L'allarme

Uragano Melissa, paura per i 60 turisti toscani in Giamaica: «Ma ora stiamo bene, il peggio è passato»

di Barbara Antoni

	La struttura di Montego Bay in cui sono stati trasferiti 40 turisti apuani, a dx Giorgio Brizzi con il cognato Franco Piccini
La struttura di Montego Bay in cui sono stati trasferiti 40 turisti apuani, a dx Giorgio Brizzi con il cognato Franco Piccini

Partiti il 19 ottobre, sono stati smistati tra Negril e Montego Bay. Dopo le 22 di ieri la buona notizia: «Grazie ai nostri responsabili di viaggio che si sono prodigati per farci passare questi terribili momenti in sicurezza»

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CARRARA. Barricati nelle proprie stanze, la linea elettrica e la connessione internet che vanno e vengono. Ore interminabili, passate a farsi coraggio l’un l’altro, qualcuno stempera l’atmosfera pesante ammazzando il tempo con un gioco di società fornito dall’hotel. Smistati fra Negril (in venti) e Montego Bay (in quaranta), così i turisti apuani – qualcuno (pochi) si erano uniti anche da Milano – del “gruppone” di sessanta persone partito il 19 ottobre hanno atteso l’arrivo dell’uragano Melissa. È arrivato lentamente, facendosi anticipare dal vento, poi dalla pioggia. È arrivato in ritardo, ha imperversato dalle 10 alle 19 ora locale (16-24 ora italiana) con pioggia e vento fortissimo. Il vento soprattutto: i grandi rami delle palme che si piegano fin quasi a spezzarsi nell’aria che è grigia, quasi bianca, tanto è intrisa di pioggia.

Tanta la paura per i turisti che si trovano in Giamaica, ma tanta anche per i parenti e gli amici a casa; ognuno si è mobilitato: ha contattato la Farnesina, ha ascoltato i telegiornali di Cnn e Bbc: l’uragano Melissa veniva classificato con forza 5, tra gli uragani più devastanti degli ultimi anni.

Da Negril, Giorgio Brizzi, bloccato con la moglie Lucilla, il cognato Franco Piccini e la cognata Debora, ha mandato aggiornamenti. «Continua il vento forte, tra due ore dovrebbe arrivare il clou», scriveva ieri alle 10 ora italiana (cuore della notte in Giamaica, il fuso orario è sei ore indietro). Poi alle 14 (ora italiana): «Va via internet. Ci dicono di stare chiusi in casa in sicurezza».

Una giornata ritmata dalla paura, dall’apprensione. Anche all’agenzia di viaggi di Carrara che ha curato il viaggio. «Sappiamo che i turisti stanno bene, ma non abbiamo notizie dirette – spiegano dall’agenzia di viaggi –. Siamo in apprensione; una cosa simile non era mai accaduta in tanti anni di esperienza».

Contattata dal Tirreno, risponde ieri verso le 18 la Farnesina: «Il Consolato d'Italia a Miami e la Console Onoraria a Kingston seguono l’evoluzione dell’andamento dell’uragano Melissa, restando in contatto con i principali tour operator italiani che hanno gruppi di turisti sull’isola. Nel quadro di tutte le presenze mappate non sono state segnalate situazioni di criticità, anche se si registrano crescenti difficoltà nelle comunicazioni e nella fornitura di energia elettrica».

«Nelle prossime ore – proseguono dal ministero degli Esteri – sarà possibile valutare con maggiore precisione l’impatto dell’uragano sull’isola. L’invito resta quello di registrare la propria presenza sui canali gestiti dall’Unità di Crisi della Farnesina, ViaggiareSicuri.it e di DovesiamonelMondo.it, e di seguire le indicazioni di sicurezza che vengono diramate a livello locale, in particolare riguardo le aree da evitare e le strutture di rifugio».

A casa Brizzi a Carrara è rimasta la figlia letizia, con le cugine, le figlie dei coniugi Piccini. «Stiamo seguendo le notizie su Melissa anche dai notiziari su Cnn e Bbc», spiega. Dopo un rallentamento nelle comunicazioni al mattino, un sollievo nel pomeriggio. «Abbiamo sentito i nostri genitori – racconta Letizia –. Sono barricati nelle loro stanze. Si trovano in strutture sicure, di cemento armato. Il personale giamaicano è stato molto carino, ha portato loro la colazione». Alle 22 (italiane) passate da Giorgio Brizzi arriva un messaggio: «Il peggio è passato. Stiamo tutti bene. Grazie ai nostri responsabili di viaggio, si sono prodigati in modo eccellente per farci passare queste terribili ore in sicurezza. Hanno inchiodato le paratie alle finestre, ci hanno fatto arrivare i viveri in camera, telefonando per assicurarsi che stessimo bene» .


 

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