Il Tirreno

MULAZZO. Ha vinto anche stasera, mettendosi in tasca altri duecentomila euro. Lui è Gabriele Paolini, concorrente al programma di Raiuno “L’Eredità”, condotto da Marco Liorni e già una decina di giorni fa era riuscito a indovinare la parola finale, conquistando i suoi primi 75 mila euro.

Adesso, con la vincita della domenica sera, il giovane lunigianese ha raggiunto la sorprendente cifra di 275 mila euro. Con la parola “buca”, Gabriele da Mulazzo ha così ottenuto una nuova vittoria nell'ultima manche del gioco, con conseguenti complimenti da parte del presentatore Liorni, a sua volta emozionato per il successo a cui ha assistito.

Gabriele Paolini, infatti, ha azzeccato tutte e cinque le parole “indizio” dell’ultimo round, quelle che conservano inalterato il montepremi finale. Imperturbabile, ma sorridente, il concorrente lunigianese ha quindi indovinato anche la parola che faceva da comune denominatore alle precedenti cinque, portando il pubblico in studio ad una vera ovazione. I minuti finali del programma sono stati al cardiopalma: il conduttore Liorni ha voluto consegnare al concorrente il cartoncino contenente il risultato del gioco, pregandolo di non guardarlo e di tenerlo sul petto, all’altezza del cuore. «Facciamo così – lo ha invitato Liorni – Volterai il cartoncino con la soluzione verso il pubblico. Se lo vedrai esultare, vorrà dire che hai vinto». E così è andata, con un brindisi finale dove Gabriele è stato festeggiato anche “dalle professoresse”, ossia dalle showgirl del programma, che si sono strette in un abbraccio condiviso con il conduttore.

Una bella soddisfazione per il giovane lunigianese, ma anche per Mulazzo e per l'intera Lunigiana, che si attesta sempre più come una fucina di personaggi televisivi di successo. Tra gli altri volti noti provenienti da quelle terre, ricordiamo anche Annibale Giannarelli, che un paio d'anni fa sbancò "The Voice Senior". Partì da Sassalbo per migrare in Australia e vivere di musica con una voce potente, che prestò anche alla colonna sonora del film "Lo chiamavano Trinità".