Il Tirreno

“Un fiore per la vita”, coraggio delle donne

La presidente Laura Lucchini e l’artista Maurizio Fruzzetti
La presidente Laura Lucchini e l’artista Maurizio Fruzzetti

Sei signore con esperienze di malattie oncologiche diventano una tavolozza con il body painter Fruzzetti

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MASSA. “Un fiore per la vita” è quello che, grazie al body painting, sei donne malate oncologiche avranno impresso sulla loro pelle durante uno shooting fotografico finalizzato alla realizzazione di un calendario, in vendita per beneficenza. Ma dietro alla bellezza ridata a questi corpi feriti dalla malattia in alcune sue parti, quello di eroine che hanno sconfitto una terribile guerra di cui porteranno per sempre le cicatrici e diventate, grazie al maestro Maurizio Fruzzetti “modelle per un giorno”, c’è molto di più. L’idea è nata dalla presidente della Onlus Diversamente Splendidi Laura Lucchini, che già dall’inaugurazione della sede dell’Associazione in viale E.Chiesa, ha parlato di progetti futuri che avrebbe voluto fare con il famoso pittore body painter. Skin Art Ambassador mondiale, docente istruttore all'Accademia della World Body Painting Festival, pluripremiato body artist, Maurizio Fruzzetti lavora a Turano, dove a dicembre fonderà la sua personale Accademia d’Arte.

«Sono nato e cresciuto artista. Dopo il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti, mi sono sempre occupato di pittura e decorazione, anche come docente. Cinque anni fa ho studiato per tatuatore, per completare la mia formazione. Fare il body painter mi dà grande soddisfazione, ma mai quanto usare quest’arte per il sociale, come ho fatto per eventi contro la violenza sulle donne o per la malattia oncologica che si è portata via entrambi i miei genitori».

La prima delle sei donne selezionate per il calendario è la stessa presidente Laura Lucchini, apripista come modella di questa scelta coraggiosa: «Non è stato semplice mostrare il tuo corpo mutilato e nudo di fronte a un estraneo, o amico, come Maurizio o i fotografi che hanno collaborato allo shooting (Giancarlo Rossi, Emilio Palmintieri e Luigi Diamanti). Sentivo, mentre mi stava dipingendo, il mio corpo che si andava trasformando, che si stavano sciogliendo i nodi che avevo represso dentro, i miei conflitti con la femminilità causati dalla malattia. Questa metamorfosi mi ha portato in uno stato catartico che mi ha liberato e mi ha dato una sensazione di totale benessere. È stata un’esperienza forte, ho anche pianto».

Ogni donna ha scelto un fiore preferito da farsi dipingere: Laura Lucchini si è trasformata in una ortensia, le altre in questi giorni diventeranno chi una peonia, chi una margherita o un girasole. «A shooting ultimati, in programmazione ci sarà un evento di presentazione del calendario e la mostra delle foto – continua la Lucchini - Il ricavato andrà in beneficenza per ultimare la raccolta fondi per la ginecologia».

«Mi ha fatto piacere prestare la mia arte per aiutare le persone a stare meglio – racconta Fruzzetti – e ho dovuto adattare la mia arte a questo tipo di modelle per le quali empatia, sensibilità e fiducia sono particolarmente necessarie. Ho deciso di dipingere interamente sul loro corpo un fiore a scelta, lasciando volutamente bianche le parti ferite. Subire una mutilazione sul proprio corpo è già devastante di suo, ma farsi vedere in pubblico è ancora peggio. Però è una azione coraggiosa, che significa voler rendere pubblica ed evidenziare una lotta, non più doversi nascondersi per vergogna. Per chi ha ideato il progetto, lo scopo è proprio sensibilizzare la gente alla malattia oncologica e alla prevenzione. Essere regina per un giorno, tornare a essere modella e a sentirsi bella per un giorno è l’occasione che abbiamo voluto dare, insieme a questo messaggio. Il fatto di essere trasformati dal colore in un’opera d’arte è già un processo di trasformazione, il tuo corpo che diventa meraviglioso. L’arte rende davvero bello tutto».

«Per me – continua – questo progetto ha voluto anche dire cambiare il modo di lavorare, non più trattenere le modelle per 6 ore, ma in metà tempo, e non poter fare uno studio di progetto prima, ma una pittura che si adatta al corpo che hai per le mani e che non conoscevi prima; ha significato fare un importante lavoro psicologico per tranquillizzare la persona, renderla fiduciosa, sicura, farle superare delle inibizioni rese più difficili dalla malattia. Anche i fotografi che sono con me stanno facendo un ottimo lavoro in tal senso».
 

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