Il Tirreno

CARRARA. È il periodo del lockdown, quando le restrizioni sono strettissime e impongono di rimanere in casa per frenare l’avanzata del Covid. Lui, invece, Cristiano Musetti, conosciuto come il Dingo, esce e, a poco più di 150 metri dalla sua abitazione, dopo aver comprato il pane, si filma.

Un video in cui invita – stando alla tesi accusatoria – ad uscire di casa perché rimanere in ambiente chiuso – ripete nel video – causa trombosi: “Andate in giro – dice Musetti nel video – che ora viene la primavera, si alzano le temperature. Uscite, uscite, dai”.

Un video che Musetti invia a sei, sette amici utilizzando la chat. Quel video però comincia circolare, qualcuno lo invia a qualcun altro. E si mette in moto il meccanismo, fino alla pubblicazione sui social.

Una delle persone che lo riceve via whatsapp, infatti, lo posta su una pagina Facebook con migliaia di iscritti. Una diffusione tale da non sfuggire all’attenzione de gli inquirenti. Scattano quindi le indagini e si risale all’autore del video che viene denunciato e oggi è a processo con decreto di citazione diretta.

L’ipotesi di accusa formulata dalla procura è sovversione dell’ordine pubblico per aver istigato a non rispettare le norme, nel caso specifico le prescrizioni per evitare la diffusione del coronavirus nel periodo di massima pericolosità del virus.

Ieri, di fronte alla giudice monocratica Valentina Prudente, è stato sentito uno dei testi, uno degli amici dell’autore, citato anche nel video.

Ieri in aula emerge con chiarezza la tesi difensiva(Cristiano Musetti è difeso dall’avvocato Corrado Ceccarelli): il legale punta a dimostrare che il video era destinato a pochissime persone della cerchia di Musetti e non nasceva dall’intenzione di istigare alla sovversione dell’ordine pubblico.

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