Pro-Gest, riprendono gli scioperi
L’allarme dei sindacati: «Nessuna chiarezza su debito e futuro della sede di Altopascio»
ALTOPASCIO. Riprendono gli scioperi alla Pro-Gest di Altopascio. Già ieri i lavoratori hanno incrociato le braccia nella fabbrica della famiglia Zago, il cui gruppo è interessato dall’inizio dell’anno da una crisi che l’ha costretta ad aprire una procedura negoziata del credito, nel tentativo di trovare una accordo con i creditori, per un debito finanziario complessivo che sembra aver superato i 600 milioni di euro, destinato a incrementarsi per gli interessi non pagati e cedole non risarcite alla scadenza.
Per la Rsu aziendale e le organizzazioni sindacali Cgil, Fistel e Cisl (Franco Magrini, Fabrizio Bottai, Gianluca Quinci, Nicola Calandriello, Mirko Bendinelli) «il futuro è quanto mai incerto e i timori crescono, visto che il tempo a disposizione per trovare un accordo con i creditori sta terminando, dopo un’ulteriore proroga avuta a luglio. Il 7 gennaio scadranno i termini della procedura, poche informazioni sono state rilasciate dall’azienda su come stia provando a salvarsi. Nel frattempo, una cartiera è stata chiusa nel Ferrarese (Cartitalia) e i dipendenti messi a casa, le vendite annunciate di diversi stabilimenti, tra cui la famosa Cartiera di Mantova, non si ha ancora un’idea precisa di quando potranno essere realizzate e quanto se ne potrà ricavare. Lo stabilimento di Altopascio dovrebbe rimanere nel gruppo e ci dovrebbe essere trasferita tutta l’attività svolta a Sesto Fiorentino, ma il progetto è ancora prevalentemente su carta e l’azienda continua a rimandare. Nel frattempo tutti i temi su cui l’azienda ha creato una forte contrapposizione con i dipendenti del sito, in tutti questi anni, frutto di scelte mirate, sono ancora aperti e su alcuni è stata l’azienda stessa a promuovere cause giudiziarie contro i propri lavoratori. In altri casi sono stati i dipendenti stessi a promuovere, a loro tutela, cause contro l’azienda. Il contratto nazionale non è integralmente applicato. È stata fatta una forzatura con la disdetta degli accordi integrativi e sono state peggiorate anche sensibilmente le condizioni materiali di lavoro (si avvicina l’inverno, per parlare di una cosa recente, e nessuno ha ancora risposto alla nostra richiesta di interventi preventivi per evitare l’esposizione dei lavoratori alle ondate di freddo) . Più volte è stato dichiarato di voler voltare pagina, ma ancora manca una dimostrazione concreta, nonostante la disponibilità data al confronto e le proposte avanzate da parte sindacale. Natale è alle porte, ma non è vissuto con lo stato d’animo che meriterebbe».l
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